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Corpo Forestale, sbancamento abusivo posto sotto sequestro. Deferita una persona

20160705_121228LUZZI (CS) – Continua incessante il lavoro degli uomini del Corpo Forestale dello Stato finalizzato al contrasto dei reati ambientali sul vasto territorio provinciale. Nei giorni scorsi  nella località “Fosso D’Olmo”, vasto comprensorio boscato del Comune di Luzzi (CS) il personale del Comando Stazione di S.Pietro in Guarano ha sequestrato un’area e deferito all’Autorità Giudiziaria una persona del luogo per aver eseguito dei lavori in assenza dei titoli abilitativi previsti. Durante un controllo in questa località è stata infatti constatata la realizzazione ed apertura di 2 piste di smacchio ex novo, di larghezza di circa 4 metri e di lunghezza una 130 m l’altra 230. Per effettuare tali lavori è stato eseguito uno sbancamento di un terreno saldo boscato.  L’esecuzione dell’attività realizzata, necessitava del nullaosta idrogeologico, poiché l’area ricade in unica zona sottoposta a vincolo idrogeologico forestale. I lavori eseguiti senza prescrizione alcuna, e senza che fossero applicate le opere di salvaguardia del territorio, hanno  determinato la denudazione del terreno saldo, la perdita di stabilità e il turbamento della regimazione delle acque.  A causa dello sbancamento realizzato con mezzo meccanico, l’area presenta i primi segni inerenti i fenomeni di ruscellamento superficiale, dilavamento ed erosione meteorica in quanto le piante, con il loro apparato radicale e di chioma, assolvevano alla funzione di conservazione del suolo e prevenzione del dissesto idrogeologico. L’indagato dovrà rispondere anche di deturpamento e distruzione di bellezze naturali.

Detenuto tenta suicidio, salvato da polizia penitenziaria

REGGIO CALABRIA – Un detenuto nel carcere Panzeri di Reggio Calabria ha tentato il suicidio ed è stato salvato grazie all’immediato intervento della polizia penitenziaria che, nonostante le gravi carenze, è riuscita ad evitare la tragedia. Lo affermano, in un nota, Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale. «In questi giorni – proseguono – la situazione dell’organico del Panzeri è peggiorata ancora di più a causa dell’invio di agenti, sovrintendenti ed ispettori ad Arghillà; scelta, questa, inopportuna e inadeguata da parte dei vertici locali e regionali. Già questa mattina abbiamo segnalato la questione ai vertici del Dipartimento, a Roma, e aspettiamo risposte adeguate, altrimenti metteremo in atto ogni utile forma di protesta. E’ stato anche spostato un dirigente sindacale del Sappe, senza il preventivo nulla osta, contravvenendo a norme contrattuali specifiche».

Mare sporco, nuova protesta dei cittadini in Calabria

VIBO VALENTIA – Dopo la protesta messa in atto domenica scorsa, con l’occupazione della stazione ferroviaria e del Comune, un gruppo di cittadini di Nicotera, nel vibonese, è sceso nuovamente in piazza stamattina per chiedere interventi per risolvere il problema del mare sporco. I cittadini, circa cento, si sono radunati davanti la Prefettura di Vibo Valentia, decidendo, tra l’altro, di non partecipare alla riunione convocata dal prefetto, Carmelo Casabona, sui problemi dell’inquinamento del mare con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo. Successivamente i manifestanti hanno raggiunto la sede del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, decidendo di occuparne i locali. Ci sono stati anche alcuni momenti di tensione nel momento in cui i manifestanti, con urla e spintoni, hanno forzato il posto di blocco istituito da alcuni poliziotti all’ingresso degli uffici dell’Asp.

Arrestati marito e moglie per il sequestro di un noto avvocato

LAMEZIA TERME (CZ) – Marito e moglie, Gabriele Michelangelo Cunso (52 anni) e Antonella De Vito (46) sono stati arrestati per il sequestro di un noto avvocato. L’uomo era stato chiuso in una cella frigorifero spenta, per costringerlo a cedere un terreno, acquistato ad un’asta giudiziaria nel 2015, che era stato in precedenza di proprietà dei coniugi. I due devono rispondere, in concorso, di rapina a mano armata e sequestro di persona.

I fatti, ricostruiti dai Carabinieri, risalgono al 12 gennaio ed hanno fatto emergere che i coniugi, dopo numerosi tentativi di impossessarsi delle chiavi del fondo, hanno attirato con l’inganno la vittima in un capannone di loro proprietà, prima legandola e poi sottraendole 350 euro ed i documenti personali. Sotto la minaccia di un’arma, il professionista è stato obbligato a sottoscrivere un contratto preliminare di vendita dei terreni. Durante il sequestro, durato circa 3 ore,  marito e moglie provvedevano pure alla registrazione della scrittura presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Lamezia Terme. Cunso e la De Vito sono stati portati nelle carceri di Catanzaro e Castrovillari. (f.c.)

390 milioni di pezzi sequestrati dalla GDF il 2015: crescita del 300% die beni contraffatti

VIBO VALENTIA – L’etichettatura dei prodotti dalla prospettiva di imprese e consumatori: obblighi, vantaggi, responsabilità. Se ne è parlato in un convegno alla Camera di Commercio di Vibo Valentia su “SICUREZZA DEI PRODOTTI E MARCATURA CE”, organizzato dall’ente camerale per focalizzare l’attenzione su uno strumento fondamentale per la commercializzazione di alcune specifiche categorie di prodotti nell’ambito del mercato comune europeo.

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Sono stati questi gli argomenti affrontati e approfonditi dagli autorevoli relatori presenti all’incontro.Il T. Col. Pietro Romano del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale Guardia di Finanza, nel suo articolato intervento, ha testimoniato il ruolo e l’azione del Corpo nella lotta alla contraffazione precisando che «La marcatura è un modo per fornire al consumatore indicazioni precise su origine e provenienza del prodotto e per tutelare  brand e credibilità aziendale. La contraffazione–ha poi aggiunto-è una piaga socio-economica trasversale, che provoca danni alle imprese in termini di immagine, calo di fiducia dei consumatori, minori ricavi e perdita di posti di lavoro; ma provoca anche danni collaterali allo Stato per minori entrate tributarie e diminuzione del Pil, e, infine, al cittadino gravato da maggiore pressione fiscale”. I dati forniti parlano di un fenomeno in crescita: 2013 i pezzi sequestrati dalla G.di F. sono stati 130 milioni nel 2013, 290 nel 2014, 390 nel 2015; le percentuali per settore registrano, tra il 2014 e i primi quattro mesi 2016 un 29% per i giocattoli, 20% elettronica, 11% moda; 40% beni di consumo. “Quello che sollecitiamo -ha aggiunto il Colonnello- è la massima collaborazione di istituzioni e cittadini e con il progetto SIAC abbiamo voluto creare un sistema di sicurezza partecipata a disposizione di tutti per informazioni e segnalazioni.  La contraffazione è un fenomeno criminale gestito dalla criminalità organizzata, per combatterla –ha concluso- serve una legalità organizzata».

Paolo Taverna, Direttore di Assogiocattoli, si è soffermato, invece, sui rilevanti aspetti dell’etichettatura nello specifico settore considerato che sono i bambini i fruitori del prodotto. Maurizio Caruso Frezza della Camera di Commercio ha poi evidenziato il ruolo dell’ente nell’attività di regolazione del mercato e di vigilanza, egli interventi per la certificazione delle imprese a tutela della identificabilità aziendale e tracciabilità dei prodotti.

I lavori sono stati conclusi dal Segretario Generale dell’Ente Donatella Romeo che ha sottolineato come «La tematica dell’etichettatura mette in evidenza un sistema complesso in cui interagiscono soggetti diversi, con diverse esigenze e prospettive, ma con a denominatore comune il dato di fatto che la certificazione ha un costo che spesso si cerca di eludere. La contraffazione è anche figlia della propensione del consumatore, non sempre responsabile, a spendere meno, e di un sistema legislativo complesso e contraddittorio, orientato dalla pressione delle lobby piuttosto che verso la tutela di imprese e cittadini. Ben venga la collaborazione perché i vari mondi si confrontino e trovino percorsi comuni per debellare un fenomeno che impoverisce l’economia sfruttando il lavoro. Ma la collaborazione non basta se non accompagnata da un senso civico convinto e diffuso. La Camera di Commercio si propone come punto di riferimento per agevolare e sostenere processi di partecipazione e legalità a sostegno del sistema produttivo e della collettività».

Lamezia, tre feriti in incidente sulla SS 280

LAMEZIA TERME (CZ) – Due incidenti stradali stamane sulla superstrada che collega Lamezia a Catanzaro, la SS 280 dei Due Mari. Nel primo, avvenuto in direzione Lamezia, coinvolte due auto che, per causa che la Polstrada di Lamezia sta accertando, si sono scontrate e tre persone (fra cui un bambino) sono rimaste ferite (una di loro è stata portata in ospedale con l’elisoccorso).  Poco dopo tamponamento sulla carreggiata opposta in direzione del capoluogo regionale, senza conseguenze rilevanti. In poco tempo le vetture coinvolte sono state rimosse per permettere la normale ripresa della circolazione. (f.c.)

Sequestro di beni per 368mila euro a presunto affiliato alle cosche

REGGIO CALABRIA – Beni per un valore di circa 368mila euro sono stati sequestrati dal Gico del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della procura distrettuale reggina, a conclusione di articolate indagini economico-patrimoniali svolte, in collaborazione con lo Scico di Roma, nei confronti di Angelo Romeo.

Romeo, destinatario della misura di prevenzione patrimoniale, è stato indagato per traffico internazionale di stupefacenti nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Santa Fè”, svolta dalla sezione Goa del Gico di Catanzaro sotto il coordinamento della Dda reggina, con cui era stata disarticolata un’organizzazione criminale ‘ndranghetistica dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Tale indagine ha permesso l’esecuzione di 34 misure cautelari nei confronti di presunti affiliati alla ‘ndrangheta ed il contestuale sequestro di un ingente patrimonio riconducibile a numerosi accoliti.

Le indagini svolte, in base alla suddetta normativa antimafia, hanno dimostrato la pericolosità sociale del soggetto oltre a consentire di ricostruire un complesso patrimonio costituito da beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto alla capacità economico-reddituale ufficiale dichiarata dal prevenuto e dal suo nucleo familiare.

Tale normativa prevede l’applicazione delle misure di prevenzione, anche patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero che per la loro condotta ed il tenore di vita debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa. Nello specifico, l’esecuzione del provvedimento ha comportato il sequestro di una ditta individuale, di un fabbricato, di dodici appezzamenti di terreno e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a 368mila euro.

Scoperta piantagione canapa indiana a San Pietro a Maida, due arresti

LAMEZIA TERME (CZ) – Coltivavano illegalmente a San Pietro a Maida una vasta piantagione di canapa indiana e sono stati arrestati. Sono Massimo Scicchitano, 41 anni, di San Pietro a Maida e Rocco Condoluci, 56, di Polistena. A far scattare le manette ai polsi dei due sono stati gli agenti del Commissariato di Lamezia della Polizia di Stato. Scicchitano e Condoluci sono stati notati e colti in flagranza, dopo appostamenti, in questo appezzamento di terreno nel quale, peraltro, era stato pure installato un sistema di irrigazione. Oltre 1200 le piantine sequestrate. Questa è la terza vasta piantagione sequestrata a San Pietro a Maida negli ultimi anni. «Queste operazioni si ripetono ciclicamente ogni estate e sono frutto -ha detto il dirigente del Commissariato di Lamezia della PolStato Antonio Borelli- di un lavoro incessante. Le difficoltà consistono nel reperire il tipo di coltivazione, ora passata sotto gli ulivi per sfuggire ai controlli aerei».(f.c.)

Sequestrati quattro impianti di depurazione nel cosentino

COSENZA – Quattro impianti di depurazione a servizio del centro abitato di Domanico e delle sue contrade in stato di completo abbandono spandevano liquami fognari direttamente sul suolo senza effettuare alcun trattamento. All’interno degli impianti sono stati rinvenuti cospicui quantitativi di fanghi di depurazione mai smaltiti.

E’ quanto emerso dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato, condotte dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale e dal Comando Stazione di Longobardi, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha portato nella giornata di ieri al sequestro dei quattro depuratori e alla denuncia a piede libero di due persone nella loro qualità di Amministratori e Tecnici comunali. Sono stati contestati i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali.

sequestro depuratori

La Procura della Repubblica sta già predisponendo ulteriori accertamenti di natura tecnica per determinare l’entità e la tipologia dell’inquinamento nonché l’effettivo grado di danno subìto dall’ambiente e dalle risorse naturali. L’operazione si inquadra in una più ampia azione di contrasto ai reati in danno all’ambiente portata avanti con determinazione dalla Procura della Repubblica. Il Procuratore Capo Dott. Mario Spagnuolo sostiene infatti “che l’ambiente naturale e la salute del cittadino sono beni primari verso i quali l’azione di tutela della Procura della Repubblica di Cosenza e delle Forze dell’ordine continuerà vigile e con rafforzato vigore”.

Estorsioni e minacce, sei arresti nel reggino

S. GIORGIO MORGETO (RC) – Avevano picchiato causando lesioni al volto e in altre parti del corpo due concittadini ritenendoli responsabili di una truffa a danno di uno di loro, pretendendo il pagamento di 1.500 euro a titolo di risarcimento. Sei persone S.G., di 56 anni, S.A. (39), A.D. (48), A.G. (20), A. V. (26)e F.D. (26) sono state arrestate e poste ai domiciliari con l’accusa di estorsione, rapina e lesioni personali, dai carabinieri di Taurianova e dai militari dello Squadrone eliportato Cacciatori in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palmi, Carlo Alberto Indellicati su richiesta della Procura. Le indagini erano state avviate nel novembre 2015, a seguito di informazioni e segnalazioni secondo cui in paese operava un gruppo che, facendo leva su una reputazione criminale costruita nel tempo e sui precedenti di alcuni dei componenti, metteva in atto aggressioni, minacce e danneggiamenti, mai denunciati dalle vittime per paura.