Scoperto acquedotto dei monaci della Sambucina

LUZZI (CS) – Interessante studio di un antico acquedotto che si trova nel territorio di Luzzi, opera probabilmente realizzata dai monaci della badia di Santa Maria della Sambucina. 

Ricerche nate da un pozzetto in stato di abbandono

 L’idea della ricerca è nata in seguito alla segnalazione dello stato di degrado strutturale di un pozzetto in pietra di forma cilindrica, ancora visibile sul ciglio della strada che dalla Sambucina porta in Sila, che è sicuramente da collegare all’antico acquedotto sambucinese. Su una mappa pubblicata da Giuseppe Marchese, risalente forse agli inizi del 1400, viene rappresentato in forma schematica l’intero tracciato dell’acquedotto della Sambucina, a partire dalla zona di captazione delle acque (Montagna della Noce), giunge ad un pozzetto di derivazione dal quale si innestano due condutture: una in direzione della Sambucina e l’altra invece in direzione del centro storico di Luzzi. Nella mappa sono ben visibili tutti i pozzetti d’ispezione e di derivazione (se ne contano ben 10); nei pressi del paese un ultimo pozzetto di derivazione approvvigiona un edificio forse di natura industriale.

Un anno di ricerche

Da circa un anno sono iniziate le ricerche per ricostruire il tracciato dell’acquedotto cistercense. I numerosi sopralluoghi, coordinati dall’ingegnere Gianpiero Basile con gli amici dell’Associazione “Totonno Palermo”, hanno consentito di ritrovare, spesso nascosti nelle boscaglie e in sentieri impervi, pozzetti di derivazioni. Sono stati georeferenziati almeno 10 tratti e frammenti di acquedotto che presentano uguali caratteristiche strutturali e lo stesso tipo di canalizzazione (tubi in terracotta con un diametro di 12/15 cm e una lunghezza media di cm. 30/35). La seconda fase del progetto prevede un’indagine georadar a cura della Geomeda ISS, per individuare il tracciato ancora sepolto dell’antico acquedotto. La ricerca mira alla possibilità di capire quale connessione possa esserci tra l’antico acquedotto e le ripetute frane che da sempre interessano il territorio in oggetto. Fenomeni questi che possono correlarsi con le evidenze morfologiche introdotte dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Calabria e dalle tavole di stabilità dell’attuale strumento urbanistico.

La fase introduttiva dei lavori e le esperiente in corso, saranno presentate ufficialmente in una conferenza che si terrà prossimamente a Luzzi.

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