Parco Robinson, il daino è scomparso

RENDE – Ormai conosciamo tutti le disperate condizioni nelle quali versava il Parco Robinson, il modo in cui venivano trattati gli animali chiusi in dei recinti senza cibo abbandonati a un destino spietato che sapeva di condanna senza ritorno.

Ma dopo una serie di mobilitazioni da parte di semplici cittadini inorriditi da ciò che erano costretti a vedere tutti i giorni qualcosa sembrava stesse cambiando. Le Istituzioni si sono interessate alla questione garantendo la somministrazione giornaliera del cibo e avviando tutte le pratiche necessarie per lo spostamento degli animali in posti ritenuti più idonei alla loro natura, tutto questo sempre sotto l’occhio vigile dei volontari-cittadini che non hanno mai smesso di monitorare lo stato di salute degli abitanti del parco.

Ma qualche giorno fa un grave episodio ha scritto probabilmente la pagina più brutta della storia del parco, mancava pochissimo al trasferimento del daino ma prima che questo venisse formalmente ufficializzato qualcuno ha fatto in modo di farlo scomparire. Come ogni mattina il custode ha fatto il suo solito giro e non lo ha trovato più, è entrato nel recinto ma di lui nessuna traccia. Di corsa si è recato al Comune per sporgere denuncia nel frattempo una volontaria insieme ai vigili si è recata sul posto per fare un ulteriore sopralluogo, nessuna traccia di sangue solo fango sul recinto che lascia immaginare che qualcuno abbia scavalcato. Pare che il rapimento sia avvenuto di notte o alle prime luci del mattino quindi risulta difficile che qualcuno si sia accorto di qualcosa. La volontaria con i vigili ha percorso l’unica strada possibile quella che dà sul fiume, dove manca la recinzione. Sulla strada che porta fino al ponte di ferro sono stati trovati dei ciuffetti di pelo appartenenti senza ombra di dubbio al daino ma non le sue orme, scesi dal ponte c’è la strada e a questo punto si immagina la presenza di un mezzo pronto a portarlo via. I Carabinieri hanno avviato una serie di indagini.

Cucciolo, tesoro, CiùCiù in qualunque modo lo chiamassi era sempre pronto ad accoglierti, non appena ti intravedeva cominciava a saltarellare di qua e di la, aveva imparato a conoscere le voci e i rumori delle buste con le mele, le sue preferite.

Ora il parco sotto ha il vuoto, su quello si sostiene, le parole si esauriscono dentro un addio inflitto a tradimento e rimane la rabbia, la delusione e tanta tanta amarezza perché sarà impossibile ricordare quegli occhioni color nocciola senza pensare che mancava un tanto così per ridargli un mondo senza gabbie.

Gaia Santolla

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *