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Rinvenuti nel vibonese due ordigni della Prima Guerra Mondiale

CASTROVILLARI (CS) – Duplice intervento sul territorio regionale degli artificieri specialisti della 2^Compagnia Guastatori dell’11°Reggimento Genio di Castrovillari. Il primo ha avuto luogo presso la Grotta delle Ninfe a Cerchiara di Calabria, nel cosentino, per una sospetta mina anticarro tedesca, rivelatasi, alla fine, solo un rottame metallico inerte. Il secondo intervento, invece, si è verificato a Fabrizia, nel vibonese, all’interno di una casa da ristrutturare su Corso Vittorio Emanuele. Si trattava, in questo caso, di due ordigni, specificamente una munizione da trincea da 37mm austriaca e una granata d’artiglieria esplosiva da 65 mm italiana. Entrambe risultavano risalenti al primo conflitto mondiale e sono state messe in sicurezza, quindi rimosse e fatte brillare in maniera controllata in una zona idonea, alla presenza di forze dell’ordine e sanitari.

 

Maxisequestro da 25 milioni di euro a Roma. Beni riconducibili a camorra e ‘ndrangheta

ROMA – Due bar e una trattoria a due passi da San Pietro, immobili, società, aziende, veicoli e conti bancari. Maxisequestro della polizia di beni per un valore di 25 milioni di euro riconducibili a nove persone considerate legate alla camorra, alla ‘ndrangheta e alla famiglia Casamonica. Un “tesoro” che, secondo gli inquirenti, sarebbe riconducibile a un nuovo gruppo criminale “trasversale” che avrebbe riciclato nella città di Roma i rispettivi profitti illeciti provenienti dal traffico di stupefacenti, usura ed estorsioni. L’attività è il frutto di un’indagine patrimoniale della Divisione Polizia Anticrimine, diretta da Angela Altamura, che si è avvalsa del personale della Squadra Mobile, di 28 Commissariati e delle Divisioni Polizia Anticrimine di 12 Questure italiane. A finire sotto sequestro 10 immobili, 43 società, 45 aziende, 30 veicoli e rapporti bancari presso 68 istituti. Tra questi due bar e un ristorante nei pressi del Vaticano, intestati formalmente a terze persone, tra cui due cittadini cinesi, un bar nel quartiere Prati, una trattoria a Trastevere, una concessionaria in periferia e un bar a Tivoli. Sigilli anche a una palestra e un negozio a Ciampino, vicino Roma, riconducibili alla famiglia Casamonica e attività commerciali in altre città italiane. Sequestrati inoltre un appartamento in zona Monteverde, uno all’Aurelio, un altro in zona Flaminio e una villa ad Ardea, sul litorale a sud di Roma. Per gli inquirenti i beni sono riconducibili a persone «dall’elevato spessore criminale» e «a più riprese in alcune attività investigative per delitti di particolare gravità, commessi anche in forma associativa, quali traffico e spaccio di stupefacente del tipo cocaina, proveniente dalla Calabria e destinata al mercato romano». Il giudice nel provvedimento di sequestro parla di «pericolosità qualificata» dei soggetti «poiché gli stessi – anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo ‘ndranghetista – sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano altresì attività di riciclaggio». Le stesse società sequestrate, nel provvedimento sono indicate come «contenitori per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose le cui prerogative sono anche quelle di costituire uno schermo atto a neutralizzare eventuali azioni giudiziarie ablative, di massimizzare, se possibile, ulteriormente i profitti ed offrire un volto presentabile di colletti bianchi capaci di contrattare con l’imprenditoria, ma anche con la pubblica amministrazione».

Lettere con minacce di morte a sindaco del cosentino

LONGOBUCCO (CS) – Due lettere anonime contenenti minacce di morte sono state recapitate al sindaco di Longobucco, Luigi Stasi. Le lettere sono state indirizzate rispettivamente a casa dell’amministratore e al Municipio del Comune del cosentino. Stasi insospettito dai due plichi, contenenti frasi intimidatorie anche sulle buste, non li ha aperti e li ha consegnati direttamente ai carabinieri. Il sindaco Stasi ha dato notizia dell’intimidazione ieri nel corso della seduta del Consiglio comunale.

Sbarco di 950 immigrati, quattro extracomunitari sottoposti a fermo

REGGIO CALABRIA- La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia, dopo aver effettuato  con estrema attenzione le indagini del caso, ha sottoposto il fermo di polizia giudiziaria per quattro extracomunitari con l’accusa di essere stati gli scafisti di un’imbarcazione arrivata al porto di Reggio Calabria, il 7 maggio 2016. Ai migranti fermati, la Direzione Distrettuale Antimafia ha contestato i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendosi associati tra loro e con altri soggetti, non ancora identificati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti volti a procurare l’ingresso illegale nel territorio dello Stato Italiano (art. 12, commi 1, 3 lett. a), b) e d), 3 bis e 3 ter del D.lgs. n. 286 del 1998), avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti.

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Atti intimidatori a Longobucco, Magorno esprime solidarietà

LONGOBUCCO (CS)- Il segretario regionale del Partito democratico, on. Ernesto Magorno, esprime vicinanza e solidarietà al sindaco di Longobucco, Luigi Stasi, per l’ennesimo e  grave atto intimidatorio subito nelle scorse ore. Il primo cittadino di Longobucco, infatti, ha ricevuto alcune lettere di minacce; il fatto è stato subito denunciato alle forze dell’ordine. “Gli atti di intimidazione che continuano ad interessare amministratori impegnati quotidianamente sul proprio territorio all’insegna della legalità e della trasparenza, al servizio appassionato della comunità che governano con tanta passione e spesso pochissime risorse – afferma ancora Magorno -. Gli amministratoti come Stasi hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni perché questi atti si combattono con atti concreti ed immediati. Una prima dimostrazione di sostegno potrebbe essere rappresentata dalla convocazione di una seduta ad hoc a Longobucco Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, un segno tangibile di presenza al sindaco e alla comunità che hanno bisogno di non sentirsi soli”.

Longobucco

Daspo a carico di 26 tifosi per gli incidenti di Acri-Castrovillari

Indicenti Acri Castrovillari 3COSENZA – Costano caro a 26 tifosi gli incidenti provocati nel corso di Acri-Castrovillari, match del Indicenti Acri Castrovillari 2
campionato di Eccellenza dello scorso 28 febbraio. A loro carico la Questura di Cosenza, in relazione ai rapporti stilati dagli agenti del commissariato di Castrovillari e dai carabinieri della stazione di Acri, ha emesso altrettanti provvedimenti di Daspo per un totale di 40 anni di divieto di accesso su tutto il territorio nazionale a manifestazioni sportive di qualsiasi genere. I destinatari del Daspo sia all’inizio, sia durante che alla fine della partita, hanno provocato danni alla struttura dello stadio, a veicoli di proprietà di diversi spettatori, nonché ad un’ auto di servizio dei Carabinieri della locale Stazione. Alcuni tifosi, a seguito dei tafferugli sopra menzionati, riportavano lesioni. I provvedimenti saranno notificati nei prossimi giorni dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri.

Aggredisce avversario, daspo ad un calciatore nel reggino

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria hanno notificato un provvedimento di daspo, il divieto di accedere alle manifestazioni sportive, a un giocatore della squadra di calcio Asd Val Gallico. Il calciatore, prima della partita valevole per il campionato di Prima categoria, in programma lo scorso 12 marzo allo stadio “Nino Lo Presti”, aveva aggredito negli spogliatoi un giocatore della Asd Real Gioia Tauro, costringendo l’arbitro a non fischiare l’inizio della partita e determinando così una grave turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica all’interno dello stadio. Il provvedimento, della durata di un anno, comprende anche l’obbligo di presentazione alle stazioni competenti sul luogo di residenza, mezz’ora dopo l’inizio del primo tempo e mezz’ora dopo l’inizio del secondo in occasione degli incontri di calcio disputati in casa e fuori casa dalla squadra Asd Val Gallico.

“Fata Morgana”, tra gli indagati politici, imprenditori ed un ex magistrato

REGGIO CALABRIA – Sono sette le persone fermate, e decine gli indagati, nell’ambito dell’operazione “Fata Morgana” diretta dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dalla Guardia di Finanza. Nomi in qualche caso già noti alle cronache giudiziarie, ma anche “insospettabili” politici e imprenditori. Il provvedimento di fermo riguarda: Paolo Romeo 69 anni, ex deputato del Psdi con alle spalle diverse inchieste giudiziarie anche per mafia; Natale Saraceno 53 anni; Giuseppe Chirico 56; Domenico Marcianò 33 anni; Emilio Angelo Frascati 60; Antonio Idone 65 anni, tutti imprenditori, e Antonio Marra 61 anni, avvocato. Tra gli indagati risultano il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa; il consigliere provinciale Demetrio Cara; il cancelliere capo della Corte d’Appello di Reggio, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio; l’avvocato Rocco Zoccali; l’ex presidente della Reggina calcio, Pino Benedetto.

«Sorprende che l’avvocato Romeo sia ancora baricentro di rapporti che presiedono le più importanti proiezioni economiche nella città di Reggio Calabria nonostante in passato egli sia stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa». A dirlo, incontrando i giornalisti, è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. Secondo l’accusa, Romeo e gli altri fermati, si muovevano in  stretta connessione curando rapporti con la politica e la pubblica amministrazione a prescindere dai partiti per ottenere favori. In particolare si sarebbero serviti delle loro entrature con la politica e con le pubbliche amministrazioni per ottenere vantaggi in grado di condizionare l’economia e l’imprenditoria a Reggio Calabria attraverso l’avvio di importanti iniziative commerciali, come la “Perla dello Stretto”, un maxi centro commerciale situato a Villa San Giovanni. «Il gruppo – ha sottolineato Cafiero de Raho – aveva nei fatti preso il controllo del centro “Perla dello Stretto”, già sede della filiale Fiat di Reggio. La figura di Romeo emerge come elemento coagulante ai fini della ripresa delle attività commerciali dentro questa grande struttura. Di fatto egli era a capo di un consorzio di cui facevano parte numerosi imprenditori che beneficiano tuttora di punti vendita all’interno della struttura. Chi tentava di ribellarsi a quelli che si possono definire contratti capestro veniva intimidito e colpito come è capitato ad un commerciante che ha avuto il punto vendita incendiato. Il lavoro della Guardia di Finanza testimonia quanto sia ancora difficile per gli imprenditori onesti poter lavorare a Reggio, mentre tutto diviene facile per quegli imprenditori che si affidano alla ‘ndrangheta e trovano porte aperte. L’avvocato Romeo governava una struttura relazionale in grado di gestire un enorme potere di indirizzo sulle sorti delle principali attivita’ economiche cittadine, enfatizzato dalla situazione di disoccupazione, emergenza di cronico fattore di sottosviluppo. Un sistema asfissiante, perché, come è stato accertato, in grado di influenzare anche la pubblica amministrazione e la politica». Cafiero de Raho ha sottolineato che «la politica in un territorio come questo deve allontanare quei personaggi che continuano ad essere protagonisti nonostante condanne mafiose. Insisto, è triste notare come attorno a questi personaggi si coagulino le più importanti iniziative economiche sul territorio. Eppure tutti conoscono questi personaggi, sanno chi sono ma continuano a farli prevalere. La Calabria deve fare una enorme selezione dei finanziamenti che arriveranno per lo sviluppo affinché non finiscano nelle mani dei mafiosi». Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il comandante regionale della Guardia di finanza Gianluigi Miglioli, il comandante provinciale Alessandro Barbara, ed il tenente colonnello Mario Intellisano.

Corigliano, arresto per furto ad anziana signora

CORIGLIANO CALABRO (COSENZA)- Nella serata del 9 maggio i militari della Stazione di San Giorgio Albanese  unitamente a quelli del Nucleo Operativo della Compagnia di Corigliano Calabro hanno tratto in arresto un 26enne pregiudicato del luogo con l’accusa di rapina. Il ragazzo aveva strappato di dosso una collana in oro ad una 76enne del luogo, provocandole lievi lesioni, per poi dileguarsi a bordo di un’autovettura condotta da un complice al momento ignoto. Il mezzo rinvenuto è risultato anch’esso rubato ai danni di un rivenditore del luogo, al quale è stato restituito. Al momento della perquisizione l’arrestato è stato trovato in possesso complessivamente di euro 200 (duecento) in banconote false di vario taglio, poste a sequestro. Dopo l’arresto il ragazzo è stato condotto presso la casa circondariale di Castrovillari.

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Ndrangheta, il sottosegretario Bianchi si esprime sulle confische nel territorio reggino

ROMA-  “Un altro duro colpo alle cosche operanti nel territorio di Reggio Calabria che soffocavano l’economia della città e delle attività commerciali dei cittadini per bene”. Così Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e deputato del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc), commenta l’operazione “Fata Morgana” che ha portato al sequestro di beni per 34 mln di euro e sventrato il cartello criminale.

'NDRANGHETA: OPERAZIONE DEI ROS IN LIGURIA, 12 ARRESTI

E aggiunge: “Un lavoro prezioso della Guardia di Finanza e della direzione distrettuale antimafia, ai quali rivolgiamo le congratulazioni per questa brillante operazione, che ha portato a smascherare un’organizzazione strutturata e che rappresentava un peso per tutta la comunità”.