Ao Cosenza, UIL FPL attacca: “Anomali comportamenti da parte dell’Azienda”

COSENZA – È ormai nota in Italia e soprattutto in Calabria, la marcata carenza di personale sanitario e la correlata presenza di posti vacanti a seguito di abbandono o quiescenza, non immediatamente occupati da nuovo personale, i quali potrebbero essere sanati grazie ad una corretta strategia di assunzioni e mobilità. Così scrive in una nota il sindacato UIL FPL.

Si è venuti a conoscenza di anomali comportamenti da parte dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza in diverse situazioni riguardanti i dipendenti della stessa.

La concessione dei nullaosta necessari per i trasferimenti, non è definita in base a chiare e precise necessità o situazioni, bensì   su soggettive interpretazioni e previsioni del dirigente amministrativo che occupa il relativo settore; nel caso invece di richieste di nullaosta all’azienda, si è registrata in alcuni casi la loro approvazione e in altri il loro respingimento nonostante queste fossero prodotte da lavoratori ricoprenti lo stesso ruolo in quanto presenti nella stessa graduatoria.

Anche per le richieste di aspettativa, in alcuni casi si è proceduto alla loro accettazione mentre in altri questa è venuta meno, seppur le richieste siano state presentate per pari motivazione nello stesso periodo, da dipendenti diversi appartenenti allo stesso ambiente di lavoro.

Se tutto questo fosse vero (così pare almeno dai numerosi atti rilevati sull’albo pretorio aziendale) e venisse confermato dai nostri controlli, ci si troverebbe di fronte ad un comportamento che certamente rappresenterebbe una violazione degli obblighi di buona fede e di correttezza, al quale ogni azienda deve attenersi. È anomalo che un datore di lavoro si esponga a un rischio, vista la soggettività della scelta fatta.

Non si può ritenere valido, un eventuale atteggiamento ostile nei confronti dei lavoratori, proposto solo su logiche clientelari, fondato su generiche motivazioni.

Si ribadisce quindi il ripristino, con urgenza, di un comportamento etico corretto, che deve persistere all’interno della sede amministrativa dell’Azienda Ospedaliera cosentina e deve guidare le scelte della stessa amministrazione, tutelando e garantendo i diritti di tutti i dipendenti e non solo di una parte di loro.

Infermieri, OSS e tutto il personale del Servizio Sanitario Regionale, quelli che fino a pochi giorni fa venivano definiti eroi, ancora una volta vengono tenuti in scarsa considerazione.

È necessario ritornare alle buone relazioni sindacali, alla tutela del lavoratore e alle denunce sociali, poiché troppo spesso si assiste alla mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori e dei propri diritti.

All’interno dell’ospedale cosentino, così come in tutti i nosocomi regionali, non vi è traccia dei fondi maturati per il servizio effettuato, durante l’apice della pandemia da Sars-Cov2 e destinati ai lavoratori (Indennità Covid).

Presso la stessa azienda, si osservano strani comportamenti, si pensi al regolamento per la mensa e i dovuti arretrati a causa del mancato servizio, o ancora come la mancata produzione del bando per l’individuazione degli incarichi di funzione; tale situazione crea disorientamento fra gli operatori che sono inoltre costretti a sopperire alla mancanza delle figure preposte all’attività di coordinamento. È quindi immorale che l’azienda sfrutti questi lavoratori utilizzandoli in attività non proprie, risparmiando allo stesso tempo su risorse che spettano ai lavoratori. Questa situazione non è più accettabile. Ed è intollerabile il disimpegno nella gestione del personale sanitario, secondo i criteri del regolamento per la mobilità interna, approvato già da oltre un anno e mai applicato da chi di competenza.

Invitiamo il Commissario straordinario dell’azienda bruzia, Dr. Filippelli, a verificare quanto denunciato e a porre immediato rimedio, con il fine ultimo di salvaguardare i diritti di ogni singolo lavoratore. Allo stesso, promettiamo di ritornare, a voce alta, sulle negligenze e sulle scorrette attività denunciate nella presente, poiché i cittadini, necessitano di conoscere la condizione dei lavoratori all’interno della struttura ospedaliera di Cosenza mentre i dipendenti, necessitano di tutele che molto spesso, sono dimenticate o calpestate.

In conclusione, se non dovessimo trovare riscontro a quanto finora detto, non rimane altra strada che la denuncia alle autorità competenti, perché questo sindacato devierà dalla strada della moderazione per percorrere quella più dura del confronto sui tavoli prefettizi.

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