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Rende, extracomunitaria possibile topo d’appartamento. Trovati segni in diversi palazzi

RENDE (CS) – Ieri pomeriggio, sulla pagina Facebook Spotted Unical NUOVO, è stata segnalata una notizia importante e allo stesso tempo particolarmente inquietante che, dai commenti al post, sembra essere stata notata da molti.  Una donna di origine extracomunitaria accompagnata da una bambina, con la scusa di vendere accendini, avrebbe lasciato alcuni segni accanto al campanello di alcuni appartamenti nella zona di Quattromiglia: SI, NO ed altri simboli. Il consiglio a tutte le persone che abitano in zona è quello di controllare con estrema attenzione le proprie abitazioni e di rivolgersi alle autorità competenti in quanto questi segni potrebbero rappresentare messaggi in codice per malintenzionati. Oltre ai più di 200 mi piace allo stato, alcuni ragazzi avrebbero risposto confermando la fondatezza della notizia. Tra le abitazioni già “visitate” dalla donna sembrano esserci quelle del palazzo La Perla, il palazzo ubicato dietro l’Hotel Majorana, i Torricelli. Non è escluso che a questo punto la lista potrebbe allungarsi.

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Concetta Galati

Reggio Calabria, Dda confisca beni per un valore di 1,5 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – La Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha ottenuto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale un provvedimento di confisca preventiva di beni mobili ed immobili per un valore di circa 1,5 milioni di euro riconducibili al patrimonio di Giuseppe Panuccio, di 85 anni di Taurianova e di Gaetano Merlino. I due sono ritenuti appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta dei “Maio”, operante nella frazione San Martino del comune di Taurianova (RC). L’attività costituisce la prosecuzione dell’operazione denominata “Tutto in famiglia”, nell’ambito della quale Panuccio e Merlino erano stati indagati e successivamente condannati, in appello, entrambi a 12 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso. L’operazione “Tutto in famiglia” ha consentito di delineare gli aspetti strutturali e quelli operativi della cosca operante a San Martino di Taurianova, dimostrando che in quel territorio esiste una locale di ‘ndrangheta, costituita in società, attesa la documentata esistenza di una “società maggiore” e di una “società minore”, qualificando il ruolo di Michele Maio appunto in “capo società”. Questo provvedimento, scaturito dalle risultanze investigative patrimoniali del reparto operativo dei carabinieri di Reggio Calabria, che hanno consentito di accertare illecite accumulazioni patrimoniali, riguarda un’impresa operante nella coltivazione di agrumi, undici tra unità immobiliari e terreni ubicati in Taurianova, Varapodio, Rizziconi e Oppido Mamertina, nel Reggino, svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative riconducibili ai destinatari del provvedimento.

Sistema Rende, lunedì la decisione sulla scarcerazione degli indagati

CATANZARO – Slitta la decisione del tribunale del riesame in merito all’istanza di scarcerazione di Sandro Principe, Giuseppe Gagliardi, Rosario Mirabelli, Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo, ancora agli arresti domiciliari perché accusati, nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema”, di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino. Il ricorso dei legali che assistono gli indagati è stato discusso in giornata nel corso di un’udienza protrattasi per oltre sei ore. I difensori degli indagati (gli avvocati Franco Sammarco, Franz Caruso, Giovanni Merante, Francesco Calabrò) hanno portato all’attenzione del giudice elementi che dimostrerebbero l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati, insistendo per la loro scarcerazione. A rappresentare l’accusa erano presenti in aula il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e il sostituto Pierpaolo Bruni. I magistrati della Dda hanno depositato un verbale con le dichiarazioni di Amerigo Castiglione, candidato a sindaco di Rende nel 2011, e una nota del segretario comunale di Rende sulla nomina a dirigente di Ernesto Lupinacci. La decisione del Tribunale è attesa per lunedi’.

Rende, bloccati i lavori sull’Emoli: violate le normative ambientali

RENDE (CS) – A seguito di una serie di controlli effettuati nei giorni scorsi, il Comando di Cosenza del Corpo Forestale dello Stato ha bloccato i lavori di messa in sicurezza del torrente Emoli, in località piano di Maio nel comune di Rende. I lavori erano stati affidati dal Comune di Rende a una ditta agroforestale di Acri, e prevedevano la messa in sicurezza dell’alveo del torrente per una lunghezza di circa 10 km.

Insospettiti dalla presenza dei dipendenti della ditta che stavano effettuando lavori di disboscamento nei pressi del torrente, gli uomini del CFS hanno provveduto al controllo degli atti amministrativi necessari ad effettuare tali lavori, constatando una sostanziale difformità con le normative ambientali, in quanto “i lavori di disboscamento venivano effettuati in assenza della necessaria autorizzazione paesaggistico ambientale in considerazione che tali attività sono state effettuate su area sottoposte a vincolo paesaggistico ambientale per legge quali area di rispetto dei fiume e torrenti iscritti negli elenchi delle acque pubbliche della Provincia di Cosenza e in quanto aree boscate per come definito dalla vigente normativa in materia” – come si legge in una nota del Comando Provinciale di Cosenza del CFS.

Al titolare della ditta sono stati contestati i reati di violazione della normativa sui beni ambientali, e la legna illecitamente abbattuta è stata posta sotto sequestro, previa convalida della Procura di Cosenza.

L’intervento del Corpo Forestale – si legge ancora nella nota – ha fermato una attività che avrebbe provocato danno all’ambiente, limitando il taglio ad una area di poche migliaia di metri quadri. Tali aree infatti svolgono una importante funzione ambientale oltre ad essere una nicchia ecologica per numerose specie di animali e vegetali“.

Rossano: cala la differenziata, aumenta la Tari?

ROSSANO (CS) – Cala la percentuale di raccolta differenziata e si rischia l’ulteriore aumento della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARI). Il Commissario straordinario Aldo Lombardo si appella al senso civico della cittadinanza affinché si rispettino le regole e si riavvii il processo di conferimento nelle apposite isole ecologiche di prossimità, predisposte su tutto il territorio comunale. Nel frattempo, per tamponare e arginare il fenomeno dell’abbandono improprio della spazzatura soprattutto nelle aree periferiche, il Viceprefetto ha chiesto alla Polizia Municipale di avviare maggiori e più serrati controlli.

C’è il rischio – dichiara Lombardo – così come emerso nel corso di un incontro operativo con l’azienda che si occupa del servizio di raccolta rifiuti, che nei prossimi mesi si possa verificare un aumento della Tari, in quanto si è registrata una diminuzione della percentuale di raccolta differenziata che potrebbe fare scattare una penalità sulla tariffa di conferimento dei rifiuti in discarica. Per evitare che tale situazione possa gravare ulteriormente sulle tasche dei contribuenti faccio appello a tutta la cittadinanza affinché si impegni di più e meglio a partecipare al progetto di raccolta differenziata ma soprattutto a segnalare alle autorità preposte quanti non rispettano le regole. Considerato che – avvisa il Commissario straordinario –, per colpa di pochi, tutta la comunità potrebbe pagarne le conseguenze“.

Intanto, proprio nella giornata di ieri, in adesione alle direttive del Commissario straordinario Lombardo, è stata portata a termine dalla Polizia Municipale una prima vasta operazione attraverso la quale si è giunti all’individuazione di numerose criticità su tutto il territorio comunale. Nel corso dell’attività di accertamento, coordinata dai dirigenti del Corpo, i vice comandanti Giuseppe Calabrò e Pietro Pirillo, e dall’ispettore Gennaro Arcovio, sono state elevate ben 23 contestazioni, la maggior parte delle quali circoscritte alla sola area di Pantano Martucci, sui confini del territorio comunale.

Cosenza, serpente crea il panico in pieno centro. Catturato dalla polizia provinciale

COSENZA – Un serpente è stato catturato nel pieno centro di Cosenza dagli agenti della Polizia provinciale. Alcuni cittadini avevano segnalato la presenza del rettile in via XXIV Maggio e gli agenti sono riusciti a bloccarlo. Si tratterebbe di un esemplare appartenente alla specie Biacco (Coluber viridiflavus), un serpente non velenoso, che vive generalmente in ambienti agresti e vicino ai corsi d’acqua. Il rettile è stato poi liberato in una zona di campagna, molto lontana da centri abitati.

Pesca illegale, la Guardia Costiera sequestra 30 chili di pesce spada

Roseto Capo Spulico ( Cs) – Proseguono incessanti i controlli sulla filiera ittica da parte della Guardia Costiera di Corigliano Calabro. Numerosi sono stati, infatti, i controlli a terra ed in mare, specie nelle zone a maggiore frequenza di unità da pesca, finalizzati a prevenire e reprimere la pesca illegale, con particolare attenzione a quella esercitata con attrezzi non consentiti ovvero in violazione della normativa che prevede le taglie minime, posta in essere sia da pescatori sportivi che professionali. Solo nella giornata di lunedì il personale militare del Compartimento marittimo, in località Roseto Capo Spulcio, ha proceduto ad effettuare il sequestro di oltre 30 chili di pesce spada (Xiphias Gladius) al di sotto della taglia minima prevista dalle vigenti normative. Il responsabile è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari per la violazione degli artt. 7, comma 1, lettere a) e b) del D.Lgs. 4/12, art. 15 del Regolamento (CE) 1967/2006 e Raccomandazione ICCAT 11-03 punita dall’art 8 del D.Lgs. 4/12. “Questa operazione – come precisa il Comandante, Capitano di Fregata (CP) Francesco PERROTTI, – si inserisce nell’arco di una ben più ampia attività di repressione e prevenzione degli illeciti in materia di pesca da parte della Guardia costiera che, solo nell’ultima decade di marzo, ha raggiunto risultati di rilievo ponendo sotto sequestro quasi mezza tonnellata di prodotto ittico sotto misura. L’impegno della Guardia Costiera a tutela delle risorse ittiche prosegue quotidianamente a terra e  per mare, peraltro anche in stretta sinergia con la Capitaneria di porto di Taranto, con tolleranza zero verso coloro che effettuano attività illecite, a garanzia dei consumatori e di coloro che praticano la pesca nel rispetto delle regole e in modo sostenibile per l’ambiente”.

“Tempa Rossa”, indagati anche in Calabria

Tocca anche la Calabria l’indagine sull’Eni, denominata Tempa Rossa, costata le dimissioni al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. Secondo la Procura di Potenza, gli scarti petroliferi venivano smaltiti nei siti di Lamezia, Gioia Tauro e Bisignano, dopo la modifica dei codici e l’artificiosa trasformazione, almeno sul piano formale, da rifiuti pericolosi a non pericolosi. Secondo le indagini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, questo sistema consentiva un notevole risparmio nei costi di smaltimento, quantificabile in svariati milioni di euro annui. Al momento in Calabria sono indagati Rocco Aversa, Antonio Curcio e Salvatore Mazzotta della ditta Ecosistem Srl, Giuseppe Fragomeni e Maria Rosa Bertucci per la Iam di Gioia Tauro e Vincenzo Morise amministratore unico della Consuleco di Bisignano.

Sequestrati 3000 capi contraffatti

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha sequestrato tremila capi di abbigliamento ed accessori con marchi contraffatti. Sequestrati anche tre veicoli e denunciato sei persone. Al termine di una serie di indagini, i finanzieri hanno individuato i flussi di approvvigionamento dei mercati rionali riuscendo così a intercettare la merce.

L’operazione si inquadra nell’ambito della lotta alla contraffazione disposta e coordinata dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria.

Migranti, 314 in arrivo a Crotone

ROMA – Questa mattina la Guardia Costiera ha soccorso un barcone con 314 migranti a bordo partito dall’Egitto e che si trovava in precarie condizioni nelle acque del Canale di Sicilia. La richiesta di aiuto era arrivata alla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da un telefono satellitare. Sul punto indicato è stato inviato dapprima un Atr42 della Guardia Costiera italiana, che ha individuato i migranti, e poi un velivolo spagnolo dell’agenzia Frontex che è rimasto in zona fin quando due unità della Guardia Costiera italiana non hanno raggiunto il barcone. I migranti – siriani, eritrei, somali, etiopi, palestinesi e delle Comore – sono stati soccorsi due motovedette della Guardia Costiera, CP326 di Roccella Jonica e CP323 di Siracusa, ed in seguito sono stati trasbordati su Nave Dattilo Cp940. Ora il convoglio delle unità della Guardia Costiera con a bordo i migranti sta facendo rotta verso il porto di Crotone dove arriverà in giornata.