Archivi categoria: Cronaca

Trattore rubato in furgone, denunciato romeno

MONTEGIORDANO (CS) – Un furgone all’interno del quale era stato nascosto un trattore agricolo del valore di 35 mila euro è stato sequestrato a Montegiordano dalla Guardia di finanza.
La persona alla guida del furgone non si è fermato all’alt imposto dai militari e ha continuato la sua corsa adottando manovre repentine e pericolose per la circolazione. Il mezzo da lavoro, secondo quanto accertato dai finanzieri, era stato rubato nei mesi scorsi ad un imprenditore agricolo di Corigliano Calabro. Nel corso dei controlli è emerso che al furgone con targa tedesca era stato cancellato e poi ripunzonato il numero di telaio. Accertamenti sono in corso per risalire all’individuazione del proprietario del furgone.

I militari hanno denunciato, in stato di libertà, il conducente del mezzo, un cittadino romeno per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Strappa collana ad anziano e viene arrestata

COSENZA – Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno tratto in arresto Ciuraru Elena Geta, donna 37enne rumena, già pregiudicata per fatti specifici, e resasi responsabile del reato di furto con strappo ai danni di un 80enne cosentino. Nello specifico l’anziano signore, alle ore 18, si presentava con un proprio familiare presso la Caserma dei Carabinieri di Cosenza Principale lamentando che una donna, mentre stava camminando in Via Santoro, le si era avvicinata alle spalle per poi strappargli dal collo una catenina d’oro. Nell’immediatezza non riusciva a fare altro se non chiamare la propria figlia che lo accompagnava presso le autorità competenti dove, grazie alla descrizione della donna fatta ai militari, iniziava immediatamente un’attività d’indagine che portava a sorprendere l’arrestata, poco dopo, nei pressi del Centro commerciale “I 2 fiumi. Fermata, la stessa veniva trovata in possesso del monile che teneva celato all’interno della propria maglietta e pertanto veniva dichiarata in stato di arresto, in flagranza di reato, e tradotta presso la propria abitazione con il regime degli arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo, tenutosi questa mattina, il quale ha confermato i domiciliari.

Rinviato a giudizio ex commissario Asp per abuso di ufficio

COSENZA – Il gip di Cosenza, Francesco Branda, ha rinviato a giudizio l’ex commissario dell’Asp, Gianfranco Filippelli, accusato di abuso d’ufficio. La vicenda riguarda l’assunzione del giornalista Mario Campanella. Il processo per Filippelli inizierà a dicembre. Le indagini sono partite da un esposto presentato dal giornalista Campanella in attesa di stabilizzazione da parte dell’Asp di Cosenza dopo la vittoria in diversi contenziosi. In particolare, secondo l’accusa in una delibera dello scorso 7 ottobre Filippelli revocò la conciliazione giudiziaria firmata davanti al giudice del lavoro di Cosenza tra il giornalista e il direttore facente funzioni dell’Asp, Luigi Palumbo, nella quale si riconosceva a Campanella il diritto alla stabilizzazione in cambio della rinuncia a ogni pretesa economica per decine di migliaia di euro. Campanella ha impugnato l’atto e ha presentato denuncia in Procura. La conciliazione era stata decisa dopo che il Tribunale di Roma aveva dato ragione all’Inpgi, in un contenzioso contro l’Asp, condannando l’azienda al pagamento di circa 30mila euro di contributi poiché le prestazioni di Campanella erano state riconosciute come subordinate. Una conciliazione che Filippelli avrebbe confermato con un altro documento emesso il 24 giugno, come si evince dalla delibera che ha poi revocato. Per il giudice la transazione non poteva essere revocata in autotutela con la delibera incriminata.

Luzzi, il Corpo Forestale trova uno sbancamento abusivo finalizzato a costruire una cava

COSENZA –  Durante un’operazione di controllo del territorio, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di San Pietro in Guarano hanno posto sotto sequestro in località  “Gidora”nel comune di Luzzi (cs) una area di circa 2500 metri quadri nella quale è stato realizzato uno sbancamento.

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I lavori sono risultati, da ciò che è emerso dagli investigatori, eseguiti senza alcuna autorizzazione e finalizzati alla coltivazione di una cava. Durante il controllo è emerso anche che tale attività, realizzata in area soggetta a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale, era stata eseguita senza alcun nullaosta previsto dagli organi competenti. Lo sbancamento del terreno  ha interessato anche lo sradicamento di varie ceppaie di cespugli ed essenze forestali, la realizzazione di cinque gradoni ed un piazzale di 500 metri quadri ed una pista di circa 90 metri di lunghezza è stato  realizzato su un’area adiacente, e quindi inferiore ai 150 metri dai corsi d’acqua, al torrente Gidora iscritto nel registro delle acque pubbliche. Lo sbancamento iniziale è stato realizzato ai margini di una strada interpoderale che costeggia l’argine del torrente e si estende all’interno di un fondo privato. I lavori finalizzati all’apertura e alla coltivazione di una cava ex novo, rientrano tra quelle attività che comportano una trasformazione urbanistica del territorio e quindi soggetta al rilascio del permesso di costruire.  Per tali lavori sono stati deferiti all’autorità giudiziaria un uomo di Luzzi, proprietario del fondo e un uomo di Rose esecutore materiale dei lavori effettuati con l’ausilio di mezzi meccanici.

 

Gdf sequestra 2 kg di droga nel milanese. Due calabresi in manette

MILANO – Nascondevano la cocaina in un contenitore per il trasporto di protesi di silicone per il seno otre che nel doppio fondo della loro auto. I finanzieri della compagnia di Magenta hanno sequestrato due chilogrammi di cocaina, per un valore stimato di circa 700mila euro e il veicolo, che sotto il sedile del guidatore aveva un’intercapedine creata ad hoc per il trasporto della sostanza stupefacente. I due cittadini italiani, di 24 anni e 25 anni, che erano a bordo sono stati arrestati con l’accusa di detenzione e spaccio. L’operazione ha consentito alle fiamme gialle al termine di un lungo e accurato lavoro di indagine di individuare un box che veniva utilizzato dagli arrestati per nascondere gli stupefacenti. I finanzieri, dopo aver individuato la base logistica dello spaccio, hanno quindi aspettato il momento giusto per bloccare i due giovani a bordo della loro auto. La perquisizione del garage ha portato al ritrovamento della sostanza stupefacente nascosta all’interno del cofanetto di plastica usato per le protesi al seno. I due spacciatori arrestati, originari di Reggio Calabria e vicini alle cosche di San Luca, tenevano il “campionario” della cocaina da far assaggiare a grossisti milanesi, all’interno di contenitori per le protesi al seno di silicone. Si tratta di contenitori in grado di trattenere l’odore dello stupefacente e di passare inosservati anche in caso di controlli con i cani antidroga. I due contenitori, grandi come un porta cd, sono stati trovati dalle Fiamme Gialle nel corso di una perquisizione e in entrambi c’erano tracce evidenti di cocaina. L’ipotesi è che i due trafficanti di droga, residenti in Calabria siano arrivati in Lombardia circa un mese fa, proprio per piazzare lo stupefacente. L’auto sulla quale viaggiavano, con un doppiofondo per custodire la droga, era intestata a un negozio di Cinisello Balsamo. Dopo una mancata consegna ad Arluno, alle porte di Milano, i militari delle Fiamme Gialle hanno seguito i movimenti della coppia di spacciatori per diversi giorni, finché per loro non sono scattatte le manette. I due, raccontano gli investigatori, avevano messo in atto una serie di precauzioni per evitare di essere individuati. I loro cellulari, in particolare, erano dotati di software anti intrusione e avevano il codice Imei (un codice di 15 cifre che permette di identificare con certezza il telefonino) completamente cancellato. Anche le schede sim utilizzate dai due spacciatori erano straniere.

False pensioni sociali, indagini in 19 regioni. Denunciate 517 persone

ROMA – Scoperta dalla Guardia di Finanza una maxi truffa ai danni dello Stato, per oltre 16,5 milioni di euro. Denunciate 517 persone, fittiziamente residenti in Italia, per aver percepito in modo indebito l’assegno sociale erogato dall’Inps. Nell’ambito dell’ormai consolidato rapporto di collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale grazie ad una complessa attivita investigativa, denominata “Italians Out”, ha portato all’individuazione ed interruzione di un diffuso sistema di percezione indebita dell’assegno sociale: già pensione sociale. L’attivita e stata condotta sull’intero territorio nazionale ed ha permesso di scovare centinaia di cittadini italiani che, successivamente all’ottenimento dell’assegno sociale, si erano trasferiti all’estero non rispettando pertanto il requisito essenziale della stabile residenza e continuando a riscuotere illecitamente l’emolumento assistenziale attraverso l’accredito su conto corrente oppure tornando, saltuariamente, in Italia al solo scopo di ritirare le somme allo sportello. Sono stati cosi tutti denunciati all’Autorita Giudiziaria per il reato di truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività. L’operazione ha riguardato 19 regioni e 81 province. L’azione ha permesso di accertare 511 casi irregolari; denunciare 517 persone; constatare l’indebita percezione di emolumenti per oltre 16,5 milioni di euro. Ma dato ancora piu rilevante: oltre all’avvio del recupero di quanto indebitamente percepito dai soggetti responsabili, l’attivita consentirà un risparmio alla casse dello Stato pari a circa 3 milioni di euro annui per i prossimi esercizi. Queste le Regioni dove sono stati riscontrati i maggiori picchi di irregolarità. Sicilia: indebita percezione di emolumenti pari a 3.761.647,12 euro; 123 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 115 posizioni irregolari. Campania: indebita percezione di emolumenti pari a 3.441.686,37 euro; 98 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 96 posizioni irregolari. Calabria: indebita percezione di emolumenti pari a 2.392.214,75 euro; 75 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 69 posizioni irregolari. Lazio: indebita percezione di emolumenti pari a 1.612.929,49 euro; 48 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 57 posizioni irregolari. Puglia: indebita percezione di emolumenti pari a 904.495,48 euro; 29 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 27 posizioni irregolari. Abruzzo: indebita percezione di emolumenti pari a 837.847,90 euro; 32 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 34 posizioni irregolari. Umbria: indebita percezione di emolumenti pari a 553.186,60 euro; 9 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 11 posizioni irregolari.

Reggio Calabria, evasione fiscale per 14 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha portato a termine una complessa e articolata attività di polizia economico-finanziaria nei confronti di una società operante nel settore del commercio all’ingrosso. La selezione del target è stata resa possibile grazie a un’analisi di rischio basata sulle risultanze del controllo economico del territorio nonché sull’incrocio e sull’elaborazione dei dati contenuti nei diversi applicativi informatici del Corpo di ultima generazione. Con l’evidente obiettivo di evadere i tributi dovuti la società, pur presentando la prescritta dichiarazione ai fini delle Imposte dirette e dell’Iva per l’anno 2014, non aveva indicato i ricavi conseguiti. Le Fiamme Gialle hanno preso in esame, per ricostruire il volume d’affari, la copiosa documentazione contabile ed extracontabile acquisita all’atto dell’accesso presso la sede della società, accertando la presenza di un imponibile, nascosto al fisco, di circa 14 milioni di euro. Il rappresentante legale della società è stato segnalato all’autorità giudiziaria per l’ipotesi di reato di dichiarazione infedele.

Volantini contro il vescovo che vietò le processioni

PALMI (RC) – Alcuni volantini contro il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, Francesco Milito, in cui si legge, tra l’altro, “vattene e lasciaci vivere in pace!!!”, sono stati lasciati in varie zone del territorio della diocesi. Monsignor Milito è il vescovo che nell’estate del 2014 vietò lo svolgimento delle processioni religiose nella diocesi dopo il caso del presunto “inchino” (un dondolamento dell’effige sacra) rivolto verso la casa del presunto boss Beppe Mazzagatti in occasione della processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico, svoltasi a Oppido nel luglio 2014. Divieto revocato dallo stesso vescovo nel marzo scorso. Nei volantini, già acquisiti dai carabinieri che stanno cercando di risalire all’autore o agli autori, ci sono violente critiche all’operato del presule, una delle quali riferita ai reati contro i minori. Un passaggio che secondo gli investigatori potrebbe fare riferimento alla vicenda dell’arresto, avvenuto nel dicembre scorso, di un parroco della diocesi, don Antonello Tropea, accusato di sesso con minori. In occasione dell’arresto di don Tropea, la diocesi diffuse una nota in cui si invitavano «i fedeli tutti a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote nel clima di quest’Anno della Misericordia».

Vibo Valentia, motopesca soccorso dalla Guardia Costiera

VIBO VALENTIA – Un motopesca è stato soccorso dalla Guardia Costiera a Vibo Valentia. Il fatto è accuduto nella nottata. Alla sala operativa della Guardia Costiera è giunta una segnalazione relativa a un motopesca alla deriva nei pressi dell’imboccatura del porto di Vibo Marina. Subito, la motovedetta CP 808 è partita per recuperare l’imbarcazione, dove nessuno era presente a bordo, prima che andasse a sbattere contro gli scogli vicino al fanale rosso del porto di Vibo Valentia. Il mezzo è stato rimorchiato fino al porto.

 

Frontale tra auto, morti due ventenni sulla 106

SANT’ANDREA SULLO IONIO (CZ) – Due ventenni, Debora Ranieri, e Vittorio Leotta, sono morti stamani nello scontro frontale tra i mezzi che guidavano. L’incidente è avvenuto a Sant’Andrea sullo Ionio, nel catanzarese. Leotta, di Stilo (Reggio Calabria) era alla guida  di un furgoncino Fiat Doblò col quale effettuava delle consegne, mentre la giovane era a bordo della sua Fiat Punto. Per cause in corso di accertamento, i due mezzi si sono scontrati frontalmente. Per estrarre i corpi dalle lamiere sono intervenuti i vigili del fuoco di Soverato, mentre i carabinieri si stanno occupando della ricostruzione del sinistro. La statale 106 è rimasta chiusa al traffico alcune ore ed è stata riaperta intorno alle 11,30.