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Rubavano ad anziani, denunciate cinque persone

SAVELLI (KR) – Cinque persone, quattro italiani ed un ucraino, sono stati denunciati in stato di libertà dai carabinieri di Savelli per un furto a carico di una coppia di anziani. Quattro di loro sono ritenuti responsabili dei furti compiuti a marzo e maggio scorsi nell’abitazione e nella tabaccheria di proprietà della coppia. I denunciati si erano introdotti nell’appartamento degli anziani sottraendo vari monili in oro e successivamente, utilizzando un passaggio interno, si erano recati nella sottostante tabaccheria sottraendo il denaro contenuto nel registratore di cassa ed alcune stecche di sigarette. Dalle indagini dei Carabinieri è emerso che il gruppo comprendeva un organizzazione interna che vedeva coinvolto anche un altro individuo che aveva il compito di rivendere la refurtiva ad un agenzia di “Compro Oro” per ricavare denaro da dividere con i complici.

Durante controllo urla «sono profeta Allah» e aggredisce poliziotti

CASTROVILLARI (CS) – Stringeva a se uno zaino nero e ostentava una copia del Corano declamandone versi ad alta voce. Per questo un cittadino ha avvertito la polizia della presenza di un extracomunitario nel piazzale delle autolinee, a Castrovillari. Quando gli agenti del Commissariato di Castrovillari sono giunti sul posto, l’uomo, un marocchino di 24 anni, Youssef Boukerim, li ha aggrediti prima verbalmente e poi fisicamente quando hanno cercato di ispezionare lo zainetto ed è stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Nelle fasi dell’arresto l’uomo ha urlato frasi quali «io rispondo solo al Corano», «sono un profeta di Allah», «siete tutti peccatori e infedeli». Youssef Boukerim è stato portato nel carcere di Castrovillari.

Trovano rapinatori in banca, tre arresti

CAULONIA (RC) – I Carabinieri della Compagnia di Roccella Ionica hanno arrestato in flagranza di reato Domenico Calautti, di 51 anni, Francesco Muià (40) e Rocco Panetta (40), con l’accusa di rapina.
In particolare, i militari di Caulonia e Caulonia Marina, dopo una telefonata al 112, sono intervenuti nella filiale del Banco di Napoli, dove, poco prima, tre persone con volto travisato da parrucca, barba e occhiali, si erano introdotte e, sotto la minaccia delle armi, si erano fatti consegnare circa 12 mila euro in contanti riponendoli in una valigetta. I carabinieri, insospettiti dalla presenza di Panetta all’esterno della banca, si sono avvicinati. L’uomo ha tentato di fuggire ma è stato immobilizzato. I militari hanno quindi capito che la rapina era ancora in corso e sono riusciti a far desistere gli altri due rapinatori ancora all’intero che non hanno opposto resistenza. I due sono stati trovati in possesso del denaro.

Omicidio nel reggino, ucciso a colpi di pistola

MONTEBELLO IONICO (RC) – Un uomo di 50 anni, Antonio Giuseppe Pizzichemi, è stato ucciso stasera in contrada Fossato di Montebello Ionico, nel reggino.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, secondo le prime notizie, è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola. Sono intervenuti i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno avviato le indagini.
Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, stanno, in particolare, indagando sulla vita privata della vittima, cercando di accertare se possa avere avuto dei contrasti con qualcuno negli ultimi tempi. Pur indagando a 360 gradi, gli investigatori sembrerebbero escludere un movente legato alla criminalità organizzata.

‘ndrangheta, pm Dda: «Usura “Bot” cosche». Arrestato il calciatore Modesto

CATANZARO – Dai fasti del grande calcio  della serie A al carcere. Dietro la sigla Mod appuntata sul “libro mastro” dei clan di ‘ndrangheta di Cosenza si sarebbe celato il nome di Francesco Modesto, calciatore con trascorsi a Cosenza, Palermo, Ascoli, Reggina, Genoa, Bologna, Parma, Pescara, Padova e Crotone. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che oggi lo hanno arrestato con l’accusa di usura aggravata dalle modalità mafiose, avrebbe avuto il ruolo di finanziatore dei prestiti usurai. Punto di contatto tra Modesto e le cosche di ‘ndrangheta cosentine sarebbe stato il suocero Luisiano Castiglia, detto “Mimmo”. Con loro in manette, nell’ambito dell’operazione “Laqueo”, condotta dal Ros dei carabinieri, sono finite altre 12 persone ritenute affiliate alle famiglie mafiose di Cosenza, i Lanzino-Cicero e i Rango-Zingari. A decifrare agli inquirenti il libro mastro è stato il collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese. E’ lui a raccontare ai magistrati un episodio del 2007 in cui per un prestito a un imprenditore sotto strozzo «la somma venne prelevata da un conto corrente acceso presso la banca popolare di Bari, filiale di Rende, intestato a Francesco Modesto. Tale  prestito venne elargito con interessi del 10% e la durata fu di 13 mesi». Secondo il pentito, Modesto «era consapevole che il denaro consegnato al suocero veniva impiegato in attività criminali e comunque usurarie». In passato, inoltre, il calciatore avrebbe usufruito di lavori edili gratuiti per la sua casa di Cosenza a parziale estinzione del debito usurario contratto da un imprenditore. Le parole del collaboratore sul giro di usura ed estorsioni hanno trovato poi riscontro nelle dichiarazioni delle vittime. Hanno raccontato anni di minacce e intimidazioni, svelando che al momento del prestito venivano subito informati che i soldi provenivano dalla “bacinella”, ossia la cassa comune delle cosche. Un mercato, quello dell’usura, strettamente collegato alla criminalità organizzata locale. Come ha spiegato il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto «l’usura sono i bot della ‘ndrangheta». Ma l’indagine di oggi, coordinata da Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni, ha svelato anche un altro particolare inedito. I clan, per tentare di bloccare il percorso di collaborazione appena intrapreso da Roberto Violetta Calabrese, tentarono di uccidere il fratello. L’agguato è avvenuto il pomeriggio del 6 marzo 2013 negli stessi istanti in cui il collaboratore si trovava davanti ai magistrati della Dda per rendere dichiarazioni. La vittima designata, che si trovava dietro ai vetri del solarium di sua proprietà, era riuscito a sopravvivere buttandosi per terra. Un agguato, però, che sortì l’effetto opposto a quello sperato dalle cosche. Saputo quello che era avvenuto, Calabrese disse al pm: «Sono ancora più determinato nel mio proposito di collaborare con la giustizia».

Sangineto, intensificati controlli aziende zootecniche

SANGINETO (CS) – Irregolarità documentali, detenzione di ovicaprini in modo irregolare e fatiscenza delle strutture: sono le motivazioni per le quali è stata sanzionata un’azienda zootecnica di Sangineto. I controlli sono stati intensificati sul territorio rurale e montano del Comune di Sangineto per il contrasto dei reati in danno alla fauna selvatica e agli animali d’affezione e da reddito, a seguito di numerose segnalazioni di maltrattamento pervenute al Comando Provinciale del CFS di Cosenza.

Nel corso del controllo dell’azienda sono stati sottratti dalla presunta custodia dell’allevatore 6 cani di piccola taglia (due adulti genitori, una giovane esemplare di 10 mesi e 3 cuccioli dell’età di 3 mesi). Per due cani sono state imposte prescrizioni per migliorare le condizioni di detenzione. Tale misura si è resa necessaria per le condizioni sanitarie degli animali riscontrate dal personale intervenuto.

Il Sindaco di Sangineto ha emesso una richiesta di cattura urgente e gli animali, visivamente deperiti e infestati da pulci e zecche sono stati trasportati presso il canile sanitario “Le Quattro Zampe” nel Comune di Paola dove hanno già ricevuto le prime cure e le visite del responsabile medico veterinario del canile. Trascorso il periodo stabilito nel canile sanitario, dopo aver effettuato tutte le profilassi vaccinali e quando disposto dalla normativa, sarà possibile adottare i cani

Percepivano assegno sociale ma vivevano all’estero, tre denunce

PAOLA (CS) – Percepivano l’assegno mensile sociale, ma erano residenti all’estero. Tre cittadini residenti sono stati denunciati dalle fiamme gialle di Cosenza. Nell’ambito di un’ampia indagine, coordinata a livello nazionale dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie del Corpo, la compagnia di Paola ha esaminato i dati sui fruitori dell’assegno sociale, messi a disposizione dall’Inps, incrociati con le banche dati e controlli nei comuni di Paola, San Lucido, e Roggiano Gravina. Dalle indagini è emerso che le persone controllate, ormai da anni, vivevano ed avevano stabilito la propria residenza in Argentina, Stati Uniti d’America e Uruguay. Circa 200mila euro le indebite percezioni di erogazioni a danno dello Stato segnalate alla Corte dei Conti. Al termine dell’operazione i tre sono stati denunciati all’autorità giudiziaria e rischiano una pena da sei mesi a tre anni.

‘Ndrangheta, 14 in manette per usura. Arrestato anche il calciatore Modesto

COSENZA – I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura distrettuale Antimafia, a carico di 14 persone accusate di appartenere a un’organizzazione criminale dedita all’usura e all’estorsione, aggravate dalle finalità mafiose e al tentato omicidio. Le indagini scaturiscono dalle indagini partite dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese che ha permesso di far luce sull’attività di usura ramificata di un sodalizio criminale, emanazione delle cosche dei “Cicero-Lanzino” e “Rango-Zingari”, egemoni nella città di Cosenza. Secondo chi indaga, gli arrestati, utilizzando i capitali della ‘ndrangheta, elargivano prestiti soprattutto nel settore edile con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30% mensile. E’ stato inoltre accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche ricorrendo a violenze e minacce nei confronti degli imprenditori. Non solo, in queste circostanze venivano anche imposte assunzioni e realizzazioni di lavori edili in favore degli indagati e di imprese ad essi riconducibili, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime al sodalizio. Tra le persone arrestate c’è anche il calciatore Francesco Modesto, 34 anni, originario di Crotone. Modesto, che è il genero di un altro indagato, ha militato in diverse squadre di calcio, anche in serie A e B, tra cui il Palermo, il Genoa, la Reggina, l’Ascoli, il Parma, il Bologna e il Crotone. Nella stessa indagine è coinvolto di uno degli indagati, Mario Mandoliti, legato a Luisiano Castiglia, elemento di spicco della cosca “LANZINO-CICERO”, nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta, fratello del collaboratore di giustizia, ucciso nei giorni immediatamente successivi alla sua defezione e finalizzato a farlo rinunciare alla collaborazione con la giustizia. L’operazione, coordinata dal procuratore Capo di Catanzaro dr. Nicola Gratteri, dai Procuratori Aggiunti, dr. Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dal Sostituto Procuratore, dr. Pierpaolo Bruni, mette in atto uno sforzo investigativo che, dopo diversi anni di indagini sulla città di Cosenza, ha evindenziato come le cosche federate “CICERO-LANZINO” e “RANGO-ZINGARI”, benché fortemente ridimensionate, siano comunque sempre attive nella gestione degli affari illeciti.

I soggetti destinatari delle misure cautelari sono:

–      BEVILACQUA Gianfranco, nato a Cosenza il 19/10/1967 ed ivi residente in via Sante De Santis n. 2;

–      BRUNETTI Massimo, nato a Cosenza il 01/11/1961 ed ivi residente in piazza Caduti di Capaci n. 2, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Cosenza;

–      CASTIGLIA Luisiano, alias “Mimmo”, nato a Cosenza l’11/12/1953 ed ivi residente in via Vittorio Veneto n. 17, di fatto domiciliato in Cosenza, via S. Antonio dell’Orto n. 85;

–      COSTANZO Ermanna, nata a Cosenza il 22/01/1954 e residente in Mangone (CS), via Roma n. 28 int. 5 (tel. 3460110696);

–      DE CICCO Giuseppe, nato a Cosenza il 22/01/1979 e residente in Cerisano, contrada Savotani n. 40;

–      FUSINATO Domenico, nato a Cosenza il 24/01/1968 ed ivi residente in via Don Gaetano Mauro n. 30;

–      GAROFALO Giuseppe, nato a Cosenza il 13/05/1962 ed ivi residente in piazza A. Clausi Schettini n. 3;

–      GUARASCI Giovanni, nato a Mangone (CS) il 14/08/1939 ed ivi residente in via Roma n. 28, destinatario di Ordinanza di Custodia Cautelare agli Arresti Domiciliari;

–      MAGURNO Danilo, nato a Cosenza il 01/09/1986, residente in Montalto Uffugo, via Torre Pinta n. 2;

–      MAGURNO Francesco, nato a Mangone il 12/09/1957 e residente in Montalto Uffugo (CS), via Torre Pinta n. 59;

–      MANDOLITI Mario, nato a Cosenza il 24/11/1966 ed ivi residente in via Romualdo Montagna n. 21/A;

–      MODESTO Francesco Antonio, nato a Crotone il 16/02/1982, residente in Cosenza, via S. Antonio dell’Orto n. 85;

–      PATITUCCI Francesco, nato a Rende il 07/05/1961 ed ivi residente in via fratelli Cervi, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Terni;

–      RANGO Maurizio, nato a Cosenza il 06/08/1976 ed ivi residente in via Temesa, alloggi ATERP, n. 3, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Sassari Giovanni BACCHIDDU;

Bagnara, aggredisce capotreno perchè privo di biglietto

BAGNARA CALABRA (RC) – Antonio Bagalà, di 31 anni, già noto alle Forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri, a Bagnara Calabra, per violenza o minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. L’uomo ha aggredito il capotreno di un convoglio regionale per evitare di incorrere in una sanzione perché senza biglietto provocandogli lesioni.
Bagalà, salito a bordo di un treno regionale delle Ferrovie dello Stato, sulla tratta Melito di Porto Salvo – Rosarno, si è scagliato contro il capotreno nel tentativo di impedire di essere sanzionato con la maggiorazione del titolo di viaggio. Inoltre, approfittando della fermata nella stazione delle Ferrovie dello Stato di Bagnara Calabra, si è dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

L’uomo è stato poi fermato ed identificato dai carabinieri intervenuti sul posto. Il capotreno è stato soccorso e medicato nell’ospedale di Scilla.

Incendiati alcuni container della Protezione civile Calabria

CATANZARO – Alcuni container della Protezione civile regionale della Calabria con letti e materassi, sono stati incendiati nel Centro mezzi a Germaneto di Catanzaro. Sono stati alcuni operatori, presenti 24 ore al giorno nella struttura dove vengono custoditi mezzi e attrezzature pronti a partire per fronteggiare eventuali emergenze, ad accorgersi delle fiamme ed a chiamare i vigili del fuoco. Questi hanno evitato il propagarsi del rogo, ma alcuni container sono stati danneggiati. Sull’incendio sta indagando la polizia. Nella zona sono presenti telecamere di sicurezza che potrebbero aiutare a risalire agli autori. «Si tratta – ha detto il responsabile della Protezione civile calabrese Carlo Tansi – di un atto inqualificabile. Ho avviato un cambiamento radicale della protezione civile, prima al centro di interessi economici pazzeschi che abbiamo bloccato. Ho presentato 4 esposti su distrazioni di fondi ed ho subito minacce. Evidentemente a qualcuno non va giù. Ma questo episodio è uno stimolo ad andare avanti».