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Gabriele Panico Play De Seta4 al Teatro Auditorium Unical

COSENZA – Dopo lo straordinario successo della serata di apertura di questo secondo ciclo di sonorizzazioni targate “Cine/Ma/Live”, il secondo appuntamento in programma sarà un omaggio al grande regista Vittorio De Seta, scomparso poco più di un anno fa, dopo aver trascorso l’ultima parte della sua vita nella sua amatissima Calabria.

Protagonista di questo omaggio sarà il compositore Gabriele Panico (in ambito elettronico conosciuto anche con lo pseudonimo Larssen), che si sta dedicando da tempo ad uno studio personale che prevede la ri-sonorizzazione dal vivo di tutti i documentari realizzati da De Seta tra il 1954 e il 1959. “Play De Seta4” prevede, nello specifico, la sonorizzazione dei documentari intitolati “Isole di fuoco”, “Surfarara” , “Pescherecci” e “Parabola d’oro”.

Nel pomeriggio, dalle ore 15 alle ore 16, Gabriele Panico incontrerà studenti e pubblico all’interno del corso di Istituzioni di cinema, tenuto dal professore Daniele Dottorini, presso l’aula N del cubo 18C (piano terra) del Campus di Arcavacata.
“Cine/Ma/Live” è un progetto ideato e curato dall’Associazione Culturale “Fata Morgana”.
accolto e sostenuto dal Centro Arti Musica e Spettacolo dell’Università della Calabria che gestisce il Teatro Auditorium Unical, uno dei più grandi e innovativi teatri del Sud Italia e fiore all’occhiello del Campus di Arcavacata. “Cine/Ma/Live” è realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale “Il filo di Sophia” ed è inserito all’interno del progetto arTau Arti Assolutamente Urgenti / Sezione Cinema.

Questo secondo ciclo targato “Cine/Ma/Live” sarà sviluppato su tre serate e si concluderà martedì 14 maggio, con un omaggio a Erik Satie, curato dal maestro Michele Pisciotta, con la sonorizzazione del film “Entr’act” di René Clair su partitura originale di Erik Satie.

#Neoeroina, quarto appuntamento delle XIV Stagione teatrale di Castrovillari

CASTROVILLARI (CS) – #Neoeroina  dell’associazione culturale Zahir, è il quarto appuntamento in cartellone della XIV Stagione teatrale comunale di Castrovillari.

Fortemente voluta dal sindaco Lo Polito e da tutta l’amministrazione comunale la kermesse, che si svolgerà al Teatro Sybaris fino al 18 maggio, è legata  a tematiche sociali e di particolare attualità, contaminazioni, nuovi linguaggi e opere della tradizione del teatro.

#Neoeroina , in scena giovedì 18 aprile alle 21,00, è scritto  e diretto da Ernesto Orrico, che si è avvalso della collaborazione alla drammaturgia di  Vincenza  Costantino. Sulla scena Maria Marino, da voce e corpo ad una crudele e dolcissima ballata pop, offrendosi con disincanto e ambizione, agli occhi degli altri senza temerne il giudizio.

È il ritratto, senza pietà e senza moralismi, di una condizione  –  quella femminile – che non vuole più, mai più, essere una “condizione” ma una realtà, fatta di un corpo, di azioni e di pensieri.

Il nuovo libro di Raffaele Gaetano alla Settimana provinciale della Cultura

CROTONE – Nell’ambito della “Settimana provinciale della Cultura” martedì 16 aprile alle ore 11.00, nella sala “Paolo Borsellino” della Provincia di Crotone, verrà presentato il libro “La Calabria nel viaggio pittoresco del Saint-Non” di Raffaele Gaetano.  Cinque anni di lavoro,  un colto e raffinato saggio introduttivo sull’intensa stagione del Grand Tour ed i suoi intrecci con il Voyage Pittoresque, le biografie dei viaggiatori e i loro ritratti, una nuova traduzione del Viaggio pittoresco in Calabria stretta nel vortice delle emozioni, trentacinque sorprendenti tavole acquerellate una a una.

 

Gabriele Panico “Play De Seta IV”. Sonorizzazione dal vivo dei film di Vittorio De Seta @Cine/Ma/Live #2

Il secondo appuntamento di “Cine/Ma/Live #2″, in programma per martedi 16 aprile  alle ore 21.30, sarà un omaggio al grande regista Vittorio De Seta.Il compositore Gabriele Panico (in ambito elettronico conosciuto anche con lo pseudonimo Larssen) si sta dedicando da tempo ad uno studio personale che prevede la ri-sonorizzazione dal vivo di tutti i documentari realizzati da De Seta tra il 1954 e il 1959. “Play De Seta IV” prevede, nello specifico, la sonorizzazione dal vivo dei documentari intitolati “Isole di fuoco”, “Surfarara” , “Pescherecci” e “Parabola d’oro”.

 

ARTISTIC BIO

Gabriele Panico (1973) è compositore, produttore, performer e studioso di musica contemporanea. Nel 1998 fonda il network LARSSEN, dedicato alla ricerca nella musica elettronica. Dal 2002 le sue opere (per strumenti solo, coro, combo, ensemble da camera, orchestra ed elettroacustica) “Massafoneta” (2005), “Adastra Peraspera” (2007), “Alunaarii” (2006), “Paesaggio Sonoro Tra 15 e 25 Metri: Campanili” (2004), “Radiotecniche 1-8″ (2003-2010), “Pernambuco” (2009) sono state eseguite, tra gli altri, presso: Tokyo National Academy, E-Muzik Prize di Colonia, IRCAM Espace di Parigi, Taukay Festival di Udine, Risonanzexpò di Pescara, Nuova Consonanza di Roma, De Musica – Laboratori di Roma, Cineteca Nazionale di Roma, Urticanti Festival di Bari. Nel 2004, per l’Archivio Nono di Venezia, ha pubblicato uno studio sulla musica e la filosofia compositiva di Luigi Nono. Dal dicembre 2005, il suo catalogo opere è inserito nella Banca Dati dei Compositori Italiani AMIC ed inizia la sua collaborazione con Radio 3 RAI e il CIDIM. Nello stesso anno ha curato i “Seminari sulle musiche del ’900″ e il corso “Rivoluzioni musicali del secondo ’900″ per l’Università degli Studi di Bari. Ha firmato numerose colonne sonore di documentari, cinefiction, spot istituzionali, spot commerciali e video arte per Stefania Casini, Giancarlo Soldi, Pippo Mezzapesa, Sophie e Annalisa Chiarello, Roberto Nanni, Carlo Michele Schirinzi, Edoardo Winspeare, Chiara Idrusa Scrimieri, Gianni De Blasi, Heidi Rizzo, Davide Micocci. Collaborando con Rai Cinema, Fandango, La7, Bizef Produzione, Rai 3 – Ballarò, Kiwido Production, Vivo Film, Fanfara Film, La Fabbrichetta, Minuto D’Arco, La Meridiana, Gruppo Fabbri ed altri. Nel gennaio del 2009, il Festival InContemporanea di Noci (Ba) dedica un’intera giornata alle sue opere per nastro magnetico ed inizia la collaborazione con la Timestretch Edizioni. Nel maggio 2010 è ospite al III Convegno Internazionale di Studi “Musica e Società” organizzato dal MIUR con l’intervento “Regressione del cittadino italiano: impoverimento cognitivo nell’ascolto”, divenendo membro della Commissione per l’Analisi delle Musiche Sperimentali del SIM. Dal giugno 2010 è nominato Compositore Residente e Maestro Concertatore del Popoli Festival, alla guida dell’omonima orchestra. Nel novembre del 2011, l’Urticanti Festival Internazionale di Musica Contemporanea di Bari gli commissiona uno speciale tributo a Gustav Mahler, in occasione del centenario dalla scomparsa del maestro viennese: “Der Abschied Retape” (2011) è stata eseguita il 24.11.2011 presso il gremitissimo Palazzo Ateneo dell’Università degli Studi di Bari, seguito in diretta da Radio 3 RAI e SKY Classica. Nel dicembre del 2011 è ospite del festival Avvistamenti a Molfetta (Ba) dove ha sonorizzato dal vivo “Film” (1965) di Samuel Beckett. Nel marzo del 2012 pubblica il nuovo album “Soundcarraldo”, su CD e Digitale per la Pocket Panther Records e promosso da Puglia Sounds, distribuito da Goodfellas. La musica di Gabriele Panico è disponibile nei principali portali musicali e nei negozi di dischi. Nel luglio del 2012 apre la IX Edizione del Festival Cinema del Reale, con il live “Play De Seta”, sonorizzazione dal vivo di “Isole di fuoco” (1954) del documentarista siciliano; nel dicembre dello stesso anno è ospite della X Edizione di Avvistamenti Festival con il live “Play Marker”, sonorizzazione dal vivo di “La Jetèe” (1962) del regista francese Chris Marker. Nello stesso mese, esegue in prima assoluta il suo “Leviathan” presso la Fondazione Casa Piccinni di Bari (evento a cura dei Conservatori Musicali di Bari, Monopoli e Lecce) e firma la colonna sonora originale del nuovo spot ufficiale di Max Mara – Weekend Collection, Spring/Summer 2013 (prod. USA/Fra/Ita).
Con lo pseudonimo Larssen inizia ad esplorare i sentieri della musica elettronica a metà degli anni ’90. All’attività di dj si affianca presto l’esplorazione per tecniche e macchine che hanno rivoluzionato il modo di intendere e di produrre la club music e le dancehall: sampling, overdubbing, le Roland 303 e 808, i synths analogici e gli inseparabili nastri magnetici. Si è esibito, in djset e in performance live, in numerosi festival, clubs e yards in Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Albania, Grecia, Kosovo, Serbia, Croazia. Ha condiviso il palco con Mouse On Mars (D), Plaid (UK), Jimi Tenor (FIN), MC Navigator (UK), Africa Hitech (UK), Tom Middleton (UK), Skarra Mucci (JAM), Diffrent Styleez (SWE), Jah Sun (USA) e molti altri. Infaticabile producer e remixer, ha prodotto per importanti etichette italiane e, soprattutto, europee come Leef, Diapason, Sonic, Dirty Drop, Heavy Basswheights. Dal 2008 collabora con la Pocket Panther Records, dando alle stampe diversi singoli. Proprio per la label romana, in estate, ha pubblicato il suo nuovo album “Pninism”, promosso da Puglia Sounds e distribuito da Goodfellas, catturando l’attenzione di diversi network come Generation Bass, ZZK, Radio RAI, Radio Popolare, Rogue FM. Divenuto resident dj dell’importante network londinese Nasty FM, diverse testate specializzate (Resident Advisor, Tsugi Magazine, Rolling Stone Magazine, Rumore, Blow Up) lo definiscono “un pioniere della bass music made in Italy, considerandolo un vero e proprio ambasciatore del suono italico nelle più importanti piattaforme europee”. Nell’ottobre del 2012 si è esibito al Koko di Londra e al Ripperton di Brighton ed è stato ospite speciale di Radio Rai per la serie RAI WR8 Mixes; il mese successivo porta a termine una nuova tournèe in Albania, Kosovo e Serbia, fino all’apparizione sul palco principale del Medimex in dicembre. Oltre ai network britannici, nel 2013 riprende la sua attività live radiofonica, curando mensilmente sia la “Mixes Series” per Radio Popolare Catanzaro sia la rubrica “Larssen Box” per Soca Beat (Radio Ciroma / Circuito Radio Sherwood).

Il progetto culturale del Rendano nelle parole di Isabel Russinova

commissione cultura russinovaCOSENZA – Prosa, lirica, musica, balletto. Il Teatro Rendano ha offerto quest’anno alla città di Cosenza un cartellone vario e di notevole livello. Giunti quasi a metà della programmazione, incontriamo il direttore artistico Isabel Russinova.

Approfittiamo del suo soggiorno cosentino per sapere qualcosa di più su come vive il ruolo professionale che ricopre.

Quando entro in teatro sento che è vivo e di questo sono contenta. La mia attività è indirizzata principalmente alla realizzazione di un progetto culturale. Pensare ed organizzare una stagione teatrale per me non significa solo riempire di contenuti uno spazio, ma è soprattutto creare un percorso che restituisca valore alla cultura. In questo periodo di crisi, di difficoltà, di smarrimento, il rischio più grande è che la disperazione incoraggi la brutalità. Siamo come naufraghi in cerca di un appiglio, di approdi stabili e sicuri. La cultura diventa quindi la zattera cui aggrapparsi perché fornisce gli strumenti necessari per aprire la mente e individuare nuove risposte e soluzioni appropriate. Da qui il mio impegno per un percorso culturale che vada oltre il puro intrattenimento, effimero e fine a se stesso. Ritengo sia necessario partire dal recupero della memoria e dallo studio del passato per rintracciare i valori che si sono persi. Non dimentichiamo che stiamo parlando della direzione di un teatro di tradizione, in una città come Cosenza, ricca di storia e di cultura… È un percorso che può essere fatto puntando molto sui giovani e sui più piccoli che costruiscono ora la propria dimensione valoriale. Ieri ad esempio c’è stata in teatro la visita di una scuola ed è stato curioso osservare lo stupore della scoperta negli occhi dei ragazzi, soprattutto mentre visitavano e conoscevano posti un po’ nascosti, come la buca dell’orchestra. A tal proposito vorrei sottolineare che sono contenta di aver ricompattato l’orchestra del Teatro.

Le sue linee guida sono apparse chiare sin da subito: condivisione ampiamente e variamente intesa. Come ha risposto la città di Cosenza?

Il teatro è vivo, pieno, non ricordo una rappresentazione che non abbia avuto una risposta positiva dal pubblico. Mi dà coraggio vedere che la città partecipa e si lascia coinvolgere. So di andare nella direzione giusta. Certo, il lavoro fatto finora si limita ad un tempo di quattro mesi e mezzo, mentre il cammino da fare è ancora lungo per la realizzazione di quel progetto culturale di cui parlavo. È un lavoro che richiede più tempo, costanza, continuità.

Tempo fa ha sottolineato l’importanza del dialogo diretto con il territorio proponendo al pubblico cosentino un questionario anonimo utile all’individuazione di target, gusti e tendenze. Che risultati ha prodotto quest’iniziativa?

Dei risultati di quest’iniziativa si sta occupando l’Ufficio Statistica del Comune. I dati non sono ancora pronti soprattutto perché c’è stato qualche ritardo nella partenza e si può dire che la distribuzione è stata avviata nel mese di marzo. È comunque uno strumento utile per creare un rapporto nuovo con gli utenti: per “coltivare” la relazione con gli abbonati, ma anche per entrare in contatto con chi si avvicina al teatro per la prima volta. Conoscere non solo i gusti relativi alla programmazione degli spettacoli, ma soprattutto capire cosa vogliono avere dal teatro, come lo vorrebbero. Una sorta di grande abbraccio in cui includere tutto il pubblico. Un passo importante nella costruzione di un progetto culturale che abbia una doppia valenza: da un lato un percorso condiviso e quindi vissuto con la città, dall’altro la rivalutazione dell’arte e del bello. Tutto ciò per poter garantire una qualità dell’offerta sempre più alta.

Il teatro viene spesso considerato un luogo di nicchia: tanto bello quanto inaccessibile e faticoso. E spesso si trova a dover fronteggiare l’illusione del successo facile proposto dalla televisione o dal cinema. Quale disposizione d’animo suggerirebbe ad un giovane desideroso di diventare attore di teatro?

Io considero la televisione come uno strumento passivo, che può essere tenuto accesso anche mentre ci si dedica ad altro, quindi seguito con un basso livello d’attenzione e di partecipazione. La fama che deriva dall’essere conosciuti attraverso il piccolo schermo è una strada che illude, i giovani si aggrappano ad una chimera. Quante persone tra quelle che intraprendono questo percorso riescono davvero ad emergere e a distinguersi?

Il mondo dello spettacolo – espressione che sinceramente non mi fa impazzire – non è qualcosa di astratto o un cartone animato, come può apparire per chi lo guarda dall’esterno. È invece una professione, come può essere quella del medico o del giornalista. E come tale deve essere considerata. E per arrivare a realizzare qualcosa occorre necessariamente studiare, conoscere, impegnarsi. Non è un passaggio automatico: come non si può diventare medici da un giorno all’altro, così non ci si può improvvisare nel “mondo dello spettacolo”. Esistono tantissimi attori e anche molto bravi che popolano i nostri teatri, ma non tutti sono necessariamente divi. Sono ugualmente importanti i caratteristi o le varie professionalità che ruotano intorno alle rappresentazioni. Il suggerimento che mi sento di dare è che bisogna misurarsi con le cose, puntando su serietà, impegno, sacrificio, onestà intellettuale. Prepararsi a dover dare di più di quanto si può ricevere in cambio. Vorrei che i giovani imparassero quanto sia importante lo studio della memoria.

Eviteremo retorica e anacronismi ma è fin troppo risaputo che le donne che rivestono ruoli di primo piano, come il suo, talvolta si ritrovano ad avere qualche “difficoltà in più” rispetto agli uomini. Per lei è stato così?

Le donne hanno sempre avuto un ruolo chiave. Oggi, a maggior ragione, il loro apporto è basilare per superare lo stallo in cui ci troviamo. Questa centralità è da attribuire allo spirito di abnegazione e di sacrificio, alla capacità di adattarsi. Certo le donne devono affrontare ostacoli maggiori, mettere in circolo maggiore energia di quella che sarà loro restituita. Ma sono convinta che il lavoro – il lavoro fatto bene – alla lunga viene riconosciuto. Per me di certo è stato così. Non si può stare a guardare.

Concludiamo allora con qualche annotazione sul Gran Galà del balletto di stasera.

È la prima volta che i ballerini del Teatro alla Scala si esibiscono al Rendano. È importante portare a Cosenza le eccellenze affinché costituiscano un riferimento alto cui tendere. Per misurarsi sempre con il meglio, per conoscere, per imparare a valutare. Come avvenuto per Giorgio Albertazzi, Paolo Fresu, Fiorenza Cedolins. La televisione trasforma la qualità dei prodotti che sono nati per altri luoghi. Eventi come quello di stasera hanno bisogno del palcoscenico dei teatri. I risultati eccellenti delle étoiles sono raggiunti a costo di grandi sacrifici e molto impegno, motivo in più per apprezzarle e prenderle a modello di professionalità e competenza.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Italiani in Albania, Albanesi in Italia

Cosenza – Un nuovo monologo per gli appuntamenti del venerdì al Teatro Morelli, un nuovo monologo struggente, toccante, intimo portato in scena da Saverio La Ruina della compagnia Scena Verticale, un monologo che ricorda la storia di intere generazioni di Italiani intrappolati in Albania in un periodo a cavallo tra la fine della seconda guerra mondiale e l’avvento del regime dittatoriale.

Uno spettacolo ispirato a storie vere, storie strazianti di gente rinchiusa nei campi di concentramento e dimenticata per quaranta lunghi anni, storie rimaste lì tra filo spinato, baracche condivise, speranze spente da generali con “divise grigie e verdi che ricordano la merda”; storie consumate e mai raccontate, storie vissute tra torture e prigionia. Saverio La Ruina ha portato così in scena la storia di un popolo, la storia di gente nata nel posto sbagliato e calpestata, annichilita, defraudata per la sola colpa di essere Italiana.

Un album di volti da studiare, da spolverare, da ripetere a rotazione nella mente per non dimenticare chi, in quel campo, ha espiato la sua ingiusta pena a colpi di torture, sevizie, imposizioni e ricatti.

Gente diventata numero in quel campo di concentramento grigio e anonimo, gente figlia di un sistema di asservimento che non ha però annientato il desiderio di sognare, di immaginare

Saverio La Ruina, Foto di Angelo Maggio

l’Italia mai conosciuta, di dipingere la propria vita con colori vivi, sgargianti, luminosi; il regime dittatoriale ha lasciato una scia di terrore ma non ha annientato il desiderio di innamorarsi, di fare figli, di stringere amicizie vere e sincere.

Il campo di concentramento ha trasformato l’uomo in cosa ma non ha cancellato in lui la voglia di conoscere un padre di cui non ricorda nemmeno il volto, una patria portata nel cuore ma

mai avvistata, un senso di autonomia sempre assaporato, una voglia incontenibile di libertà, di sentirsi come i piccioni che volano in cielo e scelgono da sé la propria direzione e di essere, soprattutto, padroni di se stessi, cittadini del mondo anche correndo il rischio di essere definiti Italiani in Albania e Albanesi in Italia.

Si accendono le luci, si apre il sipario e si entra in un film mai visto ma nonostante tutto familiare, un film che va a ritroso per renderci partecipi di una tragedia immane e che per questo va centellinato come quando si beve un liquore troppo forte che brucia in gola, come quando si contano le gocce da diluire in acqua per evitare l’assuefazione. Sì un film da seguire “a sorsi”, da analizzare fotogramma per fotogramma per riconoscervi i volti dei nostri concittadini che potrebbero essere quelle dei nostri padri, delle nostre madri, dei nostri fratelli, dei nostri nonni.

Annabella Muraca

Tributo allo storico cosentino Coriolano Martirano dalla Commissione cultura al Teatro “Rendano”

Cosenza – “Cosenza è una città che è nel mio spirito, nella mia anima e nella quale sono fiero di vivere. Tra i diversi riconoscimenti ottenuti nel corso della mia attività, i due ricevuti dal Comune costituiscono per me il ricordo più bello perché me li ha dati la mia città che amo con tutto il mio cuore”.

C’è un misto di commozione e riconoscenza e tutta la sua dedizione alla città nelle parole dello storico e scrittore Coriolano Martirano, ospite ieri al Teatro “Rendano” della Commissione cultura del Comune di Cosenza, riunitasi in seduta straordinaria per conferire ad una delle personalità di maggior spicco del mondo culturale cosentino un riconoscimento che ha il valore di un doveroso tributo nei confronti di chi, con i suoi studi, l’instancabile ricerca e la sua produzione letteraria, ha fortemente contribuito all’affermazione dell’immagine della città di Cosenza nel resto del Paese. Il Premio conferito a Martirano dalla Commissione cultura segue quello del Pilerio attribuitogli dall’Amministrazione comunale e dal Sindaco Mario Occhiuto l’11 luglio dello scorso anno, in occasione del suo ottantesimo compleanno.

La cerimonia di ieri è stata aperta dall’introduzione del Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro che ha preliminarmente letto un messaggio indirizzato a Martirano dal direttore artistico del “Rendano” Isabel Russinova, trattenuta a Roma da impegni di lavoro. Subito dopo ha ricordato gli aspetti più significativi dell’attività dello storico, segretario perpetuo dell’Accademia cosentina, “una delle personalità – ha aggiunto Nigro – che hanno dato e continuano a dare lustro alla nostra terra.”

L’incontro con Martirano è stata anche l’occasione per presentare in anteprima, con qualche giorno di anticipo sulla presentazione ufficiale programmata per la prossima settimana sul Terrazzo della casa editrice Pellegrini, l’ultimo libro dello scrittore, “Il luogo delle anime”, incentrato sulla suggestiva ipotesi, tutt’altro che peregrina, del passaggio di Dante a Cerenzia, in occasione di un suo viaggio, quasi una fuga, da Napoli in Calabria, per sfuggire a una condanna. Il Sommo Poeta, secondo quanto va sostenendo Martirano nel suo romanzo storico, avrebbe seguito il Vescovo di Siena a Cerenzia, nel versante crotonese della Sila, e una volta all’interno di un’Abbazia avrebbe scoperto un nascondiglio dove è segretamente custodito l’archivio sottratto da Tiberio al Tempio di Gerusalemme, sequestrato poi da Alarico e di cui entrarono in possesso i monaci dell’Abbazia. L’ipotesi di Martirano accredita non solo la presenza di Dante a Cerenzia, ma anche che i luoghi dell’entroterra crotonese potrebbero aver ispirato al Sommo Poeta il suo capolavoro “La Divina Commedia”.

Il relatore Mimmo Frammartino ha ricordato il gemellaggio istituzionale tra Cosenza e Padova cui diede impulso, da amministratore, agli inizi degli anni novanta, prendendo spunto dall’incontro tra le due squadre di calcio. In occasione di quel ponte ideale tra Calabria e Veneto, Coriolano Martirano fece riassaporare alla consistente comunità dei cosentini residenti a Padova l’orgoglio di appartenenza, contribuendo a rinsaldare il legame con le loro radici. La lectio magistralis di Martirano su “Telesio studente a Padova” fu applauditissima e molto apprezzata dal fior fiore degli studiosi patavini.

Lo scrittore, autentico ambasciatore della cosentinità, ha avvertito il bisogno di ringraziare. “Il mio ringraziamento – ha sottolineato Martirano – non nasce come un obbligo, ma come un affettuoso abbraccio. Quello di stasera è uno dei momenti della mia vita destinati a restare vivi per sempre, per la stima che porto al Municipio della mia città perché il Comune è sicuramente la più importante nell’architettura delle istituzioni dello Stato.” Martirano ha ammesso la sua curiosità di storico che spesso entra in contrasto con la storia ufficiale ed indaga fatti per così dire minori o episodici. Cosenza è una fucina di microstorie e Martirano spiega il perché.

Cosenza è l’unica città del Regno delle Due Sicilie che ininterrottamente dal 1200 al 1800 è libera e non feudata e che per tutto questo tempo si è amministrata da sola, sempre nel pieno rispetto delle leggi dello Stato. Quella indipendenza che rappresenta una necessità dello spirito è ancora oggi nella nostra anima. Mi sono dato il compito e l’impegno di consolidare nello spirito dei cosentini l’indipendenza e la libertà.”

Un compito perseguito con impegno, assoluta dedizione negli studi e nella ricerca, ma anche con umiltà e modestia, come ha sottolineato la moglie dello scrittore, Maria Cristina Parise Martirano che sul punto non sempre si trova d’accordo, ma che ha la piena consapevolezza di avere di fronte un grande uomo e se dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, c’è gloria anche per lei!

“Morir sì giovane e in andropausa…” nella stagione teatrale di Castrovillari

CASTROVILLARI (CS) – “Morir sì giovane e in andropausa – atto unico in 7 quadri e canzoni”, con Dario De Luca e la Omissis Mini Orchestra, in programma domenica 14 aprile al Teatro Sybaris ore 18,30, è il terzo appuntamento in cartellone nell’ambito della XIV Stagione teatrale comunale di Castrovillari.

La manifestazione si esplica con un ricco carnet dai nuovi linguaggi della scena contemporanea alle opere legate alla tradizione italiana. Con lo spettacolo di Scena Verticale, sicuramente fra i più attesi, continua la serie di pièces dal forte richiamo sociale e civile, che puntano alle emozioni e alla riflessione, non trascurando però l’ironia.

“Morir sì giovane e in andropausa – atto unico in 7 quadri e canzoni”, fresco vincitore del prestigioso Festival “Roma riparte”, è scritto, diretto ed interpretato da Dario De Luca, sul palco affiancato dai bravi musicisti della Omissis Mini Orchestra così composta: Paolo Chiaia (piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie), Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni). Canzoni e musica sono di Giuseppe Vincenzi.

“Morir sì giovane…” è un progetto con canzoni dalle liriche semplici e con monologhi dal linguaggio chiaro per una sintesi poetica efficace, diretta, in qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta/quarantenni, lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Alla fine della “Traviata”, la giovane Violetta, consumata dalla tisi e in procinto di morire, con l’ultimo fiato che le resta nel petto, riesce a mormorare “Gran Dio, morir sì giovane, io che penato ho tanto!”. Pochi semplici e brevi versi, immortalati dalle note del grande Verdi, che trasmettono tutta la sofferenza, lo sconforto e la disperazione di una giovane che muore nel fiore degli anni. E come Violetta, oggi è questa generazione che muore.

 

 

 

Cineforum LiberalAmente: Cinderella Man – Una ragione per lottare

Giovedì 11 aprile alle ore 21,30, presso la Sala Consiliare del Comune di Rogliano, verrà proiettato il film  Cinderella Man – Una ragione per lottare (2005) diretto da di Ron Howard, secondo cineappuntamento della rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione Culturale “LiberalAmente” di Rogliano.

Braddock è un giovane irlandese cresciuto nelle strade. È una promessa della boxe nella categoria dei massimi leggeri ma si trova costretto a smettere dopo aver perso numerosi incontri. Nel periodo in cui gli Stati Uniti attraversano la Grande depressione, Braddock svolge diversi lavori di fatica, specie come portuale, per mantenere la sua famiglia, ma sogna ancora di tornare alla boxe ad alto livello. Grazie alla cancellazione all’ultimo minuto dell’impegno di un altro pugile, Braddock ha una seconda possibilità per combattere ma si trova ad affrontare il numero due al mondo e viene considerato solo come un allenamento. Braddock stupisce gli esperti del pugilato e i fans mettendo al tappeto alla terza ripresa il suo eccellente avversario. Braddock continua a vincere e in breve tempo viene a rappresentare le speranze e le aspirazioni del pubblico americano alle prese con la Depressione. Soprannominato “Cinderella Man” (“il Cenerentolo”), in una delle più grandi sorprese della storia del pugilato riesce a sconfiggere l’invincibile Max Baer e a divenire il campione mondiale dei pesi massimi.

Ingresso gratuito.


Presentazione del volume ‘Terra Muta’ di Gianni Lannes

COSENZA – Sabato 13 aprile, alle ore 18:00, sul Terrazzo Pellegrini verrà presentato il volume ‘Terra Muta’ di Gianni Lannes. Interverranno: Riccardo Barberi Direttore Dipartimento di Fisica – Unical; Ignazio Guerra Ordinario di Sismologia Dipartimento di Fisica – Unical; Alessandro Guerricchio già Ordinario di Geologia Applicata Facoltà di Ingegneria – Unical; modera Antonietta Cozza Ufficio Stampa LPE; la giornalista Giulia Fresca intervista Gianni Lannes.

‘Terra Muta’ di Gianni Lannes è un libro forte, potente, possente pari ad un tuono che esplode nelle mani e nella testa del lettore. Percorso da una corrente elettrica continua, il libro con una forza perforante racconta dal di dentro fatti e avvenimenti che ci riguardano ma che mediaticamente non hanno alcuna cittadinanza, ribalta visuali prospettiche consolidate , rompe stereotipi e luoghi comuni anacronistici ,smantella le coscienze “anestetizzate e lobotomizzate” da una cecità sempre più ottundente.

Una ragnatela di interrogativi si dissemina tra le pagine di Terra Muta nel mentre l’Autore, adoperando il punto di vista focale di un giornalista coraggioso e controcorrente di nome Lucien, porta il lettore dentro le “macerie” del Belpaese che, attraversato le zoomate ravvicinate di Lucien, assume fattezze raccapriccianti e apocalittiche.

Lutti e sofferenza infinita. L’Italia è scossa da una sequenza insolita di sismi- naturali o artificiali?- che mietono vittime ignare e causano danni incalcolabili. È in atto una guerra ambientale non dichiarata, sottoposta al segreto di Stato. Di mezzo c’è la mano armata di un’entità oscura che minaccia la vita nel Belpaese. Alzi la mano chi sa che il 13 dicembre 2007, addirittura dall’estero, la Costituzione tricolore, repubblicana ed antifascista, è stata di fatto congelata senza “colpo ferire”. E che nientedimeno, al di sopra delle Forze dell’Ordine italiane (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza) s’erge senza alcun controllo della Magistratura e del Parlamento tricolore, un altro organismo con diritto di vita, di morte e di distruzione su chiunque.

Insomma, la democrazia In Italia è stata abolita. Così, dietro le quinte è entrato in scena un insospettabile sistema di potere che dirige l’esistenza nello Stivale a sovranità ormai azzerata. In questi tempi confusi, l’eccesso di informazione si traduce in difetto di sapere.

Ma Gianni Lannes, giornalista italiano, libero e indipendente, ha fatto luce, prove alla mano, su questo mistero, nonostante attentati e minacce di morte. Non più vittime. La sua esortazione è SU LA TESTA, prima che sia troppo tardi, prima che vada in onda il disastro finale sulla pelle italiana.