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Amministrative Rende, candidati M5S: «Attivisti ci hanno fatto votare contro»

RENDE (CS) – «Abbiamo letto e ascoltato varie ricostruzioni fantasiose, pubblicate su blog di sedicenti giornalisti firmati da sedicenti attivisti, di come siano andate le cose nel Meetup Rende da gennaio 2019 ad oggi. Ognuno ha detto la sua. Oggi ve lo raccontiamo noi cos’è successo».

Con una nota la lista del Movimento 5 Stelle capeggiata da Domenico Miceli spiega le vicende precedenti e successive alla candidatura in città.

«Abbiamo iniziato fin dall’autunno scorso un percorso che ha previsto i tavoli di lavoro per la stesura del programma per poi arrivare alle cosiddette “graticole” per i candidati a sindaco e alla relativa votazione, che si è tenuta a gennaio. Mai nessuna voce e nessun dubbio era emerso sul candidato a sindaco risultato vincente dalle votazioni tra gli attivisti. A marzo, poi, il Presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, che aveva il compito di controllare la regolarità la correttezza nella composizione delle liste del M5S in Calabria, tramite i suoi due collaboratori effettuava un colloquio con tutti i candidati. I componenti della lista e l’allora candidato a Sindaco riferivano che il controllo aveva dato esito positivo e che i collaboratori di Nicola Morra erano pienamente soddisfatti della composizione della lista».
«Ad inizio aprile invece – continuano i candidati – venivamo a sapere di una presunta appartenenza alla massoneria del candidato a sindaco scelto a gennaio. La notizia veniva fin da subito riportata in diversi articoli di stampa. La cosa ha sconvolto l’intero gruppo di Rende, che ha chiesto e ottenuto un passo indietro del candidato a sindaco precedentemente scelto. Il MoVimento 5 Stelle è una comunità di cittadini fondata su delle regole. Sono poche, chiare e semplici e proprio per questo inamovibili. A quel punto gli attivisti e la maggioranza dei candidati hanno pregato Domenico Miceli di riconsiderare la sua non candidatura, individuando in lui l’unica figura possibile, da portavoce uscente, che potesse essere di garanzia nei confronti dei cittadini e anche dello staff della nostra assoluta e totale estraneità agli ambienti massonici».

“Esclusi e prime donne”

«Confermiamo quindi di aver escluso dalla lista il precedente candidato a sindaco come altri candidati consiglieri a lui particolarmente legati – sottolineano dal gruppo rendese –. Il fatto che alcuni di questi li abbiamo poi ritrovati candidati in schieramenti a noi avversi non fa che confermare la bontà delle nostre scelte, anche se questo ci ha danneggiato in termini di voti. Confermiamo anche che prime donne che da anni cercano, senza mai riuscirci, ruoli di punta nelle varie compagini politiche cittadine e che, una volta esclusi per eccesso di protagonismo, iniziano a disseminare veleni, hanno avanzato la propria candidatura a sindaco. Purtroppo per loro non hanno trovato uno, che dirsi uno del meetup disposto a candidarsi consigliere con loro, anche perché i voti presi alle comunarie venivano per la stragrande maggioranza da fuori Rende e anche perché dopo mesi di assenza e altre candidature accumulate ad altri livelli (come ad esempio, alle Europee) avevano completamente perso fiducia all’interno del gruppo. Per di più non hanno neanche accettato il suggerimento di creare una ulteriore lista su Rousseau, come è consentito dalle regole del M5S, con la propria candidatura a sindaco. Forse perché da soli e senza alcun apprezzamento dagli attivisti è difficile fare una lista?», chiedono provocatoriamente gli attivisti del Meetup di Rende.

«Il Movimento è altro, è comunità e noi preferiamo restare coerenti con i nostri principi e valori – concludono i candidati -. Non siamo dei politici e non lo diventeremo, restiamo dei semplici cittadini che si sono stancati di delegare il voto all’ennesimo politico che bada solo agli interessi privati delle solite pochissime famiglie egemoni. Chi è interessato a continuare a portare avanti le idee del Movimento ci potrà trovare, come sempre, al punto d’incontro di via Mascagni n.5 ogni lunedì sera. A riveder le stelle».

Palazzo dei Bruzi, giovedì 27 Consiglio Comunale

COSENZA – Torna a riunirsi giovedì 27 giugno, alle ore 15,30, in prima convocazione, presso la sala delle adunanze di Palazzo dei Bruzi, il Consiglio comunale.

All’ordine del giorno, firmato dal Presidente Pierluigi Caputo, figurano i seguenti punti:

– il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell’art. 194 comma 1 lett.a) del decreto legislativo 18/08/2000 n. 267, derivanti da pagamenti effettuati dal Tesoriere Comunale nel corso dell’anno 2018, per azioni esecutive intraprese a seguito di sentenze notificate all’Ente;

– il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell’art. 194 comma 1 lett.a) del decreto legislativo 18/08/2000 n. 267, derivanti da sentenze esecutive;

– la presa d’atto della deliberazione della Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Calabria n. 66/2019 e delle relative controdeduzioni dell’Ente;

– l’approvazione del regolamento comunale per la valorizzazione delle botteghe e degli antichi mestieri della Città di Cosenza;

– la discussione concernente la “Questione relativa alla richiesta di canoni di locazione pregressi a famiglie abitanti in alloggi di proprietà comunale, nonché la verifica di avvisi di accertamento (IMU, TARSU, ACQUA) che vengono notificati nelle case dei Cosentini” su richiesta dei Consiglieri: Covelli, Francesco Spadafora, Lo Gullo, Morcavallo, Rende, Cipparrone, Cassano e Sconosciuto;

– la discussione sulla “Situazione  che agita i lavoratori della Società Ecologia Oggi” : audizione dell’Assessore all’Ambiente e del Dirigente del Settore 8° sull’attuazione del Capitolato di Gara per la raccolta dei rifiuti e il decoro della città, in particolare sulla riqualificazione del personale e la riorganizzazione dei servizi, (su richiesta dei Consiglieri:Ambrogio, Sconosciuto,Lo Gullo, Francesco Spadafora, Cairo, Cito, Morcavallo, D’Ippolito);

– la discussione sull’ “opportunità di ripristinare un numero di loculi adeguato a garantire degna sepoltura ai poveri della città” (su richiesta dei Consiglieri: Lo Gullo, Cipparrone, Ambrogio, Mauro, Covelli, Rende, Cassano, Francesco Spadafora, Apicella) ;

– la presa d’atto della relazione sui risultati del controllo successivo di regolarità amministrativa, eseguito dal Servizio di Controllo Interno sugli atti di cui al comma  4 dell’art. 9 del Regolamento approvato dal Consiglio comunale con deliberazione n. 2 del 7 gennaio 2013, adottati nell’anno 2018 – 2° semestre;

– la discussione sulla “trasformazione in proprietà delle aree concesse in diritto di superficie. Rimozione dei vincoli e delle limitazioni di godimento sulle aree concesse in diritto di proprietà (legge 23 dicembre 1998 n. 488 art.31 commi dal 45 al 50 e successive modifiche ed integrazioni) (su richiesta dei Consiglieri: Ambrogio, Sconosciuto, Cito, Lo Gullo, Cipparrone, D’Ippolito, Francesco Spadafora).

 

L’eventuale seduta di seconda convocazione è prevista per venerdì 28 giugno, alle ore 16,30.

San Basile, ecco la Giunta di Tamburi

SAN BASILE (Cs) – Vincenzo Tamburi ha ufficializzato la giunta he lo aiuterà nel governo quotidiano della comunità di San Basile. Al suo terzo mandato consecutivo il Sindaco del paese arbereshe del Pollino ha consolidato alcuni punti fermi nella squadra dei suoi collaboratori più fidati e inserito le deleghe per distribuire a tutto il consiglio incarichi di responsabilità.

Gaetano Marcovecchio suo braccio destro dal primo mandato amministrativo è stato confermato in qualità di vice sindaco e ha ricevuto le deleghe assessorili per le politiche di sviluppo e l’innovazione tecnologica.

Insieme a lui nella giunta anche Angiolino Bellizzi che ricoprirà l’incarico di assessore ai lavori pubblici ed edilizia privata. Poi spazio ai consiglieri comunali eletti che si occuperanno di campi specifici assegnati per competenza professionale o di studio. Marzio Altimari seguirà il turismo e il marketing territoriale, Maria Giovanna Masci ha ricevuto la delega agli affari generali e legali, politiche sociali e di integrazione, tutela della salute. A Basilio Zaccaro il compito di occuparsi dello sport, attività produttive e imprenditoria privata mentre Marco Bellizzi ha ricevuto la delega alla cultura, le politiche giovanili ed i rapporti istituzionali. Sarà il consigliere Angelo Boccia a seguire le deleghe riferite ad urbanistica, ambiente, territorio, decoro urbano e verde pubblico, mentre Angela Bellizzi avrà il compito di occuparsi di politiche scolastiche. A completare il quadro delle deleghe Ilario Miceli che curerà il ramo spettacolo e grandi eventi, sicurezza urbana e protezione civile e  randagismo, mentre Fabio Tamburi ha ricevuto le deleghe alle politiche agricole, viabilità rurale e forestazione.

Il commento del Primo cittadino

«La corresponsabilità sarà la cifra della nuova amministrazione che ci apprestiamo a far partire nel segno della continuità amministrativa per San Basile. Sentirsi parte di un unico grande progetto di curatela generale del bene comune ci rende protagonisti per il proprio ramo di competenza e ci spinge ad interagire ed accompagnarci tutti insieme per i prossimi cinque anni. Il nostro unico obiettivo far crescere lacomunità e rendere San Basile sempre più attrattiva nel panorama delle realtà locali calabresi».

 

 

Lappano, l’opposizione tuona «Giunta comunale illegittima»

LAPPANO (CS) – L’opposizione in consiglio comunale a Lappano, guidata da Maurizio Biasi insieme a Andrea Aiello e Marco Iusi, lancia l’allarme sulla illegittimità della giunta appena formata per mancato rispetto del principio di parità di genere.

Un particolare di non poco conto, balzato subito agli occhi dell’opposizione durante il consiglio comunale di insediamento.

«Subito dopo aver giurato sulla Costituzione – sottolinea Maurizio Biasi capogruppo di Lappano Bene Comune – questa viene subito disattesa perché la giunta nominata dal sindaco risulta illegittima. Sono dispiaciuto di dover far rilevare tutto ciò ma i pareri del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali sono chiari e li consegna alla presidenza. Le norme sui Comuni al di sotto dei 3000 abitanti sono chiare».

«Della parità di genere ne tiene conto la Costituzione italiana, L’Unione Europea, il Parlamento italiano e ci si aspetta che ne tenga conto anche il sindaco di Lappano – aggiunge Biasi – Nel consiglio comunale sono presenti 3 donne, e di ciò mi complimenta con la maggioranza, il gruppo di donne è più numeroso delle donne presenti in consiglio regionale, e tutte hanno accettato di buon grado le deleghe assegnate, dunque, sono disponibilissime a lavorare assiduamente per il territorio, ma pare che il sindaco non voglia tener conto di ciò».

Il gruppo Lappano Bene Comune fa notare come, nel consiglio comunale d’insediamento, il sindaco, nel merito, abbia «farfugliato attaccando subito il consigliere di minoranza Biasi per poi affermare, presentando le linee programmatiche, l’impossibilità di tenere fede a queste per colpa delle passate amministrazioni».

Il consigliere di Lappano Bene Comune Marco Iusi ha fatto notare come «la campagna elettorale sia finita» e che «faremo operazione di controllo puntigliosa e abbiamo fatto rilevare l’illegittimità sulle nomine della giunta comunale anche per evitare futuri contenziosi al Comune».  I consiglieri di opposizione hanno inoltre notato che «in sala qualcuno si è chiesto sbigottito perché se il sindaco è certo di non poter rispettare il programma ne ha chiesto e ottenuto l’approvazione in consiglio comunale?».

Fonte foto: Comune di Lappano

 

Rende, Federazione di cattolici auspica post-ballottaggio di pacificazione sociale

RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del gruppo Federazione di cattolici, a firma del portavoce Carlo Rinaldo:

«In democrazia il voto non si discute! I cittadini di Rende si sono espressi ed il risultato dà piena ragione a Marcello Manna che giustamente continua ad essere il Sindaco della importante città calabrese: è evidente che si è voluto continuare a dare fiducia e consentire di portare avanti il lavoro intrapreso cinque anni fa avendo la popolazione comprese le difficoltà gestionali e politiche sottolineate dallo stesso Sindaco che hanno un po’ frenato l’attività. E a detta dello stesso, al netto della esperienza di questo primo mandato, ci sono i presupposti per accelerare facendo tesoro del percorso dei primi cinque anni.​​​ Non si capisce come ci sia qualcuno che ancora si ostina a contestare il risultato, soprattutto come siano paradossalmente ancora più alti i toni di coloro che capeggiando le loro liste hanno avuto pochissimi consensi: a questo punto è auspicabile un ritorno alla realtà per instaurare un clima di pacificazione sociale che in questi giorni irresponsabilmente non esiste ma di cui la città ha veramente bisogno. E pensiamo che siano alquanto dequalificanti per la città i troppi interventi degli “ultras”, di quelli che quasi farneticando devono per forza dare ragione ai propri leader, anche a costo di negare l’evidenza: la campagna elettorale è finita e se questi tipi di interventi non propositivi erano già poco tollerabili in fase pre-elettorale, adessorisultano inaccettabili perché ognuno dovrebbe ammantarsi di grande senso di responsabilità e consentire a chi ha il dovere di gestire di poterlo fare serenamente favorendo più che possibile un clima di distensione collettiva. ​​​​​​​​Questo non significa abbassare la guardia ma piuttosto spostare le proprie attenzioni ed energie a verificare l’azione amministrativa ed essere giudiziosamente suggeritori di interventi alternativi qualora si dovessero rilevare degli errori!»

Manna, prima uscita ufficiale dopo la rielezione, «Grazie Rende»

RENDE (CS) – «Il voto che ha decretato la mia riconferma è stato un segnale forte, dato da migliaia di elettori, cittadini, che hanno voluto indirizzare la loro scelta non solo su un candidato o un altro, ma hanno voluto archiviare un “sistema” politico, dando un segnale assai importante anche alla classe politica regionale». Esordisce così Marcello Manna, sindaco di Rende, al suo secondo mandato da primo cittadino, dopo il turno di ballottaggio dello scorso 9 giugno. Ieri la sua prima uscita ufficiale alla processione della Madonna di Costantinopoli.

«DA RENDE UN MESSAGGIO FORTE E STRAORDINARIO»

«Proprio da Rende è partito un messaggio straordinario, che va al di là delle appartenenze di partito e che dice ‘indietro non si torna’ perché oggi, più che mai, la partecipazione del cittadino alla vita amministrativa si sta concretizzando. Ciò che sento di poter dire è di aver lavorato, insieme alla mia squadra di sempre, e ai tanti nuovi che si sono aggiunti, con estrema trasparenza. L’aver parlato chiaro, sulla base di dati oggettivi, credo sia stata la cosa più importante. Certo c’è moltissimo da fare. Gli anni trascorsi sono stati dedicati a rimettere in piedi una casa malandata, lavorando spesso solo sulle emergenze e, malgrado ciò, dando comunque il nostro buon contributo in termini di servizi alla Città. Il quinquennio che abbiamo appena cominciato a vivere, sarà necessariamente quello dei segni positivi, dell’accelerazione amministrativa, quello delle opere realizzate e quello di un progetto, ormai avviato, di area urbana e di città nuova. Sulla politica si continuerà a lavorare, secondo la nuova visione che i cittadini stessi chiedono. È a loro, che va il mio grazie di cuore per aver espresso così ampio consenso e per avermi rinnovato, con convinzione soprattutto, la loro fiducia. Sono orgoglioso dei rendesi. Se ci si dà da fare con umiltà, se si affila l’ingegno, i sogni diventano realtà. Il mio ringraziamento anche a tutti i rappresentanti di lista che hanno vigilato sulle corrette procedure di scrutinio. La mia riconoscenza alle Forze dell’Ordine per avere come sempre garantito il controllo della sicurezza e per il costante e proficuo lavoro di presenza sul territorio. Grazie infine a tutti coloro che, a vario titolo, si sono profusi affinché tutto si svolgesse nel migliore dei modi».

 

Rende, l’analisi del voto secondo Filorosso

RENDE (CS)  – Riceviamo, e di seguito pubblichiamo, le riflessioni del gruppo Filorosso Unical sulle recenti elezioni amministrative di Rende.
 
«Leggiamo in queste ore dichiarazioni e analisi del voto amministrativo di Rende che hanno dell’incredibile. C’è una gara a chi la spara più grossa, si straparla di “vittoria del civismo”, di “sconfitta della vecchia politica”, addirittura di “liberazione”. Visto che noi, a differenza di altri, ci abbiamo messo la faccia, misurandoci direttamente con il consenso e riscuotendo anche un discreto successo (171 voti di preferenza in una tornata elettorale in cui erano candidate pure le pietre sono un risultato straordinario), pensiamo di poterla sparare anche noi qualche riflessione.
La prima riflessione è per il sindaco rieletto, a cui facciamo i nostri più sinceri auguri di buon lavoro: ora che il debito è risanato (?) potrà dare cenni di vita e uscire finalmente dall’immobilismo che l’ha caratterizzato nel passato quinquennio. Ad essere completamente sinceri, la battuta a caldo la notte della vittoria lo fa sembrare un sindaco divisivo, il suo primo pensiero non è andato alla città e ai cittadini, bensì agli avversari. Un sindaco eletto è il sindaco di tutti, Marcello, non il sindaco dei suoi elettori (anche perché sarebbero una minoranza).  
Seconda riflessione: l’amministrazione uscente quest’anno era guidata dall’avvocato Manna non da altri. Vorrebbero riportarci d’un colpo a cinque anni fa, come se il “nuovo” promesso dovessimo ancora sperimentarlo, come se cinque anni di non governo non ci fossero mai stati. Come se si trattava di scegliere tra conservazione e cambiamento, come se la conservazione stavolta non era l’amministrazione uscente. La “liberazione” come la chiamano alcuni è avvenuta cinque anni fa (forse non la ricordano perché non c’erano), quando ha vinto il primo sindaco nella storia di Rende non indicato dal “principato”.
Noi c’eravamo e quel passaggio lo abbiamo fortemente voluto. Ma stavolta no, dopo cinque anni devi giudicare se un sindaco è valido o meno. Invece si è capovolta la narrazione, gli elettori hanno finito per esprimere un giudizio non sul passato recente, fatto di incuria e sciatteria, ma su un trapassato morto e sepolto, che non sarebbe mai tornato. Con percentuali tutt’altro che bulgare e un’affluenza di poco superiore al 50%, la città ha scelto di tenersi il pacco a occhi chiusi. Senza conoscere – ammesso che ve ne fossero – finalità alte, visione e progetti per la città che verrà e consegnando quasi una delega in bianco al sindaco (il che è molto pericoloso).
Terza riflessione: sulla sconfitta della vecchia politica e la vittoria del civismo. Quella che ha appena vinto le elezioni amministrative non è una compagine “nuova”, non ci sono energie giovani e incontaminate, non entrano rivoluzionari in consiglio comunale, non ha trionfato il movimentismo o il civismo. Ha vinto una conventicola composta da esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, con la complicità di vecchi e logori protagonisti del PD, che adesso guardano con ottimismo allo scranno più ambito della Regione Calabria (a cui è andato il secondo pensiero del sindaco la notte della vittoria). Ha vinto un nuovo sistema Rende, già ben consolidato, con i suoi interessi, le sue clientele, le sue zone d’ombra e le sue anime belle.
Insomma, quello di Rende è il classico caso in cui si vince non per meriti propri ma per demeriti altrui, e su questi non possiamo tacere. Primi fra tutti la frammentazione cronica della sinistra e l’incapacità di alcuni leader e leaderini di fare un passo indietro per il bene comune. Che Manna avrebbe vinto lo avevamo capito già all’indomani del voto del 26 maggio, quando le urne hanno affidato a Sandro Principe l’impossibile compito di rappresentare l’alternativa: come poteva un “condottiero d’altri tempi” intercettare le speranze di cambiamento che pure si erano manifestate al primo turno bloccando l’uscente al 31%? Difronte a una figura così compromessa, il discorso politico è passato definitivamente in secondo piano.
Veniamo a noi. Non senza difficoltà, abbiamo deciso comunque di rispettare la scelta della coalizione guidata da Mimmo Talarico fino al ballottaggio. Pur non condividendo l’accordo politico, non siamo riusciti a indicare un’alternativa, perché alternativa non c’era. Non si poteva tornare indietro, né si poteva dire (come qualcuno ha fatto mostrando ancora una volta la propria inconsistenza politica) che l’elettorato è libero di scegliere. L’elettorato è sempre e comunque libero di scegliere, ma chi si candida a rappresentare i cittadini non può abdicare alla scelta: quando si intraprende una strada, bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo, anche quando il fondo non ci piace per niente. Come ha fatto Mimmo, a costo di attirarsi critiche aspre e volgari.
Noi abbiamo ottenuto un risultato straordinario considerato il quadro di partenza, inficiato da parentele e candidature zero voti: la nostra candidata ha raccolto preferenze in tutti i quartieri della città, segno che il messaggio è stato recepito in maniera capillare. E’ un piccolo punto fermo dal quale ripartire, poiché rappresenta una speranza, la fiducia in una nuova Rende, che non ha legami forti con questo territorio, né con le sue famiglie e i suoi cognomi, se non quelli costruiti negli anni praticando altre forme di vita, di relazioni, di comunità. Questo pezzo di città, che pure esiste, non è ancora caratterizzante e non ha avuto la forza evocativa sufficiente per emergere rispetto alla dinamica del consenso interessato. Nonostante la presenza dell’Università, Rende non brilla in quanto ad innovazione politica nel panorama calabrese.
Comunque ne è valsa la pena. Anche se questo non è il nostro mondo, lo abbiamo attraversato con dignità, imparando qualcosa in più sugli uomini e sulle relazioni. Abbiamo parlato a tanti, abbiamo raccontato le nostre storie, abbiamo trasmesso contenuti, forse abbiamo insinuato anche qualche dubbio. Ora torniamo a costruire le istituzioni del comune, le nostre reti dal basso, come ogni giorno da oltre vent’anni, praticando e producendo socialità e cultura nell’area urbana. Il nostro resta un percorso limpido, libero e coerente, a lungo termine, che saprà fare tesoro del consenso ricevuto e coinvolgerà i giovani, le donne, i cittadini con cui abbiamo condiviso impegno disinteressato e tanta generosità».

Pentone: prima seduta del nuovo Consiglio comunale

PENTONE (CZ) – La prima seduta di insediamento del Consiglio comunale si è tenuta domenica all’aperto, una scelta voluta per coinvolgere maggiormente i cittadini. Presenti anche amministratori e politici locali e il baby Consiglio di Pentone. A seguire, i festeggiamenti del gruppo Rinascita per Pentone che ha vinto le elezioni amministrative del centro presilano.

Il sindaco Vincenzo Marino ha giurato sulla Costituzione. «É una grande emozione stasera in questa seduta aperta, perché portare le istituzioni all’aperto è sempre un segno di ascolto e di confronto reciproco – ha detto – Voglio ringraziarvi tutti facendovi notare una differenza di cuore: porto il mio paese sul cuore». Sulla fascia tricolore, infatti, lo stemma si trova in alto sul davanti.

 

«Mi impegnerò ad essere il sindaco di tutti – ha aggiunto –  perché, passate le elezioni, è importante mettere da parte le divisioni e i personalismi. Noi dobbiamo andare avanti: noi rappresentiamo l’amministrazione di Pentone, a prescindere se si tratti di maggioranza o di minoranza; è chiaro che ognuno interpreta il proprio ruolo, per come è stato deciso dalla gente. Noi dobbiamo avere il massimo rispetto della gente che ha votato». Il neosindcao ha concluso: «mi auguro che potrò rappresentare bene questa comunità che va da Bonavenutura a Pentone e che deve riunire tutti»

I consiglieri comunali sono, per la maggioranza (Rinascita per Pentone), Domenico D’Agostino, Vincenzo Marino, Nicola Parrotta, Domenico Lobello, Anna Pullano, Giovanni Marullo e Lucia Pugliese; per la minoranza (Futuro è cambiamento), Michele Merante, Andrea Greco, Elio Gigliotti.

La Giunta è composta, oltre che dal sindaco, da Domenico D’Agostino, vicesindaco con deleghe al bilancio, personale e trasporti, e Anna Pullano, assessore con deleghe alle pari opportunità, alle politiche sociali e alle politiche giovanili. Ogni consigliere avrà delle deleghe.

Il primo cittadino ha illustrato sinteticamente le linee programmatiche 2019/2024 che puntano alla partecipazione, alla condivisione e alla cittadinanza attiva. Infatti, si lavora sulla costituzione delle consulte, in particolare quella delle associazioni e quella dei giovani. C’è attenzione alle fasce deboli e alla socialità; alla cultura, con l’intenzione, tra l’altro, di dare un nuovo assetto alla biblioteca e riprendere il premio Città di Pentone; e alla cura dell’ambiente, grazie agli operai e al volontariato. Spazio anche al lavoro sul piano di protezione civile e alle idee turistiche, ad esempio con eventi ad hoc come la notturna di mountain bike. E non si dimenticano gli emigranti.

La maggioranza chiede la partecipazione di tutti, la presenza dei cittadini, l’impegno a lavorare in sinergia: una cifra già evidente dalle prime iniziative, ovvero le giornate ecologiche alle quali hanno partecipato i cittadini, gli interventi di manutenzione che erano necessari, la celebrazione del 2 giugno con la consegna della Costituzione ai neo diciottenni e il collegamento con la comunità pentonese in Canada.

Durante il consiglio comunale, sono intervenuti anche la baby sindaco, Francesca De Santis, il cerimoniere Saverio Capicotto e i consiglieri di minoranza.

Con votazione dei consiglieri, sono stati nominati i componenti della commissione elettorale comunale e sono stati designati i rappresentanti del Comune di Pentone in seno al Consiglio dell’unione dei Comuni della Presila catanzarese.

Rende, giovedì la proclamazione degli eletti al Consiglio Comunale al Parco Acquatico

RENDE (CS) – Giovedi 13 giugno alle ore 10 si terrà la proclamazione degli eletti al Consiglio comunale presso la sala convegni del Parco Acquatico.

E dopo la vittoria di Marcello Manna arriva anche il comment«Io dell’assessora alla cultura, Marta Petrusewicz.

«Il 9 giugno 2019, in Via Rossini, è scoppiata una grande festa popolare mentre stavano ancora scorrendo i risultati del ballottaggio: sezione dopo sezione, 31 su 34, hanno scelto Marcello Manna – è scritto sulla pagina Facebook del suo assessorato – . Mi ha colpita il richiamo alla “liberazione”, ripetuto come un mantra: “siamo liberi”, “finalmente liberi”. Mi ha ricordato, toutes les proportions gardées, la giornata del 4 giugno 1989 a Varsavia, trent’anni or sono, delle prime elezioni libere in Polonia che hanno segnato la fine del sistema sovietico. Allora, come ieri, i comitati cittadini hanno prevalso sul sistema che sembrava intoccabile, eleggendo i propri candidati a tutti i seggi parlamentari messi alla competizione libera. Allora, come ieri, aveva vinto la speranza e si era sentito, man mano che uscivano i risultati, la gioia pazza di essere liberi. Il voto del 9 giugno – continua la Petrosevitcz- è quello “contro” ma anche “per”. Le ragioni del “contro” sono ovvie – inutile ribadire ancora il perché del desiderio di liberarsi di un sistema feudale, basato – come è ogni sistema feudale, per quanto illuminato – sul gioco della benevolenza e malevolenza, favori e disprezzi, lealtà e tradimenti, sudditanza e paura.  Sono più importanti le ragioni del “per”. La parola chiave è quel “noi”, propria alla filosofia del governo di Marcello Manna e della sua squadra, e ripetuta più volte nella campagna elettorale, il richiamo alla partecipazione attiva e quotidiana dei cittadini al governo della città, della gestione della casa comune, dei beni comuni, del bene comune. Di tutti i cittadini, a prescindere dalla loro fede politica, a condizione dell’inclusività e della tolleranza».

«La città ha risposto con l’entusiasmo e la fiducia – conclude Petrusewicz -, ma la pratica della con-partecipazione richiederà un lungo apprendimento quotidiano: dai rifiuti al verde cittadino, da allargare le numerose reti a includerne delle altri, da proporre piuttosto che denigrare. Parafrasando il celebre discorso di John Kennedy: Non chiederti cosa può fare la tua città per te, chiediti cosa puoi fare tu per la tua città».

 

Ballottaggio Rende, Manna denuncia tentativi di condizionamento del voto

RENDE (CS) – «La vergogna non conosce davvero limiti! Dopo la talpa in Comune e “il porta a porta”, è di questa mattina l’ennesimo tentativo di condizionamento del voto. Mail giunte ai dipendenti comunali sull’indirizzo di lavoro da parte del segretario della lista “Insieme per Rende” che sostiene il candidato a sindaco Sandro Principe, celano, dietro un apparente invito a riflettere sul voto di domenica, una pressione sul voto». È quanto denuncia in una nota stampa il candidato sindaco di Rende Marcello Manna. «È un atto irrituale – afferma Manna -, sicuramente fuori da ogni logica, che certamente presenta profili di gravissimo sospetto di condizionamento.  Vi sembra normale che il segretario della citata lista invii una lettera a tutti i dipendenti comunali? Cosa c’è dietro? Tutti gli impiegati, come del resto tutti i cittadini di Rende, respingono con fermezza questi tentativi che, semmai, producono l’effetto contrario. È gravissimo che venga individuata la Casa comunale come bacino dal quale attingere. È evidente che si tratti di un disperato tentativo di ricerca di consenso, fuori luogo, fuori tempo e certamente fuori da ogni pratica etica della politica».

Il comunicato di Laboratorio Civico

Di seguito invece la nota stampa della lista Laboratorio Civico a sostegno di Manna.

«I rendesi conoscono la storia politica e quella personale dei Tursi Prato, dei Gentile, ora anche dei Fabio Gallo. Ciò che è accaduto sin dagli anni novanta ad oggi è nella memoria di tutti.

La memoria collettiva non dimentica – dichiarano da Laboratorio Civico – sa, ricorda, ha ben chiara la realtà delle cose che sono accadute. Sandro Principe pur di vincere avrebbe fatto, come ha fatto, anche patti con il diavolo. Ha distrutto una classe politica per interessi personali, è andato in televisione prendendo a parolacce Manna, bestemmiando la Madonna che è la Patrona della città, dimostrando tutta la sua arroganza.

È lo stesso Principe che da sempre, passate le elezioni, considera i cittadini rendesi suoi sudditi, pensa che Rende sia una sua proprietà, decide chi deve costruire e chi no.Lo stesso Principe, che nel 2011 festeggiava volgarmente la vittoria di Cavalcanti, e un anno dopo lo costringeva a dimettersi I rendesi non possono consegnarsi a lui e ai suoi sodali. Devono saper ricordare. La memoria non tradisce e indietro non si torna».