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Crediti formativi concorso docenti, gli aspiranti insegnanti scrivono a Crisci

RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che alcuni degli aspiranti docenti laureati all’Università della Calabria, in merito all’acquisizione dei 24 CFU mancanti per poter partecipare al concorso per insegnanti, hanno indirizzati al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci:

«Sono ormai mesi che gli aspiranti insegnanti, in vista del nuovo concorso docenti, si stanno muovendo presso la loro o altre università per la conquista dei crediti necessari per poter partecipare.

Molti ex studenti però, sono già in possesso di tutti o parte dei CFU nei quattro settori scientifico – disciplinari indicati dal Miur: pedagogia, psicologia, antropologia e didattica.

Anche l’Università della Calabria ha dovuto attivare tutte le misure necessarie per permettere ai suoi ex studenti di acquisire o convalidare i crediti in questione ma, a immatricolazioni già effettuate dietro pagamento, ovviamente, l’UniCal decide di “cambiare le carte in tavola” e, a pochissimi giorni dalla scadenza della compilazione, obbligatoria, del piano di studi, si scopre che saranno veramente pochissimi i crediti che, forse, verranno riconosciuti dagli esami pregressi.

Così gli aspiranti insegnanti laureati all’Università di Rende, molti dei quali mariti, mogli, padri, madri e lavoratori dovranno, a detta dell’ateneo, iniziare a seguire i corsi anche delle materie di cui hanno già sostenuto gli esami “fino a quando non saranno valutate le convalide” perché l’eventuale riconoscimento “richiederà del tempo” e come se non bastasse l’UniCal abbassa ulteriormente il numero di crediti convalidabili “anche a fronte del possesso di più crediti riconoscibili nello stesso settore, possono essere convalidati solo 2 crediti”.

Limitazioni inerenti al riconoscimento erano già state imposte dall’università nell’avviso di fine novembre 2017 “Esami convalidabili per i 24 cfu” che diceva, addirittura, che per alcuni esami vi sarebbe stata la “Convalida di 3 CFU se l’insegnamento è presente nel piano di studio insieme a un altro insegnamento (afferente ad un determinato Settore Scientifico Disciplinare) di almeno 2 o 4 CFU tra gli insegnamenti indicati”.

Molti degli aspiranti docenti, nonostante abbiano già inviato le richieste di riconoscimento dei crediti formativi seguendo le istruzioni che l’Università aveva reso note, stanno presentando o hanno già presentato domanda di rinuncia agli studi per seguire il percorso in altri atenei o, addirittura, per abbandonare completamente questa strada già non particolarmente facile da seguire.

Insomma, l’unica cosa certa sembra essere che l’UniCal sia stata poco chiara ed enigmatica fin da subito ed ora pare che non saranno seguite neanche le liste (restrittive) degli esami convalidabili che lo stesso ateneo calabrese aveva redatto. Tutto ciò è stato fatto intendere esplicitamente solo ad immatricolazioni già concluse.

Lo stesso bando redatto dall’UniCal risulta essere privo di precise regolamentazioni sulle modalità di riconoscimento dei crediti, come la precisazione secondo cui la convalida dei crediti pregressi deve rispecchiare l’offerta formativa.

Oltre al danno la beffa, diversi ex studenti Unical, infatti, che devono acquisire crediti in altre università, si sono già visti convalidare i crediti pregressi dall’Università che li seguirà nel percorso con la sola “autocertificazione” e la stessa Unical avrebbe già convalidato CFU a chi sta seguendo il percorso in un ateneo diverso.

Gli aspiranti professori non ci stanno ed hanno chiesto, con una lettera firmata, un incontro al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, informando contestualmente i sindacati del settore scuola di quanto sta accadendo ai loro danni.

Certo è che la corsa all’acquisizione/convalida di questi crediti ha permesso alle Università italiane, anche telematiche, di esercitare appieno la propria autonomia nella gestione della cosa, nonostante il limite imposto dal decreto ministeriale in 500 euro, che spesso viene aggirato aggiungendo tasse di iscrizione e quant’altro.

Per quanto riguarda la nostra regione, i laureati calabresi si sono affidati nelle mani del rettore affinché faccia valere i loro diritti e faccia sì che l’Università che rappresenta si distingua positivamente in questa vicenda».

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