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Vibo, oltre due milioni di euro illegalmente percepiti dallo Stato

Il Comando Provinciale di Vibo Valentia, nell’ambito di un piano nazionale avviato dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, teso al controllo della corretta erogazione di contributi comunitari nel settore agricolo, ha effettuato, in ambito locale, 160 controlli, riscontrando numerose irregolarità. L’ attività ha consentito di rilevare l’illecita percezione di 2,2 milioni di euro di contributi e di segnalare all’Autorità Giudiziaria 77 soggetti responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità materiale in atti pubblici. Assai variegate sono risultate le condotte poste in essere dagli indagati. Sono state, infatti, scoperte istanze di accesso ai contributi firmate da persone decedute; contratti di affitto di terreni in cui una delle parti contraenti è risultata deceduta in epoca antecedente alla stipula; finanziamenti ottenuti grazie all’utilizzo di falsi titoli su particelle catastali di terreni pubblici e, addirittura, finanziamenti ottenuti da soggetti sottoposti a misure di prevenzione antimafia o utilizzando terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata. In diversi casi le condotte illecite rilevate sono state realizzate grazie al coinvolgimento di alcuni centri di assistenza deputati ad istruire le pratiche (tra gli indagati figurano 12 soggetti che operano, con varie qualifiche, in tali centri) che, con riferimento ai contributi erogati a soggetti deceduti, hanno falsamente predisposto Domande Uniche di Pagamento recanti date successive a quelle del decesso dei titolari delle imprese beneficiarie delle provvidenze pubbliche, mentre nei casi in cui i finanziamenti sono stati concessi su Particelle Pubbliche non hanno effettuato i controlli preliminari di pertinenza. Oltre alle violazioni penali, in relazione alle quali sono state avanzate all’A.G. proposte di sequestro preventivo per oltre 2 milioni di Euro, sono stati altresì segnalati alle Autorità Amministrative 32 soggetti (per violazioni amministrative quantificate in oltre 113 mila Euro) ed alla Corte dei Conti 40 responsabili di danni erariali quantificati in circa 150 mila euro.

Cosenza, scena da far west in Via degli Stadi

COSENZA – Cercano di sfuggire ad un controllo della polizia ma gli agenti li inseguono riuscendo a bloccarli poche centinaia di metri più avanti , rinvenendo a bordo del loro automezzo i pezzi di un’auto smontata, probabilmente rubata. E’ accaduto in Via degli Stadi a Cosenza. Secondo quanto si è appreso, gli agenti impegnati in un’azione di controllo del territorio predisposta dal Questore Luigi Liguori, hanno intimato l’alt ad un furgone con a bordo due persone. L’uomo alla guida del mezzo per tutta risposta avrebbe pigiato sull’acceleratore ma dopo un breve inseguimento è stato costretto ad accostare. In quel momento peraltro, Via degli Stadi era particolarmente affollata. Nel cassone del furgone le forze dell’ordine hanno rinvenuto i pezzi di una Fiat 500 smontata. Sono in corso gli accertamenti per verificare la provenienza del veicolo. Si ipotizza possa trattarsi di una vettura rubata. Per l’autista del furgone sono scattati i domiciliari, l’altro è stato denunciato a piede libero.

Detenzione di armi e contraffazione di documenti: un arresto a Cosenza

armi-593x443Arrestato  dai Carabinieri di Cosenza,  per detenzione di armi clandestine, utilizzo di documento contraffatto valido per l’espatrio e munizionamento, un uomo di 41 anni, cosentino, tale T.P., già pregiudicato. L’arresto sarebbe avvenuto al seguito di una lunga indagine condotta dalle forze dell’Ordine nei confronti di una banda che, apriva finanziamenti utilizzando false identità. L’uomo, colto in flagranza di reato, mentre perpetrava una nuova truffa di 25.000 euro per l’acquisto di una mercedes, è stato bloccato, insieme al suo complice, un ex militare. Sono seguite perquisizione personale e domiciliare, durante la quale sono stati rinvenuti un fucile e una pistola.

 

Ad Uno Mattina su Rai1 si parlerà del caso di Cloe Grano

ROMA – Domani, venerdì 20 maggio, nella trasmissione Uno Mattina in onda su Rai 1, si parlerà della vicenda che riguarda il decesso avvenuto per invaginazione della piccola bambina cosentina, Cloe Grano, avvenuta due anni fa all’Ospedale Santobono di Napoli. Gli ospiti della trasmissione saranno Dino Grano, papà della bambina, che all’epoca dei fatti aveva solo quattro mesi e mezzo, e il legale che li tutela nel procedimento giudiziario avviato su denuncia dei genitori, l’avvocato Ferdinando Palumbo. La vicenda colpì la sensibilità della nazione intera, anche per il gesto dei genitori di donare gli organi della piccola Cloe. Dino ed Editha Grano, mamma e papà della bambina, denunciarono subito quanto accaduto al commissariato partenopeo, proprio come fecero anche a Cosenza. I genitori di Cloe avevano portato per quattro volte la bimba sofferente all’Ospedale Annunziata di Cosenza, fino a quando la situazione è precipitata e la piccola ha avuto un arresto cardiaco. Vista l’urgenza del caso, i sanitari del capoluogo bruzio disposero il trasferimento in ambulanza nel nosocomio di Napoli.

Prevista per il prossimo 18 luglio l’udienza di fronte al GIP del Tribunale di Cosenza.

Arrestato un ”truffa preti“. Aveva preso di mira parroco calabrese

FALCONARA MARITTIMA (AN) – I carabinieri di Falconara Marittima hanno arrestato un trentacinquenne pugliese residente a Civitanova Marche, noto in tutta Italia con il soprannome “truffa preti”: forte di una notevole capacità persuasiva e di una non comune faccia tosta, ha elaborato una tecnica che gli ha permesso di raggirare nel tempo una cinquantina di persone e di raccogliere proventi illeciti stimati in circa 200 mila euro. Sacerdoti e parroci le vittime, a cui Vincenzo Di Maso (questo nome dell’arrestato) telefonava spacciandosi per parrocchiano o diacono e chiedendo prestiti (spesso superiori anche a 30 mila euro) per “difficoltà finanziarie temporanee”. L’ultima volta è toccato ad un sacerdote di Falconara Marittima, che gli ha accreditato su una carta prepagata 10 mila euro. Poi però il religioso ha capito di essere stato ingannato, quando ha incontrato per strada il vero parrocchiano, e si è rivolto ai carabinieri. A incastrare il truffatore, le telefonate fatte dall’apparecchio di casa e le immagini della videosorveglianza di alcuni uffici postali di Civitanova Marche, oltre alle testimonianze degli addetti di varie sale da gioco, dove il 35enne ha speso circa 9mila euro, provento della truffa. E’ finito in manette per avere violato la misura della sorveglianza speciale, che prevede la prescrizione di vivere onestamente e rispettare le leggi e che permette l’arresto anche non in flagrante. Dai tabulati telefonici, i militari hanno scoperto che aveva preso di mira altri due religiosi, residenti rispettivamente in Calabria e in Sardegna.

Lamezia Terme, un fermo per tentata estorsione

LAMEZIA TERME (CZ) – Il personale della Squadra Mobile di Catanzaro ha fermato un ragazzo, con l’accusa di tentata estorsione ad un commerciante. L’indagine è partita dal titolare dell’attività, vittima di diversi atti intimidatori. La presenza di sistemi di videosorveglianza ha permesso alle Forze dell’Ordine di verificare l’estorsione e di identificare l’uomo che attraverso minacce avrebbe cercato di estorcere denaro alla vittima.

 

Squadra mobile polizia

 

Cosenza, arrestati tre pregiudicati

COSENZA – Ieri sera la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato per rissa aggravata Alfredo Posa, 38 anni, ed i fratelli Corrado, 53, Franco Rosa, 46, tutti pregiudicati.
Ad allertare i poliziotti la segnalazione al 113 di una sparatoria in atto nel “quartiere Massa” di questo Capoluogo. Intervenuti sul posto, gli agenti hanno trovato le tre persone che litigavano violentemente tra loro imbracciando armi improprie e spranghe di metallo.
Sedata la rissa, scoppiata per futili motivi, e identificate le persone coinvolte, gli agenti hanno arrestato i tre. A seguito della colluttazione due delle persone implicate hanno riportato trauma cranico e ferite lacero contuse guaribili in 7 giorni, mentre l’altra, che non intendeva sottoporsi a cure mediche, presentava una evidente escoriazione al braccio destro.

Traffico di stupefacenti, arrestata una 28enne

MARINA DI GIOIOSA JONICA (RC) – I carabinieri della stazione di Marina di Gioiosa Jonica (RC) hanno arrestato una giovane, 28enne , in quanto destinataria di un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. La donna, riconosciuta colpevole di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, è stata sottoposta alla detenzione domiciliare presso la sua abitazione dove dovrà scontare una pena residua di 10 mesi e 11 giorni di reclusione.

‘ndrangheta, latitante arrestato alla stazione Milano

ROMA – Angelo Romeo, latitante dal maggio dell’anno scorso, è stato arrestato alla stazione centrale di Milano dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Romeo, 43 anni, contiguo alle cosche Alvaro di Sinopoli e Pesce di Rosarno, era sfuggito all’esecuzione del provvedimento di cattura emesso nel mese di maggio dell’anno scorso dal Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’Operazione “Santa Fe”, che aveva consentito alle Fiamme Gialle di smantellare una cellula ‘ndranghetista operante nella Piana di Gioia Tauro dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, utilizzando diversi porti commerciali italiani, tra i quali Gioia Tauro, Genova, Livorno e Vado Ligure. Romeo, accusato di operare in stretto contatto con i fratelli Giuseppe e Vincenzo Alvaro, è considerato il responsabile della pianificazione per l’importazione dei carichi di droga provenienti dal Sudamerica, assicurando il collegamento tra le componenti criminali della fascia jonica calabrese e i fornitori. Romeo è stato individuato alla stazione di Milano, mentre era in compagnia di un suo parente. Sottoposto a controllo, ha fornito documenti falsi, affermando di voler partire per un periodo di vacanza in Calabria. Messo alle strette, ha infine confermato le sue vere generalità. E’ stato quindi portato in carcere a San Vittore. Dalle indagini è risultato che durante la latitanza, Romeo si era nascosto a Lodi. I finanzieri hanno denunciato per favoreggiamento una persona che pagava l’affitto e si era intestata le bollette per l’appartamento dove si nascondeva il latitante.

Cosenza, beni per un milione sequestrati a reggente cosca

GdfUnoCOSENZA – Beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un milione di euro sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Cosenza al reggente di una cosca del cosentino e ad suo parente anch’egli ritenuto affiliato al sodalizio criminale. La misura è stata eseguita dai finanzieri in esecuzione di un provvedimento disposto dal Tribunale di Cosenza su richiesta del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il provvedimento è finalizzato al sequestro per la successiva confisca, di immobili, quote sociali, una società ed un’autovettura. I destinatari del provvedimento di sequestro sono Francesco Patitucci, ritenuto il reggente del clan Ruà-Lanzino di Cosenza, e un suo parente Giuseppe De Cicco, ritenuto affiliato alla cosca. Patitucci è attualmente detenuto nel carcere di Terni per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale e per violazione della legge sulle armi. In precedenza è stato condannato per associazione mafiosa e reati connessi con sentenze di primo e secondo grado (divenuta irrevocabile nel 2015) e per reati di estorsione e di usura. Patitucci, inoltre, era stato condannato, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2000, per la partecipazione alla cosca Pino-Sena.

GdfTreDe Cicco, legato da stretti rapporti di natura familiare con Patitucci, avrebbe avuto compiti di riscossione dei proventi dell’usura praticata dal clan. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Guardia di finanza nei loro confronti e dei loro congiunti hanno permesso di appurare, nel periodo 2002-2013, una netta sproporzione delle loro movimentazioni economico-finanziarie rispetto ai redditi dichiarati. Il sequestro di beni ha riguardato quattro fabbricati turistico-residenziali in provincia di Cosenza, una societa’ di capitale, con 10.000 quote sociali e complesso aziendale operante nel settore delle costruzioni di edifici, un automezzo e diversi rapporti bancari.