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Cosenza, carabinieri all’ufficio elettorale. Carbone: «I controlli garantiscono la trasparenza»

COSENZA – Parla di atti tesi a garantire trasparenza e regolarità il Commissario Prefettizio del comune di Cosenza Angelo Carbone, in merito ai controlli che i carabinieri hanno effettuato nel corso della notte presso l’Ufficio Elettorale del Comune. I militari dell’Arma hanno passato al setaccio la sede ubicata in Via Bengasi, trattenendosi dalle 20,30 circa di ieri, mercoledì 1 giugno, fino all’alba odierna ed acquisendo elementi che, fonti vicine alla Benemerita, reputano “interessanti”. «Non possiamo che valutare positivamente i controlli preventivi, e non solo preventivi, che l’Arma dei carabinieri e, più in generale, le forze dell’ordine e la magistratura effettuano per garantire la regolarità e la trasparenza di tutte le operazioni collegate al voto amministrativo di domenica 5 giugno». Queste le dichiarazioni del Commissario Angelo Carbone raccolte in esclusiva da Ottoetrenta.it questa mattina a margine della cerimonia per la Festa della Repubblica, cui lo stesso Carbone ha partecipato insieme a tutti i sindaci della provincia di Cosenza.

Cosenza, i carabinieri passano al setaccio l’ufficio elettorale

Ufficio elettorale 2COSENZA – Luci accese fino a tarda notte nell’ufficio elettorale di Cosenza. Le porte della sede ubicata in Via Bengasi, nel plesso che ospita anche la scuola elementare Emma Tavolaro, sono rimaste aperte per un controllo dei carabinieri. Il personale della Benemerita hanno passato al setaccio computer, documenti ed altro materiale informatico. Secondo quanto si è appreso, i militari dell’arma si sono concentrati in particolare sul rilascio di duplicati dei certificati elettorali a persone che ne hanno dichiarato lo smarrimento. L’attività di indagine, tutt’ora in corso, si protrarrà fino a notte fonda. Si tratterebbe di un controllo approfondito disposto per verificare se siano stati rilasciati più duplicati del certificato elettorale agli stessi soggetti i quali, in maniera fraudolenta, attraverso questo stratagemma potrebbero tentare di esprimere più di una preferenza in diversi seggi, abusando del ruolo di rappresentanti di lista. I rappresentanti di lista, infatti, sono ammessi al voto anche in una sezione differente rispetto a quella assegnata in base alla residenza. L’operazione conferma la particolare attenzione che le forze dell’ordine stanno prestando al turno delle amministrative in programma domenica 5 giugno.

 

Scalea, esplode ordigno. Ferito un uomo

SCALEA (CS) – Ha rinvenuto uno strano oggetto in giardino, ma appena lo ha raccolto gli è esploso in mano, causandogli gravi ustioni. L’episodio è accaduto all’alba a Scalea dove un uomo, Daniele Dito di 54 anni, imprenditore del settore dolciario, è stato ferito da un ordigno. Sull’episodio indagano i carabinieri agli ordini del capitano Pinto. Secondo quanto si è appreso, nonostante sia attivamente impegnato nella politica locale, fonti accreditate dell’Arma tendono ad escludere un collegamento tra questo episodio e le prossime elezioni. Sul posto, oltre ai carabinieri, anche il personale medico del 118 ed il magistrato di turno della procura della repubblica di Paola. Sono in corso le indagini. Dito, che ha riportato ferite alla mano e al volto, è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Le sue condizioni non sarebbero gravi. I sanitari sono tuttavia preoccupati perché temono che lo scoppio abbia potuto danneggiare l’apparato uditivo. Sono in corso le indagini anche di carattere scientifico sul tipo di esplosivo utilizzato. Secondo quanto si è appreso si tratterebbe di un ordigno rudimentale.

‘Costruiamo un mondo solidale’, Don Mimmo Battaglia all’istituto comprensivo di Taverna

Don Mimmo Battaglia
Don Mimmo Battaglia

TAVERNA- L’Ic Taverna della Dirigente Concetta Fichera guarda sempre avanti ed in questo caso potremmo dire guarda all’altro. Si è tenuta infatti nei giorni scorsi la manifestazione finale del progetto “Costruiamo un mondo solidale” che ha visto la gradita e significativa partecipazione di Don Mimmo Battaglia. Presenti tutti  i plessi, i sindaci di Taverna e Pentone, il parroco di Taverna don Maurizio Franconiere, la Dirigente Scolastica, la referente del progetto, Daniela Garofalo, i docenti e i ragazzi per una mattinata all’insegna dell’alterità positiva e solidale. La Dirigente Concetta Fichera, nel sul saluto iniziale ha espresso parole d’apprezzamento per la validità formativa e didattica delle attività realizzate in cui sono stati promossi i valori dell’uguaglianza e della solidarietà – “valori a cui si deve tornare e a cui, anche come scuola, dovremmo ispirarci.” In particolare la Dirigente ha richiamato la comunità scolastica ad “un nuovo umanesimo delle coscienze” attraverso cui sentirsi cittadini attivi e responsabili. I vari plessi hanno rappresentato il loro senso di solidarietà, di uguaglianza, di pietas attraverso diverse forme: dal power point, ai video, dalla recitazione al dialogo. Il tutto naturalmente per stimolare l’intervento dell’ospite, don Mimmo Battaglia che di certo non si è sottratto agli input: “ viviamo in un modo che ha perduto il suo senso di umanità ed è per questo che abbiamo bisogno di una svolta nel senso della misericordia”. A quei ragazzi a questo punto che gli chiedevano cosa fosse la misericordia, don Mimmo lo diceva in maniera disarmante – “un abbraccio”. Il presidente del Centro di Solidarietà Calabrese oltre a farsi coinvolgere ha voluto fortemente coinvolgere ragazzi, docenti e presenti con un messaggio di cui tutti si devono fare portatori: “la vita è bellissima e vale la pena viverla: viverla quindi fino in fondo.” A lui faceva seguito don Maurizio Franconiere che esordiva ancora sul concetto di misericordia come abbraccio ed in particolare come incontro con Dio: “credete in voi – diceva il sacerdote tavernese- credete nella bellezza che può salvare il mondo, ma lasciatevi aiutare ed educare perché in fondo nonostante le difficoltà dobbiamo sentirci fortunati.” Spazio quindi ai ragazzi che nelle loro forme preferite, mettendo in evidenza talenti e competenze e ben armonizzati dai docenti di riferimento hanno voluto “dire”, hanno voluto soprattutto “esprimere” il loro senso di umanità e solidarietà. Poi ancora colori, canzoni, voci di un mondo come quello della scuola che deve sempre più proiettarsi in una dimensione solidale. L’Ic Taverna insomma non si smentisce e la Dirigente Fichera ha ben da essere soddisfatta in quanto a lungimiranza propria e del proprio istituto.

Sorpreso a rubare e picchiato a morte. Due fermi per omicidio

CASSANO ALL’JONIO (CS) – Due cugini ventenni, Andrea e Bruno Falbo, sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Pietro Armentano, il sessantenne deceduto la notte scorsa a Cassano allo Ionio dopo esser stato sorpreso mentre rubava gasolio dal camion della ditta di proprietà del padre di Andrea. Secondo l’ipotesi accusatoria, i cugini, dopo avere sorpreso l’uomo a rubare il gasolio lo avrebbero colpito con calci e pugni causandone la morte. Quale sia stata la causa esatta del decesso lo stabilirà l’autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari dopo che i cugini sono stati lungamente sentiti nella caserma dei carabinieri di Cassano. Nel corso dell’interrogatorio, i ragazzi sarebbero caduti più volte in contraddizione, mentre la loro versione – Armentano morto dopo avere picchiato la testa cadendo durante la fuga – non avrebbe trovato riscontri.

Cassano allo Ionio, morto un sessantenne in circostanze poco chiare

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Un sessantenne, Pietro Armentano, e’ morto la notte scorsa in circostanze ancora da chiarire nel piazzale dove sono custoditi i mezzi di una impresa di movimento terra a Cassano allo Ionio, nel cosentino. I carabinieri della tenenza di Cassano stanno sentendo in caserma due giovani, familiari del titolare dell’impresa, che vivono in un edificio attiguo al piazzale. Secondo una prima ricostruzione i due, sentendo dei rumori, sarebbero andati a controllare ed avrebbero trovato Armentano mentre stava prelevando del gasolio da un mezzo. I carabinieri stanno adesso cercando di accertare se tra Armentano ed i due giovani vi sia stata una colluttazione in seguito alla quale il sessantenne e’ morto. Una risposta in tal senso potrà venire dall’autopsia che e’ gia’ stata disposta. Il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla ed il sostituto procuratore Monica Matera, che coordinano le indagini, stanno facendo un sopralluogo nel piazzale dove e’ avvenuto il fatto.

carabinieri

Incendio capannone a Belmonte Calabro, trovato cadavere carbonizzato

BELMONTE CALABRO (CS) – Il cadavere carbonizzato di un uomo, Francesco Cervino, di 27 anni, è stato trovato all’interno di una fabbrica di calze a Belmonte Calabro, nel cosentino, andata in fiamme. A scoprire il cadavere dell’uomo, che è il genero del titolare della fabbrica, sono stati i carabinieri della Compagnia di Paola e i vigili del fuoco al termine di un sopralluogo all’interno del fabbricato dove nella notte era scoppiato un incendio. Sul posto è intervenuto il medico legale che ha effettuato un primo esame cadaverico in attesa dell’autopsia. Le indagini per fare luce sulle origini del rogo e sulla morte del ventisettenne, per capire se il decesso è precedente o successivo all’incendio, sono condotte dai carabinieri con il coordinamento della Procura della Repubblica di Paola. Nessuna pista è esclusa. Il danno provocato dall’incendio alla struttura è quantificato in circa cinquecentomila euro.

Scomparsa Chindamo, controlli in azienda nel reggino

LAUREANA DI BORRELLO (RC) – Sono in corso da stamane controlli da parte dei carabinieri sui terreni di un’azienda di Laureana di Borrello finalizzati alla ricerca del corpo di Maria Chindamo l’imprenditrice agricola di 44 anni scomparsa il 5 maggio scorso, nel territorio di Nicotera. All’opera ci sono i militari supportati dai cani molecolari dell’unità cinofila di Palermo. In particolare si stanno effettuando degli scavi nei fondi di pertinenza di un’azienda. Sul posto sono attesi il procuratore della Repubblica di Vibo, Mario Spagnuolo, e il sostituito Concettina Iannazzo, titolare dell’inchiesta sulla scomparsa della 44enne. Dell’imprenditrice si sono perse le tracce il 6 maggio scorso in contrada “Montalto” tra i comuni di Limbadi e Nicotera dove possedeva la sua piccola azienda agricola e dove aveva dato appuntamento, quella mattina alle 7,30, ad alcuni operai per effettuare degli specifici lavori. I lavoranti, però, giunti sul posto poco dopo l’arrivo della donna, madre di tre figli, trovarono il suo suv vuoto, col motore ancora acceso, e vistose tracce di sangue all’interno e al di fuori del mezzo. La Procura di Vibo Valentia sta indagando per sequestro di persona ed omicidio, per ora a carico di ignoti. La Chindamo è scomparsa nel giorno del primo anniversario della morte del marito.

Incendio auto elettriche a Gerace, ferma condanna di politici e Legambiente

GERACE (RC) – «Ribadisco la piena vicinanza al sindaco di Gerace Pino Varacalli per l’incendio delle golf car destinate ai turisti. Da parte mia c’è tutta la disponibilità a cercare di ripristinare il parco auto. Quella messa in campo dal sindaco è una operazione virtuosa e un modello da esportare che coniuga insieme una intelligente strategia di valorizzazione del territorio e un oculato uso dei fondi comunitari». È quanto detto da Dorina Bianchi, sottosegretario al MiBACT con delega al Turismo e deputato calabrese del Nuovo Centrodestra, che poi ha aggiunto: «La creazione di un itinerario sostenibile volto a far conoscere le bellezze del territorio di Gerace ricca di giacimenti culturali e artistici va esattamente nella direzione auspicata dal Governo per il rilancio del nostro turismo. Per questo progetti come quello di Gerace hanno tutto il nostro sostegno. Il turismo in Calabria deve diventare la principale attività anche su indirizzo delle amministrazioni locali che devono incentivare i giovani a investire nel settore. Non è solo valorizzazione del territorio, dei paesaggi e dei beni culturali, ma anche delle infrastrutture, degli aeroporti, dei prodotti enogastronomici e in generale della qualità della vita».

Anche Legambiente esprime sdegno e condanna per il vile atto intimidatorio compiuto ai danni dei beni appartenenti all’amministrazione comunale di Gerace, un gesto che colpisce un’intera comunità. Le vetture erano state acquistate per agevolare i turisti negli spostamenti per la stagione estiva, un’operazione di marketing che avrebbe potuto incentivare il turismo.

«Questo atto criminale, vigliacco e indegno – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – offende tutti coloro che hanno a cuore il futuro di Gerace. L’acquisto di mezzi elettrici rappresentava un investimento moderno e lungimirante sul futuro di un borgo che ha saputo scommettere sulla sostenibilità. Questo episodio si aggiunge ad ulteriori atti di intimidazione, aggressioni e minacce ai danni di amministratori coraggiosi che lavorano nel sud del nostro paese. La verità è che finiscono nel mirino perché rappresentano presidi di resistenza e discontinuità in una realtà, il nostro meridione, abbandonato spesso a fenomeni di marginalità ed illegalità».

«Quanto accaduto ancora una volta nella Locride – afferma il presidente regionale Francesco Falcone – deve spingere l’intera comunità civile a reagire contro le logiche criminali. Domenica prossima i cittadini sono chiamati al voto per eleggere il nuovo sindaco qui come in altre realtà calabresi: una scelta senza condizionamenti sarà la migliore risposta a chi non esita, per i propri ignobili interessi, a creare devastazione e paura in uno dei borghi più suggestivi della provincia ed in altrettante belle realtà di questa meravigliosa terra».

Legambiente, nell’esprimere solidarietà e vicinanza all’amministrazione comunale e a tutti i cittadini, chiede alle autorità competenti di adoperarsi per individuare in tempi rapidi, i responsabili di questo gravissimo gesto contro una comunità che, nonostante il clima di tensione che si è voluto creare, non si piegherà a soprusi e compromessi.

Allo stesso modo, l’Associazione del Cigno Verde, auspica che si faccia chiarezza anche sulle cause del rogo che ha interessato due mezzi della raccolta differenziata del comune di Girifalco.

 

 

 

‘ndrangheta, la Dia confisca l’impero di Vincenzo Oliveri

GIOIA TAURO (RC) – Società, immobili, automezzi, titoli finanziari: è un vero proprio impero economico, il cui valore è stimato in 324 milioni di euro, quello confiscato stamane dalla Dia di Reggio Calabria a Vincenzo Oliveri, 62 anni, noto imprenditore operante nel settore oleario con interessi nel comparto alberghiero, in quello immobiliare e dei servizi, in Calabria – in particolare nella piana di Gioia Tauro e nella provincia di Catanzaro – ma anche in Abruzzo e in Toscana. La Dia ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria. Oliveri, figlio del defunto Matteo Giuseppe, è socio, insieme al fratello Antonio, di 51 anni, in numerose iniziative imprenditoriali avviate sin dai primi anni Ottanta e culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale le cui attività, partendo dal settore oleario, si sono diversificate nel tempo soprattutto in quello alberghiero di lusso. Oliveri è stato coinvolto in diversi procedimenti penali per la commissione di reati associativi finalizzati alla commissione di truffe aggravate, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, conclusi con provvedimenti di prescrizione o amnistia. Di recente era stato arrestato per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, in ordine all’indebita percezione di contributi erogati a favore di aziende facenti parte del suo Gruppo imprenditoriale. Per i giudici del Tribunale reggino i motivi della confisca sono basati sull’ingente patrimonio accumulato dall’imprenditore nel tempo, considerato frutto di attività imprenditoriali illecite , oltre che sulla sproporzione tra i redditi dichiarati e quelli percepiti. La confisca ha riguardato 15 società (di cui è stata disposta la confisca della sola quota dell’imprenditore), 88 immobili, 7 autoveicoli, 385 titoli comunitari (aiuti all’agricoltura) che gli davano diritto a percepire dall’Agea la somma di circa 1,6 milioni di euro annui, e svariati conti correnti societari e personali. Le aziende confiscate – è stato precisato – proseguiranno comunque la loro attività tramite amministratori giudiziari.