Francesco Gervasi sulla crisi idrica della Calabria

COSENZA – Il caldo torrido spinge sempre più la Calabria ad affrontare una forte crisi idrica. Francesco Gervasi si esprime in merito alla situazione.

«La grave crisi idrica che la nostra regione e la nostra provincia bruzia in particolare stanno vivendo dimostra ancora una volta che la politica rincorre i problemi e che la risoluzione degli stessi inizia ad essere affrontata ed avviata quando quei problemi sono diventati, nel frattempo, vera e propria emergenza.

Il sistema idrico integrato calabrese necessita di una rivisitazione e di una riorganizzazione che lo riporti a standard efficienti e che gli consenta di ottimizzare la grande ricchezza di acqua presente nelle sorgenti e nel sottosuolo che solo in minima parte risulta sfruttata e che in larga parte si perde lungo le reti.

La Regione Calabria ha deciso con la Legge n. 18 del 2017 che siano i comuni a prendere in mano le redini e le sorti del ciclo integrato delle acque con l’istituzione dell’AIC, Autorità Idrica Calabrese. A farne parte saranno 40 comuni calabresi, suddivisi per province e per classi di popolazione, garantendo anche la rappresentanza dei piccoli comuni. I sindaci avranno una grande responsabilità e, al tempo stesso, una grossa opportunità, quella di rilanciare il sistema idrico regionale. Per conseguire un così importante obiettivo sarà indispensabile seguire un percorso di progettazione e programmazione serio, volto a migliorare tutto il ciclo, dalle adduzioni fino alla fase della depurazione; sarà necessario abbandonare la cultura dei campanili e liberarsi dai condizionamenti dei soliti notabili politici calabresi; sarà necessario evitare che anche questo nuovo organismo si trasformi nell’ennesimo “carrozzone” da sfruttare a fini elettorali.

La gravità della crisi idrica che stiamo vivendo in questi giorni e la necessità di rilanciare questa regione, fanalino di coda italiano in tutti i settori, impongono un cambio di rotta e un diffuso e profondo senso di responsabilità politica ed istituzionale.

Però non bisogna perdere tempo! La legge regionale 18 è stata emanata nel Maggio scorso e, ad oggi, solo una cinquantina di comuni della nostra provincia hanno adottato l’adesione con delibera di giunta. Occorre fare presto. La regione ha passato la palla ai comuni. I sindaci, ora, colgano questa occasione di diventare protagonisti del futuro delle risorse idriche calabresi.

Aldilà delle elezioni per la designazione dei 40 rappresentati dei comuni nell’AIC che dovrebbero tenersi nel mese di settembre e delle nomine del presidente e del direttore generale, gli amministratori locali devono da subito entrare nel merito della discussione di alcuni temi fondamentali:

  • le sorti di Sorical, con riguardo soprattutto agli investimenti che il socio privato del Gestore idrico calabrese (partecipato al 100% dalla francese Veolia) avrebbe dovuto fare e rispetto ai quali risulta inadempiente.
  • La forma giuridica che dovrà rivestire il nuovo soggetto che andrà a gestire il settore idrico, partendo però da un dato inequivocabile, sancito con il referendum del Giugno 2011. E cioè che l’acqua è un bene comune e in quanto tale deve essere pubblica, gestita da soggetti pubblici e non dunque oggetto di lucro e di affari.

Per questo motivo, nei prossimi giorni, da Consigliere Provinciale con delega al Servizio Idrico Integrato, mi farò promotore, assieme al Presidente Iacucci e agli altri attori istituzionali interessati, partendo dal Presidente della IV commissione regionale Bevacqua che ha già manifestato la propria disponibilità, di una serie di iniziative con i sindaci e gli amministratori comunali  per velocizzare l’iter che porterà alla nascita dell’AIC e per avviare una discussione più articolata sull’incidenza che l’AIC stessa avrà nel sistema idrico calabrese».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *