PETILIA POLICASTRO (KR) – I Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro, alle prime luci dell’alba di oggi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Crotone nei confronti di Emanuele Valenti Carcea, cl’85 di Roccabernarda. Il soggetto, già gravato da precedenti penali e attualmente sottoposto ad “avviso orale di P.S.”, avrebbe posto in essere negli ultimi 6/8 mesi insieme ad altre persone una continuata e ininterrotta attività di estorsione e truffa nei confronti di due coniugi del posto – ultra sessanticinquenne lei e ultrasettancinquenne lui – al fine di procurarsi indebitamente una cifra che si aggira intorno ai centomila Euro. Per estorcere denaro alle vittime, Valenti Carcea avrebbe utilizzato vari metodi , dal raggiro alla minaccia, dalla lusinga alla violenza, potendo contare sulla collaborazione di un nutrito drappello di complici, tutti destinatari in data odierna di ulteriori ordinanze: nello specifico i militari avrebbero notificato a A.B., donna cinquantunenne del posto, un divieto di dimora nel comune di Roccabernarda e un “divieto di avvicinamento dei luoghi abitualmente frequentati dalle vittime” nei confronti delle donne A.V.C. cl.’90, E.V.C. cl.’89, A.V.C.cl.’87 e degli uomini D.I. cl’82 e S.P. cl.’77, tutti di Roccabernarda. Il gruppo sarebbe riuscito a entrare in un rapporto di morbosa confidenza con l’anziano signore del centro rocchisano, chiedendo prima e pretendendo – con le buone o con le cattive – poi sempre maggiori cifre di denaro in prestito. Quando la cifra estorta avrebbe cominciato ad assumere valori di una certa importanza, il Valenti Carcea avrebbe obbligato la vittima a sborsare ulteriori rilevanti cifre necessarie “a svincolare vari crediti prospettatigli come certi e liquidi, ma inesigibili in quanto sottoposti a imprecisati vincoli”. Facendo credere al malcapitato di poter rientrare subito in possesso dei soldi estorti, lo avrebbe costretto a versarne altro denaro. È stato accertato che si sarebbe fatto leva sul senso di pietà dei due anziani, prospettando loro gravissime condizioni di salute – asseritamente patite dai soggetti coinvolti – a fronte della necessità di reperire immediatamente grosse somme di denaro. Il gruppo criminale sarebbe accusato – secondo l’ordinanza del G.I.P. -, a vario titolo e in concorso, di estorsione, truffa, rapina ai danni dei coniugi per un cifra non inferiore ai centomila Euro. Gli anziani non avrebbero confessato a nessuno la grave situazione che stavano vivendo: il Comandante della Stazione di Roccabernarda, Maresciallo Marco Fontanella, sarebbe riuscito a inizio del 2015 ad avere un’idea dell’odiosa condotta posta in essere nei confronti dei due indifesi anziani grazie a indiscrezioni, voci e con un paziente lavoro di analisi. Ma sarebbero state necessarie anche delle captazioni telefoniche, effettuate all’oscuro delle vittime, da parte dei militari del Nucleo Operativo, per accertare in maniera oggettiva quanto stesse accadendo. L’attività di intercettazione telefonica, unitamente all’analisi dei estratti conto bancari, avrebbero fornito agli investigatori dei dati oggettivi, non suscettibili di discrezionalità, sul reato che si stava consumando. Il riferimento a fonti “oggettive e terze” di ricerca della prova sarebbe stato quanto mai importante nell’Operazione Senectus, in considerazione proprio del fatto che nessuno dei due anziani per lungo tempo avrebbe esplicitamente denunciato quanto accaduto.
Le attività concluse nella mattinata odierna sono state eseguite sotto la attenta direzione del Pubblico Ministero, Dottor Bono.