Fiorella Mannoia incontra i familiari delle vittime di ‘ndrangheta a Cittanova

CITTANOVA (RC) – La cantante italiana, Fiorella Mannoia, a Cittanova per una data del suo tour italiano, ha incontrato questa mattina una delegazione di familiari delle vittime di ‘ndrangheta. L’incontro, organizzato dall’associazione Kalomena presso il Teatro “Gentile”, ha visto la partecipazione anche del sindaco Francesco Cosentino. Quest’ultimo ha accolto la Mannoia, prima di una esibizione già sold out dopo poco tempo dall’apertura delle prevendite, con parole benevolenti: «Oggi abbiamo il piacere e l’onore di dare un omaggio della comunità ad una grande artista che è qui a Cittanova per la terza volta. Il garbo della persona e dell’artista, l’impegno civile e morale, le battaglie e l’onestà intellettuale di Fiorella Mannoia devono essere esempio da seguire sempre. Noi stiamo cercando di (ri)costruire l’immagine di questo paese del profondo Sud proprio sul garbo e sulla gentilezza, su questa “Cittanova Città Gentile” che fu e deve nuovamente essere e lei ci sembra l’espressione massima del garbo e della gentilezza». La cantante è stata omaggiata, nel corso dell’incontro, di una matrice in rame e di sei acqueforti di Siesta Zampone, realizzati dall’artista cittanovese Sisetta Zappone, attiva tra Londra e il Messico. A proposito dell’incisione, così l’artista ha voluto commentarla: «Una stella tra le stelle, così ho voluto rappresentarla. Ci sono le costellazioni sincretiche, simbolismi importanti per me, tra cui ho visto e inciso lei, che è riuscita a trasmettere un grande messaggio di amore». La delegazione incontrata dalla Mannoia era composta dall’associazione Piana Libera, che rappresenta i familiari delle vittime innocenti di mafia e dalla famiglia Chindamo.

Fiorella Mannoia, visibilmente commossa, ha mostrato grande apprezzamento per l’omaggio e l’accoglienza ricevuti. «Ho sempre pensato e continuo a pensare – ha dichiarato – che questo Paese lo cambierà il Sud. Sarà dura, il percorso è lungo, però è questo che dobbiamo fare. Un percorso che dobbiamo fare tutti insieme, a partire dai bambini, che sono il futuro e devono essere loro per forza a cambiare le cose. Anche a piccoli passi ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare. Si cambia la mentalità poco per volta: quella degli italiani in generale, che scambiano il diritto per un favore, perché ce l’abbiamo proprio nel sangue. E purtroppo nel Sud questa cosa è un po’ più radicata. Però quando scardiniamo questi modi di pensare e riusciamo a renderci conto che i diritti sono diritti, e non sono favori, quando si trasforma la nostra mentalità, perché da qui si parte, allora davvero si può cambiare. Non ho mai smesso di crederci. Anche se nelle famiglie italiane in generale, di qualunque cosa si abbia bisogno, a partire da una lastra o un controllo medico, la domanda di rito è “ma non conosciamo nessuno a…?”. Tutto – quasi tutto – va avanti su un chiedere continuo, sui favori su cui si fonda questa società. Non dimentichiamoci mai che sono diritti. Ci sono tante persone di buona volontà in Italia, non ne parla mai nessuno. L’Italia è il Paese che ha più volontari d’Europa: questo la dice lunga. Noi non dobbiamo arrenderci».

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