Archivi categoria: Cultura&Spettacolo

Presentato lo spot promozionale del film “Giulia Montera una vita spezzata”

CORIGLIANO (CS) – Si sono concluse nel migliore dei modi le riprese per lo spot promo-pubblicitario del film “Giulia Montera una vita spezzata”.

La città di Corigliano Calabro è stata letteralmente invasa da tutti i partecipanti allo spot, sia quelli appartenenti al cast degli attori sia quelli del cast tecnico, 39 in tutto. Lo spot è stato girato in alcuni scorci caratteristici di Corigliano, sul sagrato della chiesa di San Francesco di Paola, al castello ducale Città di Corigliano, al quadrato compagna e sull’incantevole spiaggia di Schiavonea. Il set è stato diretto da Roberto Barreca, Responsabile di produzione con la collaborazione di Nadia Iannuzzi, ispettore di produzione, avvalendosi delle seguenti figure professionali, Raffaele Bellopede – regista, Angelo Pascale (tra l’altro anche aiuto regista) e Valentina Albini – cameraman. Al trucco ed acconciature quattro esperte del settore coordinate dalla locale curatrice d’immagine Anna Celestino. Costumista dello spot, la stilista reggina Caterina Ficara.

La produzione UNALOTTAXLAVITA ha ringraziato tutti gli intervenuti per l’impegno profuso e per l’ottimo risultato ottenuto, anche se non sono mancati commenti poco lusinghieri nei confronti di alcuni settori dell’Amministrazione comunale.

A breve lo spot promo – pubblicitario del film sarà messo in onda sulle principali televisioni e radio italiane.

Presso il Centro di Eccellenza si è tenuta la conferenza stampa, alla presenza dell’assessore regionale Mario Caligiuri, dell’assessore provinciale cosentina Maria Francesca Corigliano. Nel corso della conferenza stampa Gabriele Montera, in qualità di presidente dell’Associazione “UNALOTTAXLAVITA”, ha spiegato i perché dello spot e la destinazione dello stesso ai fini promo – pubblicitari finalizzati alla raccolta di sponsorizzazioni. In più occasioni papà Gabriele ha preferito dribblare le domande specifiche sul caso di mala sanità, che ha colpito la figlia dichiarando: “è ancora pendente un processo presso il tribunale di Rossano, ciò mi impone di rimanere in silenzio sui fatti e sugli atti posti in essere. Io sono ottimista, penso a Giulia e guardo al futuro” .  Unanime la voce degli assessori che si sono dichiarati per tramite delle istituzioni rappresentate vicini al caso della piccola Giulia.

La voce di Fiorenza Cedolins apre la 53esima stagione lirica del Rendano

COSENZA – Nel suo percorso artistico ha incontrato i numeri uno della direzione d’orchestra, da Riccardo Muti a Zubin Metha, da Daniel Oren a Lorin Maazel ed ha anche avuto il privilegio di cantare accanto a Luciano Pavarotti. Fiorenza Cedolins è una delle voci più rappresentative del panorama lirico nazionale, molto apprezzata e richiesta all’estero, come testimonia l’Aida di Giuseppe Verdi nella quale canterà da qui a poco in Brasile, al Teatro Municipal di Rio De Janeiro.

Il suo amore per la lirica è equamente distribuito tra Puccini e Verdi, tanto che il soprano si definisce, non senza ironia, una “bigama musicale”, innamorata persa dei due maestri.

Ed è questo amore viscerale per Verdi che la porterà sabato e domenica prossimi al “Rendano” di Cosenza per l’apertura della 53esima stagione lirica, curata dal direttore artistico Isabel Russinova, che ha in programma, come primo titolo in cartellone, proprio un omaggio al compositore di Busseto, in coincidenza con il bicentenario della nascita.

Sabato 2 marzo, alle ore 20,30, la “prima”, domenica 3 marzo, alle ore 17,00, la replica.

“L’Omaggio a Verdi – la vita, le lettere, l’amore” – questo il titolo – è un condensato di prosa, teatro, lirica e sinfonica, in cui il ricordo di Verdi incrocia le sue eroine, soprattutto Giuseppina Strepponi, prima compagna e poi seconda moglie del compositore, con cui Verdi intrattenne un fitto carteggio.

A Cosenza Fiorenza Cedolins, protagonista assoluta dell’omaggio verdiano del teatro di tradizione cosentino, arriverà direttamente da Lugano dove ha avviato, in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera Italiana e in collaborazione con l’Associazione “Lugano lirica”, una serie di corsi di alto perfezionamento squisitamente dedicati al repertorio italiano. “Una bella sfida – la definisce la cantante – con la quale ci siamo proposti di far rinascere l’opera lirica anche a Lugano valorizzando il lavoro attento e minuzioso che si sta portando avanti sui giovani talenti. In questo bicentenario verdiano – prosegue – mi sto gratificando enormemente nel riportare in scena i personaggi che questo grandissimo compositore e tra i più grandi geni della storia ci ha dato. Quindi per me è un particolare piacere, ma anche una responsabilità non da poco, cantare a Cosenza, dove peraltro non sono mai stata, in una serata interamente dedicata a Verdi. Tra l’altro, in questa specialissima occasione, ho scelto per la prima volta di debuttare sulle scene una grandissima pagina della scrittura verdiana che è Macbeth, portando sul palcoscenico del “Rendano” una delle pagine più impervie di tutta la letteratura del compositore. Ci sarà questa esclusiva per Cosenza, nessun altro l’ha ancora ascoltata. L’idea di fare una serata che presenti sì la musica, ma anche un commento recitato che in qualche modo possa delineare anche l’uomo Verdi è un’idea che ho proposto a Isabel Russinova già quattro o cinque mesi fa, all’epoca del nostro primo contatto. E’ bello intonare tutte le romanze, ma perché, mi sono chiesta, data la coincidenza con il bicentenario, non raccontare al pubblico anche aspetti della vita e del carattere del compositore che non tutti conoscono?”

Dai grandi direttori d’orchestra che ha incontrato, Fiorenza Cedolins confessa di aver mutuato molte cose. “Sono stata abbastanza “opportunista” da prendere tutto quello che potevo da tutti. Ho iniziato a cantare professionalmente a ventuno anni. Ho imparato dai colleghi meno in vista, ma anche dai massimi nomi della direzione d’orchestra e della regia. In primis dal maestro Roberto Benaglio, per due anni mio maestro di spartito e con il quale ho messo a punto l’accento verdiano”.

E poi due grandi direttori: Zubin Metha e Daniele Gatti.

E Verdi sarà protagonista anche nel futuro di Fiorenza Cedolins: sarà diretta infatti ancora da Daniele Gatti per la Messa da Requiem al Regio di Parma. La prossima estate poi, il 10 agosto, sarà all’Arena di Verona, ancora con “Aida”, sul podio Daniel Oren, per la regia di Gianfranco De Bosio. Un evento speciale, per il bicentenario della nascita e per il centenario della prima rappresentazione di “Aida” nel tempio della lirica veronese, che risale al 1913.

 

“La scuola diventa digitale”: il 2 -3 marzo prossimi Cosenza ospita l’EbookCamp

COSENZA – Mancano ormai pochi giorni alla quarta edizione dell’EbookCamp, l’evento centrato sul dibattito attorno al mondo degli eBook e dell’editoria digitale, che si terrà nella città dei Bruzi i prossimi sabato 2 e domenica 3 marzo presso la Casa delle Culture, nel centro storico di Cosenza. Tema portante di quest’anno “La scuola diventa digitale”, in riferimento a una questione delicata e dibattuta che negli ultimi tempi sta creando non poco fermento, sia a livello culturale ed editoriale, che a livello sociale e politico. Attesi pertanto, oltre ai classici addetti al settore, giornalisti e lettori, i docenti, diretti interessati degli attesi interventi in programma.

La “non-conferenza” sugli ebook avrà inizio sabato 2 marzo alle ore 14,00 per chiudersi alle 20,00, e riprendere domenica 3 dalle ore 10,00 alle ore 14,00. Gli eventi, ospitati in due delle sale della Casa delle Culture di Cosenza, saranno caratterizzati da una forte connotazione social; sarà la sala “Gullo” a ospitare le conferenze accompagnate da twitter wall, per seguire in tempo reale gli aggiornamenti del social network con possibilità di intervento. Inoltre, è previsto il collegamento via skype per gli oratori che non potranno essere presenti fisicamente alla manifestazione, e il live streaming video degli interventi, trasmesso sul canale web leadtv.it e sul sito dell’Ebook Camp, con tanto di regia multipla e interviste live ai vari partecipanti.

Essendo una non-conferenza collaborativa, all’EbookCamp chiunque avrà la possibilità di “salire in cattedra”: ancora attivo il form per le iscrizioni indispensabile per poter partecipare al dibattito e raccontare, in trenta minuti, la propria esperienza, idee, progetti, novità con a tema il digitale.

Una due giorni che si preannuncia già ricca di interessanti discussioni e dimostrazioni pratiche su quello che oggi è l’editoria digitale italiana, in compagnia degli “addetti ai lavori” ma anche di tanti lettori appassionati e curiosi. Un’occasione importante quella offerta alla città di Cosenza, per fare conoscere la nuova cultura dell’editoria digitale in un territorio che sta dimostrando di essere ormai pronto a cogliere le potenzialità del nuovo modo di fare libri e cultura.

Patrocinato dal Comune di Cosenza assessorato alla “Formazione della coscienza civica, scuola, città a misura di bambino, cittadinanza attiva” e con la collaborazione dell’assessorato all’ “Innovazione, internazionalizzazione, Mediterraneo, università e conoscenze”, l’EbookCamp è organizzato da Simplicissimus Book Farm e Ultima Books – i due giganti della vendita e distribuzione di eBook in Italia – con la collaborazione di Biblon affermata start-up calabrese. Partner per la comunicazione dell’EbookCamp, oltre leadtv.it, il giornale online ottoetrenta.it e l’Ordine degli Architetti della Provincia di Cosenza.

Intervista a Ciccio Rigoli, libraio di Ultima Books e moderatore all’EbookCamp 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

Sabato 2 Marzo

ore 14.00/14.30 – Presentazione

ore 14.30/17.30 – Interventi e dimostrazioni

ore 17.30/18.00 – Break

ore 18.00/20.00 – Interventi e dimostrazioni

 

Domenica 3 Marzo

ore 10.00/10.30 – Inizio giornata

ore 10.30/13.00 – Interventi e dimostrazioni

ore 13.00/13.30 – Chiusura evento

 

 

La passione per il calcio e la suggestione delle radiocronache nel nuovo romanzo di Scaramuzzino

REGGIO CALABRIA – Nel libro “Come quando ascoltiamo le partite alla radio. Storie di sport minuto per minuto” (SEI, Torino, pp. 210, Euro 12) Giovanni Scaramuzzino, calabrese di Roccella Jonica – da tempo nella squadra di “Tutto il calcio minuto per minuto” di Radio Rai – si mette alla prova come scrittore e va addirittura oltre, sorprendendoci nei panni di romanziere.

Dopo l’esordio con il particolare e avvincente “Fino all’ultimo chilometro. Il Giro d’Italia da una motocicletta” (Geo Edizioni), dedicato al grande ciclismo, qui Scaramuzzino spiazza l’ascoltatore, prima ancora del lettore, dando vita a una sorta di opera radiofonico-cartacea in più atti. È come se i protagonisti vivessero contemporaneamente le loro vicende e irrompessero sulla scena incontrandosi, sovrapponendosi, interrompendosi, completandosi e realizzandosi compiutamente proprio come il racconto in diretta di più partite alla radio. E gli stadi calabresi per una volta diventano una sorta di campo principale dell’opera evocando emozioni sempre suggestive.

Particolarmente indovinata, per esempio, la scelta di alcune figure portanti dell’opera: ecco un segretario scolastico che, grazie a una sciarpa a lungo tenuta riposta in un cassetto, riscopre, rivive e rielabora ricordi che si sublimano in un incontro che forse ha poco di casuale.

E poi il rapporto controverso, ma sempre speciale, tra genitore e figlio adolescente. Una storia delicata, suggestiva che si snoda tra le impalpabili onde radio e quelle ben più visibili del Mar Tirreno sul traghetto tra Toscana e Corsica.

Ma probabilmente il personaggio più intenso, controverso e drammaticamente più vero è Fabio, portiere di successo, che in una serata nebbiosa perde la strada di casa “rischiando” – invano, purtroppo – di ritrovare quei valori di uomo che un tempo l’avevano accompagnato, saldi e sicuri, prima di essere sacrificati sul volatile altare dell’effimero.

Il merito maggiore di Scaramuzzino è quello di essere riuscito, scrivendo, a fermare l’attimo e a fermare anche noi. Una sosta che ci “costringe” a riflettere, ma non una frenata brusca: un dolce rallentamento dopo che l’autore ha avuto l’accortezza di bussare e chiedere permesso.

EbookCamp IV: a Cosenza arriva la conferenza “non conferenza” – due chiacchiere con Ciccio Rigoli (Sbf)

COSENZA – I prossimi 2 – 3 marzo il centro storico di Cosenza ospita la IV edizione dell’EbookCamp, una due giornate di dibattiti e dimostrazioni attorno al tema de “La scuola diventa digitale”. Tanto fermento e curiosità attorno a questo evento, seppure ad ospitarlo sia una città ormai avvezza a incontri culturali di ogni genere, continue contaminazioni e vivacità artistica multisettoriale, che trovano il loro centro propulsore nella vicina cittadella universitaria; l’’Ebookcamp, di fatti, sembra distinguersi e attirare l’attenzione per diverse ragioni.

Innanzitutto si parla di ebook. Quel demone o, antiteticamente quell’“uno e trino”, per molti (troppi) celato in maniera indistinta tra un aggeggio tecnologico, un libro digitale, un software per leggere i pdf, che tanto incuriosisce, ma che spesso risulta troppo “impegnativo” da pensare. Questa è la ragione cui, forse, si devono le facce perplesse, ma al contempo illuminate da imbarazzante curiosità nel momento in cui a Cosenza si parla di una conferenza con tema ‘La scuola e il  digitale’.

A ciò si aggiunge un ulteriore curiosità celata dal nome stesso della manifestazione, che riguarda le modalità in cui si terrà la manifestazione, ovvero secondo il principio del “barcamp”.

Ebbene si: niente interventi organizzati, con ospiti invitati ad hoc, niente scalette da rispettare tassativamente e, soprattutto, niente gerarchie; bensì una “non conferenza” collaborativa, fondata sul principio della libera adesione, con libero intervento. Scandito in sessioni della durata di trenta minuti ciascuna, il barcamp, si strutturerà in maniera spontanea “emergendo” a partire dalle riflessioni degli oratori e dai dibattiti che da queste potranno scaturire.

Scopo del barcamp è quello di favorire il libero pensiero, la curiosità, la circolazione di idee e perché no, la presentazione di problematiche da risolvere insieme, in un nuovo modo di incontrarsi e confrontarsi. Esperti del settore, ma anche giornalisti, docenti, lettori, editori, curiosi e chi più ne ha più ne metta: il barcamp pensato dallo staff di Simplicissimus Book Farm è fatto per essere aperto a tutti coloro che vogliono condividere e imparare; e bisogna ammettere che proprio l’apertura e il pluralismo sono i suoi maggiori punti di forza.

Per la prima volta quest’anno un tema da seguire, ovvero “La scuola diventa digitale”, topic che, d’altronde – per certi versi inaspettatamente – ha infiammato già la III edizione dell’Ebookcamp, quella di Loreto dello scorso settembre, durante la quale un solo intervento che ha interessato la scuola è bastato ad accendere i dibattiti di un’intera giornata. “Quali saranno gli sviluppi futuri di questo settore? Come cambierà il modo di insegnare attraverso l’introduzione delle nuove tecnologie nella scuola?” Queste solo alcune delle riflessioni attorno a cui attesa si creerà discussione.

Unico punto fisso in questa pubblica piazza dei “non interventi”, il (non) moderatore, colui che regolerà la scansione e il susseguirsi dei partecipanti; l’unico elemento “tradizionale” per questo incontro ‘in’convenzionale; stiamo parlando di Ciccio Rigoli, meglio come conosciuto come libraio del fortunato store online “Ultima Books” che, forte dell’esperienza delle scorse edizioni, ma nuovo al barcamp in terra calabra, ci ha lasciato qualche impressione.

Qual è il ruolo del “non moderatore”? Che bagaglio ti porti dalle precedenti “non conferenze”?

In realtà ho cominciato a lavorare con Simplicissimus proprio a un EbookCamp, quindi diciamo che a mia storia come libraio digitale parte proprio da qui. Lavoravo in una casa editrice, ho portato la mia presentazione all’EbookCamp 2010, la prima edizione “corsara” che abbiamo fatto in uno stabilimento balneare, abbiamo capito di pensarla allo stesso modo e quindi mi sono ritrovato a lavorare per Simplicissimus. Nonostante negli anni l’EbookCamp sia cresciuto e sia diventato più importante, non ha mai perso l’aria informale che lo rende più interessante di tanti convegni sull’editoria digitale nei quali si ripetono più o meno gli stessi argomenti. In più, vista l’aria informale, il momento delle domande diventa sempre molto interessante.

Chi partecipa alla “non conferenza”? E chi non vi partecipa? Sulla base della tua esperienza ci aiuti a costruire il profilo dell’”oratore” tipo?

Non esiste un oratore tipo. Negli altri EbookCamp abbiamo visto editori, appassionati di editoria digitale, giornalisti, insomma, poiché il programma viene deciso in autonomia dagli oratori, visto che tutti possono proporre un proprio intervento, non si può tracciare il profilo di un oratore tipo. Devo dire però che fino a oggi non ho mai sentito un intervento noioso. Contrariamente a tanti convegni istituzionali, non ho mai avuto la tentazione di addormentarmi.

Si parla di scuola e di digitale. Il fatto che per questa IV edizione l’Ebookcamp abbia un tema definito farà secondo te qualche differenza rispetto all’”apertura” prevista dal barcamp?

Non credo, anzi, in questo caso può darsi che si amplierà la platea. Fino a oggi agli EbookCamp hanno partecipato soprattutto gli appassionati di editoria digitale, stavolta sarà interessante ascoltare gli interventi degli insegnanti, categoria molto bistrattata ma che credo abbia degli argomenti interessanti da proporre.

Quale appeal ti aspetti dal tema centrale?

All’ultimo EbookCamp l’intervento sulla scuola è stato il più dibattuto, anzi, è stato l’unico nel quale sono dovuto intervenire per calmare gli animi. C’è stato uno scontro quasi fisico tra editori di scolastica, insegnanti e redattori che lavorano in questo settore. Non dico che mi aspetto di dover calmare qualcuno con del sedativo, ma mi aspetto una bella discussione.

Quest’anno per il primo anno, l’Ebookcamp “emigra” al Sud. Cosa ti aspetti da questa edizione? Che tipo di ricezione stai riscontrando, quali i pronostici sulla partecipazione?

Sono molto contento. Poi tra l’altro sono calabrese, anche se abito a Milano, quindi diciamo che giocherò “in casa”. Ci sono già diversi interventi stabiliti, quasi certamente altri se ne aggiungeranno prima di sabato, e credo anche che la partecipazione del pubblico sarà buona.

Quali sono state (fin qui) le difficoltà nel “mettere in moto” questo evento lontani da Loreto? E, lontani dai grandi centri del Paese?

Qualcuno ha detto “E come mai a Cosenza?”, come se fosse una cosa assurda. Io credo invece che, soprattutto oggi, cominci a perdere senso la forza dei grandi centri. Non dimentichiamo che Simplicissimus ha base a Loreto, nelle Marche, quindi già di base partiamo come lontani dai grandi centri, ma al tempo stesso ci stiamo estendendo in Europa. In più l’ebookcam sarà anche in streaming, quindi che si svolga a Cosenza, a Milano oppure a Canicattì, in ogni caso tutti potranno seguirlo.

Farei un grosso in bocca al lupo a tutti, e spero che siano due belle giornate. E anche che ci sia il bel tempo, per far vedere che nella mia regione splende sempre il sole, nonostante tutto (le previsioni meteo, ahimè, non sono molto d’accordo con Ciccio, ndr).

 

Giovanna M. Russo

 

 

 

Giovedì Inaugurazione al Convitto Nazionale della Mostra Foto-Documentaria sulla Nave Asilo “Caracciolo”

COSENZA – Una mostra veramente singolare. E’ quella che sarà inaugurata giovedì 28 febbraio, alle ore 11,00, al Convitto Nazionale, per iniziativa dell’Assessorato alla formazione della coscienza civica e alla scuola del Comune di Cosenza.

Si tratta della mostra foto-documentaria “La nave degli scugnizzi – l’esperienza della Nave Asilo Caracciolo”, a cura di Monia Valeriano.

La mostra, che resterà aperta fino al prossimo 9 marzo, nasce dall’intento di ripercorrere, attraverso le immagini in bianco e nero, la straordinaria esperienza educativa di centinaia di bambini di strada divenuti marinaretti nell’arco di un quindicennio, dall’aprile del 1913 fino al 1928. Sono stati oltre settecento i minori a rischio di delinquenza sottratti alla strada che hanno vissuto a bordo della Nave Asilo “Caracciolo” insieme a Giulia Civita Franceschi: una donna dalla grande vocazione e intuizione che aveva al centro del suo sistema pedagogico il riconoscimento del valore e della specificità dell’età infantile.

Le foto e i documenti che compongono la mostra raccontano, appunto, la straordinaria esperienza educativa maturata a bordo dell’antico veliero dove centinaia di bambini che non ne avevano avuto una, hanno trovato una casa e una famiglia.

Il metodo pedagogico della Franceschi, definito in seguito sistema Civita, fu osservato da esperti quali Maria Montessori, Edouard Claparède ed Enrico Ferri e da tanti altri numerosi studiosi provenienti dalle varie parti del mondo che visitarono la Nave al fine di conoscere il risultato di ciò che lei stessa definiva una “educazione naturale”.

Quello della Nave Asilo “Caracciolo” non fu l’unico esempio in Italia. A Genova esistevano, infatti, navi destinate ad ospitare giovani che dovevano scontare pene carcerarie, come la Nave Officina “Garaventa”, già attiva dal 1883. A Venezia, invece, la Nave “Scilla” si occupava degli orfani dei pescatori dell’Adriatico. Ciò nonostante, la peculiarità della Nave Asilo “Caracciolo” era quella di prediligere i fanciulli abbandonati nelle vie della città partenopea.

“Questa iniziativa – afferma l’Assessore alla scuola Marina Machì che l’ha promossa – non solo ci mette in relazione con una pagina della nostra storia che non tutti conoscono e che vale veramente la pena ricordare e rinverdire, ma offre anche l’occasione di riscoprire uno spazio molto suggestivo, come il Convitto Nazionale, dove la mostra sarà ospitata, che non sempre viene valorizzato al meglio.”

La mostra sarà visitabile, dal 28 febbraio al 9 marzo, tutti i giorni, compresa la domenica, dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,30 alle 18,30. L’ingresso è gratuito.

L’Assessore Machì ha annunciato che saranno calendarizzate per l’occasione delle visite per gruppi di studenti delle scuole medie della città.

Al Marca con Germano Celant

CATANZARO – E’ previsto per giovedì 28 alle ore 18,00 l’incontro al MARCA di Catanzaro con Germano Celant, figura di primo piano nel panorama italiano dell’arte contemporanea, e critico d’arte tra i più importanti e apprezzati a livello internazionale.

Celant, anche attraverso un  filmato realizzato dalla RAI, si soffermerà sulla figura di Savelli e sul suo rapporto con l’arte americana del dopoguerra. E’ proprio in  America infatti che Savelli visse a lungo e conobbe la sua consacrazione artistica, ampliando il campo delle sue relazioni: ai rapporti con Afro, Lucio Fontana, Salvatore Scarpitta e Piero Dorazio, fece seguito infatti un dialogo profondo e proficuo con i maestri americani tra cui Barnett Newman e Ad Reinhardt, mentre Robert Motherwell propose il suo nome per il prestigioso premio dell’American Academy and Institute of Arts and Letters.

Trasferitosi nel 1954 a New York, l’anno successivo realizza la sua prima personale nella sede della galleria The Contemporaries. Nel 1957 partecipa a una collettiva da Leo Castelli che nel 1958 ospita una sua personale. Il grande gallerista della pop art, che porterà al successo artisti quali Andy Warhol e Ro y Lichtenstein, offre un contratto a Savelli che lo rifiuta non ritenendo che la linea estetica del mercante italo- americano fosse coerente con il suo lavoro.

Secondo Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro: “La presenza di Germano Celant e la sua testimonianza offrono un ulteriore contributo alla rivalutazione della statura artistica di Angelo Savelli che il MARCA ha avviato facendo luce non soltanto su un nostro conterraneo illustre e proprio in Calabria non abbastanza noto, ma soprattutto su un artista dalla dimensione internazionale, che insieme a Mimmo Rotella rappresenta l’espressione  più alta della creatività calabrese nei tempi moderni.”

Germano Celant è autore di oltre cento pubblicazioni, tra libri e cataloghi, e curatore di centinaia di mostre nei maggiori musei ed istituzioni internazionali. Direttore della Fondazione Prada a Milano dal 1995, Celant è anche curatore della Fondazione Aldo Rossi a Milano, curatore della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova a Venezia. È stato dal 1989 al 2008 Senior Curator per l’Arte Contemporanea al Solomon R. Guggenheim Museum a New York, direttore artistico della prima Biennale di Firenze nel 1996 e direttore della 47a Biennale di Venezia nel1997,  supervisore  artistico  di Genova 2004  –  Capitale  Europea della Cultura,  oltre che  di molte altre esposizioni. Contributing editor di lunga data di Artforum e Interview, Celant collabora regolarmente per L’Espresso e per Interni. Nel 1987 è stato insignito del Frank Jewett Mather Award, massimo riconoscimento americano per la critica d’arte.

Il critico Germano Celant al MARCA di Catanzaro

CATANZARO – Prosegue con grande successo l’esauriente retrospettiva su Angelo Savelli. Il Maestro del Bianco, a cura di Alberto Fiz e Luigi Sansone, proposta sino al 30 marzo dal MARCA di Catanzaro che, consente di evidenziare il ruolo di primo piano svolto dall’artista calabrese nell’arte contemporanea del dopoguerra. Questo percorso, teso a rivalutare filologicamente l’opera di Savelli, viene testimoniato anche da Germano Celant, uno dei maggiori critici internazionali conosciuto in particolare per la sua teorizzazione dell’Arte povera, che giovedì 28 febbraio alle ore 18.00 sarà ospite del MARCA dove terrà un incontro dedicato al rapporto tra Angelo Savelli e l’arte americana.

L’appuntamento sarà introdotto da Alberto Fiz, direttore artistico dell’istituzione e da Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro.

 

Il Museo dei Brettii a Napoli alla tavola rotonda dell’International Council of Museums

COSENZA- Possono i professionisti che lavorano nei musei e per la conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali del Sud Italia essere attivamente coinvolti nei processi di politiche culturali delle proprie regioni?

All’interrogativo darà delle risposte la tavola rotonda, promossa dall’ICOM Italia (International Council of Museums) e in programma domani, martedì 26 febbraio, a Napoli, presso il Pio Monte della Misericordia, a partire dalle ore 10,30.

Sul tema “Professionisti meridionali dei musei e politiche culturali” si confronteranno i vertici dell’International Council of Museums  e i  professionisti che operano nei musei di Campania, Puglia e Calabria.

Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza sarà rappresentato dalla direttrice Maria Cerzoso che relazionerà sul tema “l’esperienza del museo civico di Cosenza: verso il coordinamento regionale ICOM della Calabria.”

Domani a Napoli il filo della discussione sarà ripreso, a cominciare dall’individuazione delle azioni concrete di orientamento delle politiche culturali relative ai musei che i professionisti museali potranno intraprendere  attraverso i coordinamenti regionali di ICOM Italia. Alla tavola rotonda di Napoli prenderanno parte anche il Soprintendente del Pio Monte della Misericordia Gianpaolo Leonetti, la coordinatrice regionale campana di Icom Italia Olimpia De Simone, il coordinatore regionale pugliese Raphael Aboav, la direttrice del Museo Civico di Foggia Gloria Fazia, la direttrice del museo delle arti e dei mestieri della Provincia di Cosenza Anna Cipparrone che è anche responsabile del Sistema Museale provinciale, e Andrea Perrotta, coordinatore IRESUD Calabria. I lavori saranno introdotti e coordinati da Marianella Pucci del Direttivo nazionale di ICOM.

Fondazione Carical presenta Le donne di Giacomo Puccini

MENDICINO (CS)- Ritornano gli appuntamenti culturali promossi dalla Fondazione Carical con un incontro dedicato a Giacomo Puccini e, in particolare, alla figura femminile nella sua opera, fortemente innovativa tra i grandi cambiamenti storico-culturali che hanno segnato la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.

Nella prima parte dell’evento ci sarà una tavola rotonda moderata dal Capo Redattore Rai TgR Calabria, Annamaria Terremoto, in cui relazioneranno: la Prof.ssa Gabriella Biagi Ravenni, Presidente Fondazione Puccini di Lucca, con un intervento dal titolo Puccini e le donne della sua vita, il Dr. Franco Moretti, Direttore Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago su Puccini e le donne del palcoscenico, mentre il Prof. Enrico De Luca, Docente dell’Università della Calabria, interverrà su Il protagonismo di Puccini nella vita musicale e culturale del suo tempo.

Durante il dibattito saranno proiettati due filmati d’epoca sul Maestro Puccini offerti dalla Fondazione Puccini di Lucca e dalla Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago: The great musician Giacomo Puccini del 1924 e Un giorno con Puccini del 1915.
Seguirà un concerto di alcune delle più famose arie delle eroine pucciniane cantate da studenti o ex allievi dei Conservatori di Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia, accompagnati dai Maestri al pianoforte: M° Cristina Gargiulo e M° Rosangela Longo.