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La mostra Gastone Biggi apre le porte al pubblico

LAMEZIA TERME (CZ) – Si inaugurerà martedì 12 maggio alle ore 19.00 la mostra “Gastone Biggi. Disegni locandina A3 mostra Gastone Biggi 2e poesie” dedicata ad una delle personalità di spicco della pittura italiana. La mostra, curata da Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini, si svolgerà presso la Studio Gallery di Lamezia Terme, ed è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Artistico-Culturale P-Art. Sarà possibile ammirare ventiquattro disegni di piccolo formato realizzati nel 1999 dal maestro recentemente scomparso ed illustrare altrettante poesie scritte dall’artista, in un arco di tempo compreso tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Novanta. L’ingresso alla mostra sarà libero e nei successivi giorni seguirà i seguenti orari: da martedì a sabato dalle 16.30 fino alle ore 19.00 .

 

 

 

Progetto di sensibilizzazione per gli studenti di Soveria

 

SOVERIA MANNELLI (CZ) –  “L’impegno dell’Europa contro vecchie e nuove dipendenze ”. È il progetto promosso nei giorni scorsi dal Lions Club di Soveria Mannelli, che si è tenuto presso l’Istituto comprensivo G. Rodari di Soveria Mannelli – Carlopoli. Lo scopo del convegno è stato quello di SOVERIAinformare i giovani studenti delle terze classi della scuola media su numerosi argomenti di grande attualità e complessità quali – alcol, tabagismo, bullismo, accesso ad internet – per cercare di comprendere il fenomeno, con l’aiuto di esperti, analizzandone le cause e i suoi effetti.

L’iniziativa come ricorda il Presidente del Lions Club di Soveria Mannelli l’Avvocato Assunta Scavo ha visto anche la collaborazione del Dirigente scolastico Prof.ssa Margherita Primavera, della Dott.ssa Alessandra Mercantini, del Dirigente medico Dott. Leonardo Sirianni e del Capitano dei Carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli Domenico De Biasio.

 

All’Unical continua l’incontro con la Lis

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio nella sala informatica del cubo 18c dell’Unical, il secondo appuntamento del “Laboratorio Lis: Diamo un segno”. L’incontro è stato tenuto dall’interprete Loredana Mendicino, dalla Docente Donata Chiricò, con l’ulteriore supporto di Alessia Mendicino, sorella di Loredana, nonchè interprete Lis. Sono state analizzate le modalità di composizione di una domanda e, a tal proposito, l’interprete Loredana ha spiegato come si determina la risposta, la quale necessita di un’affermazione positiva o negativa attraverso l’utilizzo delle sopracciglia. La discussione si è poi indirizzata verso la spiegazione delle quattro tipologie di parametri formazionali della lingua dei segni: il luogo, lo spazio, l’orientamento e il movimento.

Al variare di uno o più di questi parametri, durante l’atto del “segnare”, si può determinare un cambiamento del significato attribuito ad una parola. È stata mostrata la composizione di una frase e la scelta dei tempi verbali al suo interno, a seconda se si parla di un’azione svolta nel passato, nel presente e nel futuro: nel primo caso la mano verrà indirizzata verso la parte posteriore del corpo, nel secondo sarà protesa verso il basso (per indicare che l’azione si sta svolgendo adesso), nell’ultimo verrà proiettata in avanti. Inoltre agli studenti presenti in sala è stata insegnata la modalità con cui “segnare” i giorni della settimana. Per quanto riguarda la comunicazione si è messo in risalto la grande capacità di comunicare con i gesti senza alcuna difficoltà, persino in un luogo straniero, in maniera molto più semplice ed efficace rispetto alla comunicazione verbale. In conclusione le due interpreti hanno deciso, con la collaborazione di alcuni loro studenti venuti all’incontro, di sostenere una conversazione, in modo da poter permettere a chi li osserva, di comprendere come si sviluppa un dialogo attraverso la lingua dei segni.

Alessandro Artuso

Tutto quello che c’è da sapere sulla lesione del legamento crociato

ALTOMONTE (CS) – All’interno dell’articolazione del ginocchio vi sono due legamenti interposti tra tibia e femore, denominati crociati perché si incrociano al centro dell’articolazione e sono distinti in legamento crociato anteriore (LCA ) e legamento crociato posteriore (LCP).

Tali legamenti hanno la funzione di limitare rispettivamente il movimento di traslazione anteriore o posteriore della tibia rispetto al femore e formano il cosiddetto “pivot centrale” (centro di rotazione) del ginocchio, struttura fondamentale nel garantire la stabilità dell’articolazione.

Il legamento crociato anteriore è una struttura sottoposta ad estreme sollecitazioni meccaniche durante l’attività sportiva e i traumi che ne determinano la rottura sono nella maggioranza dei casi di natura sportiva. La lesione totale nei giovani e negli sportivi pone in genere una indicazione alla terapia chirurgica. Nel caso in cui non si proceda alla ricostruzione, si consiglia al paziente l’astensione dalle attività a più alto impatto. Il rischio principale nella prosecuzione sportiva o lavorativa/ricreativa potrebbe causare una lesione totale del legamento crociato anteriore non riparata e di riportare una serie di microtraumi distorsivi che producono lesioni a carico dei menischi e delle strutture legamentose periferiche, producendo un’artrosi precoce del ginocchio.

La lesione del legamento crociato anteriore può accompagnarsi a una lesione dei menischi, in particolare del menisco mediale. Attualmente si tende ad effettuare la ricostruzione del legamento prima che si sviluppi una lesione degenerativa a carico delle strutture meniscali. Nel caso in cui la lesione 1lesione del menisco sia insorta in contemporanea con la lesione del legamento, durante l’intervento chirurgico di ricostruzione si compirà anche la riparazione del menisco lesionato (quando possibile, la lesione meniscale viene trattata per mezzo di una sutura; se a causa del tipo di lesione ciò non sia possibile, si effettuerà una pulizia selettiva della porzione di menisco danneggiato).

In genere, una lesione traumatica del legamento crociato anteriore non necessita di una terapia chirurgica d’urgenza (come una frattura) ma, al contrario, le attuali indicazioni consigliano di non intervenire su una articolazione sede di un importante processo flogistico in atto per evitare il rischio d’insorgenza di fenomeni fibroaderenziali importanti nel post-operatorio, con possibilità di evoluzione in un’artrofibrosi.

La diagnosi di lesione è prevalentemente di tipo clinico basata su un corretto esame obiettivo eseguito dallo specialista, il quale non può essere sostituito in nessun caso dai soli esami strutturali.

L’anamnesi è estremamente rilevante in quanto il paziente stesso espone la dinamica dell’incidente. La rottura del legamento crociato anteriore si osserva spesso durante una distorsione del ginocchio mentre il piede è bloccato al suolo e il ginocchio effettua un movimento di torsione; nello stesso istante a livello del ginocchio si può percepire un “crac”, dopo il quale il ginocchio tenderà a gonfiarsi (a causa di un versamento di liquido siero-ematico intrarticolare). Dopo alcuni minuti tuttavia, se la lesione è isolata, l’individuo potrà a volte rialzarsi e camminare. Altre manovre da utilizzare per confermare la diagnosi sono il “segno del cassetto anteriore“ che non è tuttavia sempre positivo nelle lesioni pure, ed il “pivot-shift test“, il quale risulta difficile da obiettivare in acuto per il subentrare della contrazione antalgica.

Nelle prime ore dopo il trauma, lo specialista potrà ritenere opportuno eseguire un’artrocentesi (prelievo di liquido dal ginocchio mediante siringa). Questo gesto ha una finalità sia diagnostica, per ricercare la presenza di un emartro (presenza di liquido contenente sangue all’interno del ginocchio) dotato di elevato valore diagnostico presuntivo, sia terapeutica, per alleviare il dolore provocato dalla distensione della capsula articolare.

L’esame radiografico del ginocchio nelle due proiezioni standard antero-posteriore (AP) e latero-laterale (LL) è indispensabile per escludere eventuali lesioni ossee, in particolare per ricercare lesioni a carico delle spine intercondiloidee (punto di inserzione del legamento crociato anteriore a livello del punto tibiale) evenienza relativamente frequente negli sportivi di giovanissima età, oppure la cosiddetta frattura di segond, di per sé indicativa della lesione del legamento. Particolari esami radiologico – strumentale (rx sotto stress) permettono di ottenere una valutazione semiquantitativa di lesioni inveterate del legamento crociato anteriore, ma non sono praticamente mai necessari. Per la valutazione di lesioni legamentose, meniscali o cartilaginee, il gold standard diagnostico è rappresentato dalla risonanza magnetica nucleare e tale esame risulta praticamente indispensabile nella valutazione definitiva di una lesione del legamento crociato anteriore. Le varie tecniche attualmente utilizzabili per la ricostruzione del legamento crociato anteriore vengono eseguiti in artroscopia. Nella maggior parte dei casi si procede ad un prelievo tendineo “autologo” (cioè dal paziente stesso). I tendini più frequentemente utilizzati sono la porzione centrale del tendine rotuleo e quelli semitendinoso e gracile, suturati insieme a formare un prelievo quadruplicato, avente lo spessore di quattro fasci. Possono essere utilizzati per la ricostruzione anche prelievi tendinei “omologhi “ (da donatore), specialmente in caso di interventi di revisione o di instabilità legamentosa multipla. Il trapianto prescelto viene posizionato per via endoscopica all’interno della cavità articolare del ginocchio e quindi fissato al femore e alla tibia con cambre metalliche o viti ad interferenza (in base alla tecnica utilizzata). Le viti ad interferenza utilizzabili per la fissazione all’osso femorale e tibiale del neolegamento possono essere riassorbibili o metalliche. La moderna chirurgia ortopedica si può avvalere anche dell’utilizzo di “navigatori chirurgici“, i quali consentono di ricostruire il legamento crociato anteriore con tecnica computer assistita, facendo aumentare l’accuratezza nel posizionamento dell’impianto e permettendo una verifica quantitativa intra-operatoria della correzione eseguita con l’intervento.

La riabilitazione del ginocchio operato di ricostruzione del legamento crociato anteriore è fondamentale per il raggiungimento di un buon risultato dal punto di vista clinico e funzionale. Viene pertanto condotta seguendo precisi protocolli, che variano in funzione alla tecnica chirurgica utilizzata, dal tipo di trapianto e dalla sua fissazione. Lo scopo essenziale è comunque quello di iniziare la riabilitazione nell’immediato post-operatorio. Il paziente può flettere ed estendere il ginocchio immediatamente dopo l’intervento. Nei primi 15 giorni si possono facilmente raggiungere i 120° di flessione senza alcun pericolo per il neolegamento. L’estensione totale deve essere cercata e recuperata da subito. In generale, si ottiene una completa flessione fino a circa 140° normali a tre mesi dall’ intervento. Per quanto riguarda il potenziamento muscolare, bisogna impedire che i muscoli si disabituino alla mobilità, perdendo in efficacia nella loro capacità di associazione con una serie di opportuni esercizi muscolari. Naturalmente, accanto ad un adatto programma di potenziamento muscolare, è molto importante lo stretching. Una procedura fondamentale nell’ambito delle tecniche riabilitative è la riabilitazione “propriocettiva”. Alcune scuole consigliano l’utilizzo di un tutore nell’immediato post-operatorio, soprattutto per proteggere il trapianto impedendo la iperestensione al progressivo recupero del paziente dall’anestesia, ed esso può essere rimosso pochi giorni dopo l’intervento. Riguardo alle ginocchiere, la loro importanza è soprattutto di ordine psicologico, al fine di assicurare il paziente, mentre non sembrano indispensabili alla effettiva protezione del neolegamento. In definitiva, le ginocchiere sembrano capaci di potenziare la sensibilità propriocettiva, senza impedire la traslazione anteriore della tibia rispetto al femore. Si consiglia la ripresa del carico deambulatorio completo dopo 30 giorni dall’intervento, consentendo fino a tale termine la deambulazione con ausilio di due stampelle con carico parziale. A 2 mesi inizio della corsa, nuoto, bicicletta, a 5-6 mesi inizio di allenamenti più intensi per la ripresa agonistica nello sport praticato. La scelta del tipo di anestesia è indifferente dal punto di vista chirurgico ed in genere viene fatta dall’anestesista di sala operatoria, tenendo conto, per quanto possibile, delle richieste e delle preferenze del paziente. È possibile procedere alla ricostruzione del crociato in anestesia spinale o in anestesia loco regionale, impiegando il blocco nervoso periferico dei nervi dell’arto inferiore, e anche in anestesia generale. Il tempo medio di degenza in ospedale è tra i 3 e i 5 giorni. Un lavoro sedentario può essere ripreso dopo 7- 10 giorni, un’attività lavorativa pesante necessita dai 2-3 mesi. I punti di sutura sono rimossi tra 12-15 giorni dopo l’intervento. In generale la cicatrice è più corta se si ricostruisce il legamento crociato anteriore con i tendini del gracile e semitendinoso quadruplicati rispetto alla cicatrice anteriore, il quale prevede l’utilizzo del tendine rotuleo. È necessario non bagnare la cicatrice per 15-20 giorni. Durante questo periodo è sconsigliato andare in piscina o fare il bagno. In generale si riprende la guida dopo 30-45 giorni dell’intervento.

Dott. Fisioterapista Mario Turano, Via Aldo Moro, Altomonte (CS), cell. 348 8841170

La Calabria su Rete4 con lo chef Bosco

 Manfredi Bosco è il nuovo chef calabrese che guida gli appassionati di cucina nella preparazione delle ricette tipiche della penisola con il programma televisivo “Ricette all’italiana”, condotto da Davide Mengacci e Michela Coppa, in onda dal lunedì al sabato dalle 10.45 su Rete4.manfredi
Lo chef cosentino, forte di una proficua e lunga esprienza in giro per il mondo (da Carluccio a Londra, al Four Season a Milano e il Capri Palace Hotel, sono solo alcuni esempi), svela i segreti per un buon piatto. In dieci minuti di montaggio video mette in mostra la preparazione delle prelibatezze che appartengono alla tradizione italiana, svelando le tecniche di cottura,  i segreti per una buona riuscita oltre agli accorgimenti nella scelta dei condimenti.
Il programma del duo Mengacci – Coppa ha uno stile itinerante. Quotidianamente racconta segreti e tradizioni del territorio, portando i conduttori nelle località più belle d’Italia alla scoperta delle unicità gastronomiche e culturali del Belpaese. In questa edizione il programma arriva nelle piazze italiane, coinvolgendo la gente ed entrando direttamente nelle case degli abitanti del luogo visitato.
Manfredi Bosco è promotore all’estero di numerosi prodotti di qualità della tradizione agroalimentare mediterranea italiana attraverso il brand Manfredi Food Zone.

A Crosia presentazione dell’ArtCom

 

CROSIA (CS) – E’ sorta l’Associazione “ArtCom” commercianti e artigiani di Crosia, una realtà che ingloba imprenditori delle diverse categorie aziendali che operano nella cittadina ionica. Il sodalizio è stato presentato alla comunità sociale nel corso di un’apposita conferenza di presentazione, avvenuta presso la sala consiliare della delegazione municipale di Mirto. Sono stati evidenziati gli obiettivi dell’associazione, l’organigramma ed è stato messo in risalto quello che sarà il modus operandi.

I lavori della conferenza sono stati coordinati da Pasquale Vulcano, uno dei soci fondatori, il quale ha sottolineato il bisogno oggettivo di un’azione sinergica. Una collaborazione attiva che è richiesta crosiaanzitutto a chi vuole entrare in questa casa comune. “Abbiamo bisogno di superare il confine delle nostre attività, perché l’isolamento – ha detto Vulcano – il pensare ognuno per sé, ha trasformato questo paese in una terra di nessuno”. Per interagire con i soci, in tempo reale, verranno utilizzate le nuove tecnologie e i social network, dove sono previsti gruppi appositamente riservati in cui confrontarsi costantemente, aiutarsi, segnalare disservizi, votare proposte.

“Nella lotta all’abusivismo – afferma Pasquale Vulcano possiamo dare il nostro contributo non sostituendoci alle forze di polizia locale, ma fornendo qualche utile opinione a chi ha la responsabilità di redigere un nuovo Piano generale di commercio che tenga conto delle esigenze di attività anche molto diverse”.

La serata si è conclusa con un dibattito ricco di contenuti, durate il quale è emerso, fra l’altro, la necessità di avviare incontri operativi in favore dei temi da affrontare. È emerso inoltre, che è necessario intraprendere una campagna di sensibilizzazione contro l’abusivismo. Considerando che l’estate è ormai alle porte, l’esecutivo comunale dovrà pensare a preparare un valido cartellone estivo. Da segnalare l’adesione all’associazione di circa ottanta operatori economici.

L’amministrazione comunale di Mendicino a fianco degli anziani e dei disabili

 

MENDICINO (CS) – Il Comune effettuerà, a partire dai prossimi giorni, un servizio di prelievo di sangue a domicilio con personale qualificato. Tutto questo porterà il campione, preso da ciascun paziente, ad essere analizzato, con il conseguente risultato che verrà recapitato al domicilio della persona che ne ha richiesto il servizio.

Ma non mancherà di certo ulteriore supporto nel servizio di assistenza domiciliare ad anziani sopra i 65 anni, includendo servizi come aiuto domestico (riordino della casa, preparazione pasti ed aiuto vacanze anzianinell’assunzione degli stessi, approvvigionamento degli alimenti e dei generi di consumo), la cura della persona (aiuto nella cura dell’igiene personale, della deambulazione e della vestizione);  un po’ di compagnia, ascolto e disbrigo pratiche. Questi sono solo alcuni esempi che l’assessorato alle politiche sociali del comune di Mendicino rivolge alle fasce più deboli della popolazione, ovvero anziani e disabili. “Un traguardo importante per l’assessorato alle politiche sociali, per il nostro municipio e principalmente per i nostri cittadini”, spiega l’assessore Mariateresa Mancini. A quei servizi prima citati v’è da menzionare anche l’assistenza domiciliare ai disabili ed altri a cui si sta lavorando “senza sosta”. Le domande per accedere a tali servizi sono disponibili presso l’ufficio P.U.A. del Comune di Mendicino.  Da oggi i bisognosi si vedono invece ascoltati e guidati nel loro percorso di risoluzione dei problemi da personale qualificato, aspetto quest’ultimo non scontato ma sacrosanto e giusto.

Trattamenti utili per combattere la capsulite

ALTOMONTE (CS) – La capsulite adesiva, precedentemente chiamata spalla congelata, è una patologia caratterizzata da una grave perdita della mobilità della spalla. I pazienti affetti da questa patologia presentano una registrazione dolorosa della mobilità sia attiva che passiva ed una perdita globale dei movimenti della spalla in tutti i piani. Questa condizione insorge principalmente in soggetti di età compresa tra i 40-60 anni, con maggiore incidenza nelle donne. La capsulite adesiva si associa spesso a condizioni mediche come il diabete, l’ipertiroidismo, le malattie ischemiche – cardiache, l’artrite reumatoide e la spondilosi cervicale; l’associazione più significativa è con il diabete insulino – dipendente.spalla congelata La capsulite adesiva è caratterizzata da tre stadi. Il primo dura all’incirca tra i 3 e i 6 mesi ed è quello del congelamento (freezing) caratterizzato dallo sviluppo di un dolore acuto e intenso alla spalla, il quale tende ad aumentare la notte durante il movimento, provocando di conseguenza un senso di malessere che si irradia per tutto il braccio.

Spesso non è possibile individuare un evento traumatico che abbia dato inizio al dolore. Sfortunatamente molti di questi pazienti vengono trattati con l’immobilizzazione, la quale non fa altro che peggiorare il processo di congelamento. Il secondo stadio è la fase di progressiva rigidità che dura dai 3 ai 18 mesi. Durante questo periodo il dolore a riposo di solito diminuisce, lasciando una spalla con limitazioni nel movimento. Le attività della vita quotidiana risultano molto difficoltose. Il paziente lamenta difficoltà a fare dei banali movimenti come raggiungere la tasca posteriore dei pantaloni, allacciarsi il reggiseno, pettinarsi. Lo stadio finale è quello della risoluzione per la quale ci vogliono dai 3 ai 6 mesi, ed è caratterizzato da una lenta ripresa del movimento. La diagnosi di capsulite viene fatta dal medico in base ad una buona anamnesi (inizio e durata dei sintomi, descrizione di eventuali precedenti traumi, eventuali patologie mediche associate) e ad un buon esame obiettivo (in generale perdita della mobilità passiva ed attiva) confermata dalla normalità dell’esame radiografico.

Sebbene la capsulite adesiva venga considerata un evento a risoluzione spontanea può produrre disabilità per mesi o anni, ragion per cui, richiede un trattamento non appena sia stata posta la diagnosi.

La cura iniziale deve comprendere un trattamento fisioterapico aggressivo per recuperare il rom (range di movimento) articolare. Nella fase iniziale dolorosa lo scopo è quello della riduzione del dolore ed il riacquisto della mobilità perduta. In quest’ultima , o in quella di congelamento, la riduzione del dolore è essenziale per la guarigione attraverso l’utilizzo di farmaci antinfiammatori e iniezione intrarticolare di corticosteroidi. Tutto ciò si può ottenere tramite terapie fisiche come gli ultrasuoni, la tecarterapia, il laser e l’applicazione di caldo umido prima della terapia e di ghiaccio alla fine della seduta. Per la mobilità si effettueranno esercizi senza alcuna restrizione sul movimento ma comunque controllati.

Il paziente e il fisioterapista infatti devono comunicare tra loro per evitare danni (lesioni).

Inoltre importanti sono tutti gli esercizi di allungamento e stretching. Il fisioterapista fin da subito deve insegnare al paziente un programma di esercizi da eseguire a casa. Quando poi diminuirà il dolore alla spalla, oltre ad un miglioramento visibile della mobilità, si passerà alla seconda fase, durante la quale si aggiungeranno esercizi di rinforzo muscolare mentre nella fase più avanzata si effettueranno con elastici e pesetti. Nell’ultima fase, quando si vedrà un significativo recupero funzionale del movimento, cioè il paziente tornerà a fare quei movimenti che prima erano impossibilitati oltre alla scomparsa del dolore, diminuiranno progressivamente le sedute fino alla conclusione del ciclo terapico. Nonostante ciò il paziente dovrà eseguire esercizi di mantenimento a casa.

Dott. Fisioterapista Mario Turano, Via Aldo Moro, Altomonte (CS), cell. 348 8841170

All’Unical parte il Laboratorio sulla LIS

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio, nei locali della Sala Informatica del cubo 18/c dell’Unical, il primo incontro con l’interprete della Lingua dei Segni Loredana Mendicino. La lezione-seminario ha visto il primario coinvolgimento degli studenti del Corso Magistrale di Teoria della Comunicazione e Comunicazione 11051991_10205024490704957_5825901882103834843_npubblica, guidati dalla Professoressa Donata Chiricò, Docente di Etica della Comunicazione all’Università della Calabria, anche se non sono mancati ragazzi/e provenienti da altri corsi di laurea. Durante la lezione, l’interprete ha spiegato le dinamiche pertinenti alla LIS, esponendo il suo rapporto molto stretto con quest’ultima, praticata fin da piccola, poichè vissuta con una zia sorda; quindi per lei lingua usata giornalmente, proprio come quella verbale.

La Dott.ssa Mendicino ha poi evidenziato le modalità operative della LIS, insegnando agli studenti le lettere dell’alfabeto dei segni o dattilologia, un alfabeto manuale delle lettere utilizzate nella lingua scritta. Sono state spiegate le differenze dell’ordine sintattico di una frase tra la lingua verbale e la LIS: nella prima si ha il soggetto, il verbo e poi l’oggetto (ad esempio Io mangio la pizza) mentre, nella seconda il soggetto, poi l’oggetto ed infine il verbo (Io pizza mangio). Il tutto, come spiegato dall’interprete, deve essere accompagnato da un importante binomio Espressione – Labiale, fondamentale per far comprendere il significato di ciò che si sta comunicando.

1L’incontro ha toccato vari temi e problematiche della lingua dei segni, sono stati introdotti i concetti del segno nome, elemento che serve per rappresentare il nome proprio di una persona (attraverso ad esempio una caratteristica fisica particolare) e quello della mano dominante ovvero la mano che “segna”. L’interprete ha infatti spiegato che bisogna “segnare” con la mano che si utilizza ogni giorno mentre, l’utilizzo di entrambe, serve per dare un’accezione rafforzativa al concetto spiegato.

Il laboratorio LIS dell’Unical si è dato comunque appuntamento nelle prossime settimane, per parlare ancora della Lingua dei Segni, del suo valore e della sua importanza comunicativa e sociale.

Alessandro Artuso

Discussione sui dati della balneazione calabrese

CATANZARO – Dopo l’incontro che si terrà lunedì 27 aprile a Tropea per la provincia di Vibo Valentia, proseguiranno martedì 28 aprile a Catanzaro, nella Sala Giunta della Provincia di Catanzaro a partire dalle ore 10:30, il ciclo di seminari che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha preparato in collaborazione con il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, per illustrare ai sindaci dei comuni costieri calabresi, alle province e alle altre autorità competenti in materia, i dati della balneazione 2015, elaborati sulla base della campagna di monitoraggio svolta nell’anno 2014.

Lo scopo di questo ciclo di seminari è quello di dare  delle informazioni ai sindaci calabresi, prima che la stagione estiva abbia inizio, conoscendo nel dettaglio i dati del monitoraggio che poi, permetteranno alla Regione di individuare le aree balneabili e quelle non balneabili delle coste calabresi per la stagione arpacal1turistica quasi alle porte. Dopo il primo appuntamento di Cosenza, ed il secondo previsto per lunedì 27 a Tropea, anche martedì 28 a Catanzaro saranno illustrate le attività ed i risultati del monitoraggio.

Prenderanno parte a ciascun incontro, oltre al direttore generale dell’Arpacal,  la Dottoressa Sabrina Santagati, e al direttore scientifico dell’Agenzia, Dottor Oscar Ielacqua, i direttori dei dipartimenti provinciali Arpacal, i referenti regionali e provinciali della campagna di balneazione e i dirigenti e funzionari della Regione Calabria – Dipartimento Ambiente e Territorio.

I seminari proseguiranno, dopo Catanzaro, per le province di Reggio Calabria (29 aprile) e Crotone (30 aprile).