Avvocati, verso la presidenza del consiglio dell’ordine. De Luca: «No a sordide alleanze»

«Oggi, 27 novembre, si terrà la prima riunione del rinnovato Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, con all’ordine del giorno le elezioni alle cariche ordinistiche, il cui esito dovrebbe deporre a favore della lista da me capeggiata che conta il maggior numero di voti all’interno del consiglio sufficienti, a norma di legge, a designare il presidente, il vicepresidente, il segretario e il tesoriere. Ciò varrebbe a suggellare un’indicazione forte e precisa del Foro bruzio, che nella recente tornata elettorale sui 21 Consiglieri previsti ha inteso assegnarne 9 alla lista De Luca, 5 a quella Gallucci, 4 a quella Paduano e 3 a quella Spataro e solo improvvide alleanze di comodo e strumentali, frutto di logore logiche spartitorie, inusuali per la politica ordinistica e tese solo a sovvertire la chiara volontà elettorale, potrebbero portare ad un diverso orientamento dei neoconsiglieri». Lo afferma in una nota Claudio De Luca, leader della lista Libera Avvocatura Brutia.

«Il nostro agire – aggiunge – è improntato alla più grande trasparenza e rifugge manovre sordide che perpetuano un canovaccio ormai vetusto. In linea con il programma presentato, disdegniamo le azioni di coloro che stanno tentando di vanificare il vento di novità, coerenza, trasparenza e lealtà che abbiamo avuto la capacità di far spirare inevitabilmente sul Foro bruzio». Il riferimento, evidentemente, è il tentativo da parte dei consiglieri rappresentanti le altre liste, di costituire un cartello unico per contare su 12 consiglieri, sovvertendo così la maggioranza. «Condanniamo chi ostinatamente disconosce il risultato elettorale per ambizione personale, perseguendo alleanze innaturali frutto di logiche spartitorie da “Manuale Cencelli”. Auspichiamo, invece, nel rispetto del risultato elettorale – conclude De Luca – un atteggiamento altrettanto leale e onesto dove solo lo spirito di servizio trovi cittadinanza e non abbiano sfogo le equivoche e turbolente condotte di chi spera ancora di abusare del consenso del Foro».  

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