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‘ndrangheta, da Cassazione sì a ricorso Dda su arresto Trematerra

CATANZARO – La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla Dda di Catanzaro contro la decisione con cui il Tribunale della Libertà aveva rigettato l’appello per il mancato arresto dell’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, indagato per concorso esterno e corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta “Acheruntia” condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni. I giudici della Suprema corte, giudicando “erronea” la decisione del riesame, hanno quindi rinviato gli atti al Tribunale di Catanzaro che dovrà nuovamente motivare sulle esigenze cautelari. Al centro delle indagini i legami tra Trematerra e l’ex consigliere comunale di Acri Angelo Gencarelli, considerato dagli inquirenti vicino della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”. Lo scorso 7 luglio il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro aveva negato l’arresto del politico. La decisione del Gip era stato poi confermata il 18 dicembre dai giudici del Tribunale della libertà.

Scommesse illegali online, 107 indagati in tutta Italia. Un sequestro anche a Cosenza

PALERMO – Sono 107 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta contro un vasto giro di scommesse illegali online su tutto il territorio nazionale. Gli agenti della Polizia di Postale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di persone responsabili di associazione a delinquere finalizzata all’organizzazione e alla raccolta illegale di gioco d’azzardo on line in Italia e all’estero. In particolare, 13 persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari, 46 sono state interessate dal sequestro preventivo dei loro esercizi commerciali, mentre a 48 sono stati notificati gli avvisi di garanzia. Due i gruppi criminali a cui facevano capo i vari consociati della “rete”. Le indagini sono state avviate dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania, con il coordinamento del Servizio Centrale di Roma, che nel 2015 ha rilevato l’esistenza di 7 siti web di scommesse on line con piattaforme di gioco a Malta. Una lunga attività investigativa, avviata sul web, con monitoraggi ed attività di ricerca, e proseguita con intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti e appostamenti. Le città interessate dall’inchiesta sono Catania, Ragusa, Messina, Siracusa, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Trapani, Cosenza, Cagliari, Foggia, Brindisi, Milano, Napoli, Salerno, Caserta, Avellino, Roma e Venezia. L’applicazione degli arresti domiciliari ha riguardato i promotori e/o organizzatori di due distinte associazioni. Nella prima sono coinvolte 13 persone: quattro imprenditori, quattro disoccupati, quattro impiegati e un operaio edile. Nel corso delle indagini sono emersi contatti di alcuni affiliati al gruppo, con un ex ispettore della polizia maltese che si occupava di criminalità economica, di recente arrestato nell’ambito di un’altra indagine. Il giro di affari smantellato è stimato in diversi milioni di euro al mese. L’enorme fiume di denaro illecitamente accumulato, veniva poi riciclato attraverso la “polverizzazione” di successive operazioni anche in rete. I 46 esercizi commerciali ritenuti centri di scommesse clandestine sono stati sequestrati a Catania (15), Palermo (6), Ragusa (2). Siracusa (1), Messina (1), Caltanissetta (1) Trapani (1), Cosenza (1), Roma (2), Caserta (1), Salerno (3), Napoli (4) e Cagliari (8).

Cancella verbale di contravvenzione al figlio del boss, sottufficiale posto ai domiciliari

Reggio Calabria (Rc) – Un sottufficiale in servizio nella Capitaneria di porto di Reggio Calabria, Francesco Chilà, di 48 anni, é stato arrestato dalla Squadra mobile reggina e posto ai domiciliari con l’accusa di avere “cancellato” un verbale di contravvenzione che era stato elevato al figlio del boss della ‘ndrangheta Roberto Franco, di 56 anni, sorpreso alla guida di un’acquascooter senza il casco protettivo obbligatorio. Agli arresti domiciliari é stato posto anche il giovane al quale era stata elevata la contravvenzione, Francesco Franco, di 24 anni, mentre al padre di quest’ultimo, Roberto, di 56 anni, presunto capo dell’omonima cosca federata con quella dei De Stefano e già in carcere perché arrestato dalla stessa Squadra mobile di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Sistema Reggio” del 15 marzo scorso, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della Dda reggina, é stata notificata in carcere

Cosenza, sequestrate 24 macchine da gioco illegali

COSENZA  – Ventiquattro apparecchi da gioco e intrattenimento sono stati sequestrati in due esercizi commerciali dalla Guardia di finanza di Cosenza che ha segnalato tre persone, che rischiano sanzioni per 500 mila euro, all’Agenzia delle Dogane e all’Azienda Monopoli di Stato.
Gli apparecchi sequestrati dai finanzieri, che sono risultati totalmente illegali perché privi delle licenze previste, apparivano destinati all’acquisto di ricariche telefoniche e di beni on line e, solo attraverso una combinazione di tasti, consentivano l’attivazione dei giochi illegali. In modalità “stand by” gli apparecchi mostravano i loghi dei gestori telefonici o di siti di shopping on line.
La totale illegalità degli apparecchi da gioco, secondo quanto appurato dai finanzieri, ha consentito al titolare dell’attività di impostare le percentuali di ritorno delle giocate in vincite a proprio favore, disattendendo la normativa di riferimento e assicurando così elevati introiti e bassissime erogazioni di vincite.

Lavori non autorizzati nel Parco del Pollino. Sequestrata un’area di 5.000 mq

ROTONDA (PZ) – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Civita hanno posto sotto sequestro in località “Scariano” un’area di circa 5000 metri quadri, all’interno della zona 2 del Parco Nazionale del Pollino. Nell’appezzamento di terreno vincolato è stata riscontrata l’eliminazione della macchia mediterranea presente a seguito di alcuni lavori di movimentazione terra.  I proprietari, che sono stati deferiti all’autorità giudiziaria, hanno proceduto all’intervento senza l’autorizzazione paesaggistica prevista. Lavori di sbancamento che, secondo gli operatori di polizia, hanno comportato la trasformazione permanente del suolo. L’assenza di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) o di permesso di costruire, nonché di autorizzazione paesaggistica per l’estirpazione della macchia mediterranea presente sul fondo ha fornito gli elementi per poter procedere al sequestro penale. Durante il controllo, il personale Forestale ha accertato che le violazioni sono state eseguite con un mezzo meccanico. L’area interessata al sequestro ricade all’interno della “ZPS” che ricopre tutto il Parco Nazionale del Pollino.

Giochi illegali e truffaldini, 24 apparecchi sequestrati nel cosentino

COSENZA – 24 apparecchi da gioco e intrattenimento nascosti all’interno di due esercizi commerciali e di un circolo privato sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza. Si tratta dei cosiddetti ”totem”, postazioni telematiche collegate via internet alla rete telematica dell’Azienda dei Monopoli di Stato che gestisce i giochi tramite soggetti concessionari autorizzati. Gli apparecchi sequestrati sono risultati privi delle autorizzazioni previste quali la licenza di pubblica sicurezza, i certificati di conformità tecnica e il nulla osta di distribuzione dell’Azienda dei Monopoli di Stato. Gli apparecchi apparivano destinati all’acquisto di ricariche telefoniche e di beni on line e solo attraverso una combinazione di tasti si attivavano i giochi illegali. Quando non c’erano giocatori i totem venivano mantenuti in modalità ”stand by” e mostravano i loghi dei gestori telefonici e di siti di shopping on line. La totale illegalità degli apparecchi da gioco consentiva al titolare dell’attività di impostare le percentuali di ritorno delle giocate in vincite a proprio favore, assicurando così elevati introiti e bassissime erogazioni di vincite. Anche i minori potevano accedere alle slot illegali. I finanzieri hanno così segnalato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli tre persone che ora rischiano sanzioni complessive per oltre 500mila euro, oltre alla confisca delle apparecchiature di gioco illegale. (immagine di repertorio).

Rende, morto il giovane che si è lanciato dal balcone dopo aver accoltellato il coinquilino

IMG-20160503-WA0005RENDE (CS) – Marco Santoro, di 20 anni, studente universitario, è morto dopo essersi lanciato dal balcone della casa in cui viveva a Rende dopo avere ferito a coltellate un coetaneo. Il giovane ed il ferito vivevano nella stessa casa nei pressi dell’Università della Calabria alla quale erano entrambi iscritti. Sull’episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Rende. Il ferimento è accaduto al culmine di una lite scoppiata tra i due giovani per cause in corso d’accertamento. Santoro si è suicidato dopo che la persona che aveva ferito si è allontanata in cerca d’aiuto. Rimasto solo in casa, si è lanciato dal balcone di casa ed è morto all’istante. Sul posto si sono recati anche il 118 ed i vigili del fuoco che hanno cercato di salvare il ragazzo trasportandolo d’urgenza all’ospedale di Cosenza dove però è stata accertato il decesso.IMG-20160503-WA0007

Tragico incidente a Lamezia, muoiono due ragazzi

LAMEZIA TERME (CZ) – Due giovani, di 21 e 23 anni, hanno perso la vita la scorsa notte in un tragico incidente stradale a Lamezia Terme. Secondo una prima ricostruzione della dinamica, si è trattato di uno scontro frontale verificatosi in Via dei Bizantini. Per estrarre i corpi dalle lamiere si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Una delle vittime è morta sul colpo, l’altra è spirata poco dopo l’arrivo in ospedale.

Operazione dei carabinieri tra Cosenza e Rogliano. Quattro arresti

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COSENZA – Operazione antidroga dei carabinieri della compagnia di Rogliano. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, i militari dell’arma, insieme al personale del Nucleo cinofili di Vibo Valentia, hanno eseguito quattro provvedimenti di custodia cautelare, di cui tre a Rogliano ed uno a Cosenza, oltre a numerose perquisizioni tra il capoluogo bruzio e l’area del Savuto. Gli arrestati, tutti associati al carcere di Cosenza, sono Cesare Vittorio Altomare, 38 anni, Roberto Olibano 22 anni, Giovanni Pagliaro 49 anni tutti di Rogliano, e Salvatore Carbone, 31 anni di Cosenza. L’operazione, denominata “Willy”, ha consentito di smantellare un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono cominciate nel 2012, prendendo spunto da una perquisizione, veicolare e personale, avvenuta nel dicembre 2012 nel Comune di Marzi. Grazie poi a numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali su autovetture e a servizi di osservazione posti in essere dagli investigatori nel momento in cui avvenivano gli incontri tra pusher ed acquirenti, tutti giovani, è stata individuata la rete di spacciatori. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati circa 500 grammi di hashish e 1000 grammi di marijuana. Gli indagati sono accusati di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Vi proponiamo l’intervista realizzata da Salvatore Bruno con il comandante Giovanni Caruso.

Rende, omicidio a colpi di pistola vicino l’università

DattoliRENDE (CS) – Si chiama Damiano Galizia, 31 anni, l’uomo il cui cadavere è stato rinvenuto la notta scorsa a Rende, in un’abitazione di Contrada Dattoli, nei pressi dell’Università della Calabria.  L’uomo è stato ucciso a colpi di pistola. Per l’omicidio, le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza hanno portato all’emissione del fermo di Polizia Giudiziaria nei confronti di Francesco Attanasio, 33 anni, dopo che questi è stato sottoposto in qQuestura ad un lungo interrogatorio alla presenza del magistrato di turno, il Pm Giuseppe Visconti. Secondo la ricostruzione degli investigatori, martedì scorso, 26 aprile, la vittima si  è incontrata, nei pressi dell’uscita autostradale di Cosenza Nord,  con Attanasio per discutere di alcune vicende personali, tra le quali l’acquisto di un’autovettura. Nella circostanza Attanasio Francesco  nato a CS il 27.05.83avrebbero dovuto discutere anche di un debito che il presunto assassino aveva contratto nel mese di gennaio scorso con Galizia. Esasperato dall’atteggiamento pressante di Galizia determinata dalla mancata restituzione del denaro, Francesco Attanasio avrebbe condotto la vittima in una villetta a due piani di cui aveva disponibilità, nella zona universitaria. Qui sarebbe scoppiata una lite furibonda al culmine della quale Francesco Attanasio avrebbe estratto una pistola calibro 9 dalla cintura dei pantaloni, con cui da breve distanza avrebbe esploso quattro colpi di arma da fuoco contro il Galizia. Successivamente ha lasciato lì il corpo esanime della vittima ritornando nella villetta il giorno dopo. Ha quindi pulito il pavimento dalle macchie di sangue ed ha avvolto il corpo di Galizia all’interno di un tappeto, fissandolo con nastro adesivo e sigillandolo con alcuni sacchetti di plastica. Nella serata di ieri in Questura ha spiegato le motivazioni che lo avrebbero portato ad uccidere il Galizia, facendo ritrovare il corpo alle prime ore della mattinata odierna. La presunta arma del delitto, una pistola Beretta, rinvenuta a seguito di perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Francesco Attanasio, è stata sequestrata.