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Corigliano Rossano, la proposta dei consiglieri d’opposizione: «Dimezzare la Tari»

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – I Gruppi di opposizione di Corigliano Rossano a sostegno delle attività commerciali in difficoltà con la proposta di dimezzare immediatamente la Tari. Questo il principale messaggio contenuto nella nota stampa dei consiglieri Gino Promenzio (Gruppo Civico e Popolare), Francesco Madeo (Gruppo Gente di Mare), Rosellina Madeo (Gruppo Fiori di Arancio), Aldo Zagarese (Gruppo Partito Democratico).  

«Come consiglieri comunali di opposizione questa mattina – dichiarano -, preoccupati della riapertura delle attività commerciali, abbiamo protocollato una mozione (con numero di protocollo 39140) per richiedere il dimezzamento della bolletta Tari per le partite Iva commerciali interessate dal lock-down. Partendo da una nota dell’Ifel, una fondazione dell’Anci, abbiamo condiviso la metoldogia di diminuzione della tassa con l’intero Consiglio Comunale. La nostra idea è quella di eliminare l’intera parte variabile, circa il 50% della bolletta che arriva agli utenti, a quelle attività che interessate dal lock-down non hanno ususfruito del servizio di raccolta rifiuti.
Un piccolo aiuto, da parte della Amministrazione Comunale, alle attività imprenditoriali che faticano a ripartire dopo circa 2 mesi di chiusura totale. Non abbiamo molto tempo per predisporre una serie di azioni amministrative necessarie, per questo chiediamo che la mozione venga discussa durante il primo consiglio comunale utile».
 

Nuova ordinanza Santelli: rientro nelle residenze dal 4 maggio consentito ai soli calabresi

CATANZARO – «In relazione al DPCM che da un lato impedisce lo spostamento interregionale ma consente il rientro nelle proprie residenze, domicili ed abitazioni, ho firmato un’ordinanza che consente solo ai calabresi residenti la possibilità di rientrare in regione, a partire dal prossimo 4 maggio. Chi partirà dovrà comunicarlo preventivamente, compilando attraverso il portale www.emergenzacovid.regione.calabria.it, attivo dal 2 maggio, sulla pagina dedicata alle “prenotazione rientri”, l’apposito modulo, utile al monitoraggio dei rientri». Così Jole Santelli, presidente della Regione Calabria.

«Una volta rientrati sarà comunque necessario sottoporsi ad isolamento volontario domiciliare di 14 giorni – si legge ancora nella nota -. I dati relativi ai rientri saranno trasmessi al Dipartimento prevenzione dell’ASP di competenza ed al sindaco del comune di residenza. Il Dipartimento di prevenzione valuterà la necessità e/o l’opportunità di effettuare il tampone rinofaringeo. Non sono consentiti al momento rientri presso il domicilio o l’abitazione. Non è consentito il rientro per i residenti nei Comuni identificati attualmente come “zona rossa”».

 

Da Abramo a Falcomatà, sindaci calabresi in rivolta su Fase 2

CATANZARO – Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo ha firmato l’ordinanza comunale che conferma, fino a domenica 3 maggio compresa, tutte le disposizioni in merito al contenimento del contagio da Covid-19. «Resteranno pertanto chiusi, anche in questo fine settimana – è detto in una nota del Comune – parchi e aree giochi, cimiteri e tutte le altre attività regolamentate, quindi anche bar e ristoranti, con l’ordinanza di proroga diramata ad aprile». 

Numerosi i Comuni calabresi in rivolta contro l’ordinanza firmata dalla governatrice Jole Santelli che dispone la riapertura di bar, ristoranti e pasticcerie con servizio all’aperto.

A Carlopoli, nel catanzarese, il sindaco Mario Talarico in un avviso contesta l’atto e aggiunge che, fino al 3 maggio prossimo, si atterrà a quanto previsto dai Dpcm del 10 e 26 aprile. Il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro ha annunciato l’emissione di un provvedimento di non applicazione mentre il sindaco di Trebisacce Franco Mundo si riserva di impugnare il provvedimento. «È vero che la Calabria è una regione interessata ad oggi in maniera marginale dall’epidemia Covid 19 e ciò – spiega il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro – anche per le condivisibili misure sinora adottate dalla Regione e per il rigore nell’osservare le prescrizioni indicate. Non è però ora il momento di operare strappi laceranti rispetto alle indicazioni date dalla Comunità scientifica».
Anche il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha sospeso l’ordinanza regionale sulla parziale riapertura di bar e ristoranti. Lo ha annunciato in un video su facebook. «Reggio – ha detto – conferma il rispetto del Dpcm Conte. Non pensavo di doverlo fare ma dopo quanto è successo era importante riportare la calma e la tranquillità». Per Falcomatà l’ordinanza è «illegittima e illogica, tutti vogliamo che la Calabria riparta ma nel rispetto delle regole, delle leggi e della salute dei cittadini».

Ieri sera fra i primi sindaci calabresi che si erano detti pronti ad emanare un’ordinanza comunale in accordo con il Dpcm del 26 aprile il sindaco di Castrovillari Mimmo Lo Polito e quello di Acri Pino Capalbo.

Fase 2 anticipata in Calabria, Occhiuto: «D’accordo con Santelli ma…»

COSENZA – Il Sindaco Mario Occhiuto ha rivolto un invito al Presidente della Regione Calabria Jole Santelli perché venga istituito un coordinamento con i Sindaci e i comuni sulla riapertura dei bar e delle attività di ristorazione all’aperto. «Come ho già avuto modo di sottolineare – ha detto Occhiuto – sono d’accordo nella sostanza con il provvedimento emanato dalla Presidente Santelli, perché un mese di chiusura in più non cambierebbe nulla. Il rischio contagi di oggi, per fortuna al minimo, sarà quello di domani. Anzi, più si terrà chiuso, più i rischi di tracollo del sistema produttivo aumenteranno. Permangono delle perplessità – chiarisce Occhiuto – sulle modalità del provvedimento che oggettivamente non dà la possibilità agli esercenti di riaprire immediatamente adottando le cautele, in termini di sicurezza, necessarie e previste dalle disposizioni governative. Ecco perché – aggiunge il Sindaco Occhiuto – reputo necessario istituire un coordinamento tra la Regione e i Sindaci e i Comuni, sia perché dall’oggi al domani non siamo in grado di applicare l’ordinanza regionale, sia per non generare confusione tra gli esercenti delle attività interessate dal provvedimento e tra gli stessi cittadini che, colti di sorpresa, non sanno esattamente come devono comportarsi, dovendosi orientare tra le disposizioni governative e l’ordinanza regionale che suggerisce di adottare comportamenti non in conformità con le prime. Giova richiamare – ricorda ancora Occhiuto – l’appello che avevo rivolto qualche settimana fa alla Presidente Santelli e nel quale sottolineavo la necessità di mettere i titolari di attività commerciali nella condizione di esercitare la loro attività in sicurezza per riattrarre la clientela e garantirla sul piano della sanificazione degli ambienti e della affidabilità del personale utilizzato. Per questo avevo chiesto alla Regione la fornitura continua di mascherine e dispositivi di protezione, la possibilità di sottoporre a tamponi settimanali veloci gli operatori e i gestori dei locali aperti al pubblico, in modo da renderli sicuri, e sostenere le spese per le attrezzature necessarie alla sanificazione degli ambienti. Per riaprire i locali, sia pure con la modalità all’aperto, è necessario fare prima questo e, allo stato, né i Comuni, né gli esercenti sono, in questo momento, in grado di organizzarsi in questa direzione. Siamo d’accordo sull’utilizzo degli spazi esterni, tant’è che daremo ai commercianti e agli esercenti, in proporzione alle superfici esistenti, la possibilità di utilizzare gratuitamente ulteriore spazio pubblico per i prossimi mesi, ma dobbiamo essere estremamente prudenti, evitando che si creino assembramenti. Seguiteremo, pertanto, ad invitare i cittadini a rispettare con rigore le disposizioni sul distanziamento sociale».  

Fase 2: Santelli e i timori di un nuovo esodo verso il Sud

CATANZARO – «Dal governo via libera ad un nuovo esodo verso Sud. La dichiarazione di principio che fa divieto degli spostamenti interregionali viene smentita dalla norma di chiusura che consente il ritorno nel proprio domicilio, abitazione o residenza. Tradotto un ‘liberi tutti’ che va oltre i casi specifici. Il governo si assume in pieno la responsabilità di un nuovo esodo verso Sud e dell’eventuale aumento di contagi che potrebbe derivarne. Le misure di contenimento attuate dalle Regioni del Sud possono essere gravemente compromesse da questa decisione di autorizzare ritorni in massa da zone ancora con altissimi numeri di contagio». E’ quanto ha dichiarato Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, all’indomani della conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui il premier Giuseppe Conte ha illustrato le nuove disposizioni in vigore dal prossimo 4 maggio.

«È la terza volta che questo accade e le altre due volte le regioni sono state lasciate sole nella gestione dei ritorni. Ora il Presidente Conte ed il suo governo – ha proseguito Santelli –  si assumano la responsabilità piena delle loro scelte e da oggi adottino tutte le precauzioni necessarie affinché questi ritorni avvengano con le dovute precauzioni. Precauzioni che devono essere assunte in partenza e non scaricate sulle regioni di arrivo. Noi adotteremo le misure di cautela di nostra competenza, ma deve essere chiaro che la norma apre ad un ritorno indiscriminato parlando non solo di residenza ma addirittura di domicilio ed abitazione. Conte si assuma in pieno la responsabilità della scelta, ma soprattutto della gestione di questi ritorni».

 

Sequestro Bilotti, Guccione: «Sull’inaugurazione avevamo visto giusto». Le reazioni politiche

COSENZA – «È facile dire oggi che “avevamo visto giusto” sull’inaugurazione di Piazza Bilotti, alla luce dell’inchiesta di questa mattina, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha portato al sequestro della piazza e del parcheggio interrato sottostante. Per amor di verità è bene ricordare che in tempi non sospetti avevamo lanciato l’allarme e denunciato, attraverso documenti ed esposti, che l’opera non era stata collaudata e quel Concerto di Capodanno con l’esibizione di Alvaro Soler non poteva svolgersi in quella piazza, visto che era ancora un cantiere aperto». E’ quanto ha dichiarato Carlo Guccione sul sequestro di Piazza Bilotti citando poi la nota inviata il 17 dicembre 2016 dal Gruppo Pd a firma dello stesso Guccione,  di Damiano Covelli, Alessandra Mauro, Bianca Rende:

“È assai grave quanto abbiamo appreso sugli organi di stampa in merito alla inaugurazione di piazza Bilotti che è ancora un cantiere aperto come lo stesso ingegnere Francesco Converso, dirigente capo dell’ufficio tecnico nominato direttamente dal sindaco Occhiuto, ha comunicato alla Regione Calabria con nota ufficiale del 7 dicembre 2016. Nella stessa nota l’ingegnere Converso ha chiesto una proroga al 28-02-2017 per il completamento finale dell’opera.  Alla luce di quanto affermato nella nota da Converso, non esistono le condizioni tecniche per rendicontare e per avviare il collaudo amministrativo e statico di piazza Bilotti. Del resto non ci sorprende la notizia apparsa sulla stampa. Avevamo già presentato nelle settimane passate una richiesta di accesso agli atti e ne presenteremo un’altra lunedì stesso in relazione a questa ulteriore nota del sette dicembre. Alla luce di tutto ciò non esistono le condizioni per l’utilizzo dell’opera senza il rischio per la incolumità dei cittadini. È necessario che le autorità preposte alla vigilanza, al controllo e alla sicurezza dei cittadini verifichino se sussistono tutte le condizioni di legge affinché l’opera possa essere fruibile in sicurezza per i cosentini”». 

La posizione di Italia in Comune

«Con il sequestro di Piazza Bilotti la nostra città occupa nuovamente uno spazio nelle pagine di cronaca giudiziaria, fatto che di certo non è nuovo». E’ netta la posizione di Italia in Comune – Sezione 25 aprile. «Con un atto di responsabilità – si legge nella nota – chiediamo al Sindaco di rimettere il mandato e dare la possibilità alla città di affrontare il proprio futuro diversamente. Non possiamo negare che quanto emerso in queste ore, relativamente al sequestro della piazza, ci colpisce molto e crediamo che una reazione simile possa registrarsi in tutta la cittadinanza, in particolare per i rischi corsi sull’incolumità in occasione dei numerosi eventi che si sono tenuti proprio a Piazza Bilotti. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, ma non possiamo non chiederci come mai se, a come si apprende, piazza Bilotti fosse rischio crollo, si è atteso ben tre anni e mezzo per intervenire lasciando che si organizzassero moltissime altre manifestazioni nei suoi spazi».

 

 

Sequestro di Piazza Bilotti, Occhiuto si difende: «Manovra di Morra. Componenti sicure»

COSENZA – «Ho piena fiducia nell’operato della magistratura, che come è noto, è vincolata dall’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale, ma mi duole che il procedimento in questione, per il quale la comunità dovrà sostenere costi e sacrifici veramente inutili, consegua alla denuncia del Sen.Nicola Morra, animato dall’evidente intento di mettere in cattiva luce l’operato di chi cerca di rendere Cosenza una città nuova, vivibile ed al passo con le più importanti città europee». E’ quanto il sindaco di Cosenza  Mario Occhiuto a seguito del provvedimento di sequestro preventivo di Piazza Bilotti eseguito questa mattina su disposizione della magistratura.

Le precisazioni di Occhiuto

«Intendo precisare che il mio coinvolgimento nella vicenda – sottolinea il Sindaco Occhiuto – è riconducibile esclusivamente all’azione di un amministratore che, non occupandosi dei profili strettamente tecnici e burocratici, ma avendo a cuore il bene della città ed il raggiungimento di obiettivi preminenti ed importanti, come la consegna alla cittadinanza di una nuova opera di grande importanza, sollecita ed incalza la definizione dei procedimenti, ma sempre nel pieno rispetto della tutela della sicurezza dei cittadini». «Al riguardo – prosegue Occhiuto – mi sento di dare ogni rassicurazione sul fatto che la fruizione di Piazza Bilotti è stata ed è assolutamente sicura. I tecnici preposti ai controlli, anche sismici, dell’esecuzione dell’opera e gli uffici comunali mi hanno sempre confermato la piena sicurezza statica e funzionale della piazza e delle strutture che la compongono».

«Risulta documentalmente che sono state eseguite prima del collaudo definitivo tutte le prove, anche aggiuntive, del caso, comprese quelle relative ai profili di apparente criticità richiamati nel provvedimento di sequestro. Ribadisco, quindi, che prima del collaudo anche le leggere imperfezioni presenti in alcune travi d’acciaio sono state oggetto degli opportuni interventi, sì da rendere anche tali componenti del tutto conformi alla normativa e quindi sicuri».

«Qualcuno – aggiunge ancora Occhiuto – ha speculato sulla circostanza che, in occasione dell’allestimento dei palchi per i concerti tenuti sulla Piazza sia stata esclusa la possibilità di occupare la parte soprastante l’ubicazione delle anzidette travi: si tratta di una speculazione assolutamente infondata poiché è buona regola tecnica evitare che zone soprastanti spazi occupati da travi in acciaio snelle, ancorché perfettamente realizzate e collaudate, siano sottoposte a particolari vibrazioni (c.d. fenomeno della risonanza). In occasione di eventi in cui è stata scelta una sede diversa da piazza Bilotti, ciò è stato dovuto a fini ben diversi dalla piena sicurezza della piazza».

«Se, del resto – conclude il Primo cittadino – avessi avuto il benché minimo dubbio sulla piena sicurezza, in ogni sua parte, della piazza, sarei stato un folle a consentirne la pubblica fruizione. Poiché sia formalmente che, soprattutto, sostanzialmente, ritengo sia dimostrabile l’assenza di rischi connessi all’utilizzo della piazza e dei connessi locali interrati, ho dato mandato all’Avv. Nicola Carratelli di richiedere l’immediato dissequestro di tutte le opere, appunto per mancanza di qualsivoglia situazione di pericolo».

 

Arrestato per corruzione sindaco di San Vito Ionio

SAN VITO SULLO JONIO (Cz) – I carabinieri della Compagnia di Soverato hanno arrestato e posto ai domiciliari Alessandro Doria, sindaco di San Vito sullo Ionio, in provincia di Catanzaro con l’accusa di istigazione alla corruzione e corruzione per l’esercizio della funzione.

Come riporta l’Ansa, il provvedimento è stato emesso dal Gip di Catanzaro Claudio Paris nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri dall’ Aggiunto, Giancarlo Novelli, e dal sostituto Graziella Viscomi. Il provvedimento di arresto del sindaco di San Vito sullo Ionio, Alessandro Doria, scaturisce da una attività investigativa che ha avuto inizio nell’estate del 2019 a seguito della denuncia di un amministratore locale della zona, in relazione a un presunto caso di corruzione nell’ambito dell’iter per la realizzazione di un parco eolico nel territorio di San Vito sullo Ionio. Secondo gli elementi raccolti nel corso delle indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Soverato, il sindaco Doria avrebbe richiesto, tramite la persona che ha denunciato, 5 mila euro ai dirigenti della società “Parco Eolico di S. Vito”, incaricata della realizzazione della struttura, per portare all’ordine del giorno del Consiglio comunale lo svincolo demaniale degli “usi civici”, provvedimento necessario per il completamento del progetto, avviato nel 2002. Ad avvenuta deliberazione favorevole, il sindaco avrebbe ottenuto l’ulteriore versamento di 75 mila euro.

Scuola e Covid, Davide Bruno lancia l’allarme: «Molti istituti privati rischiano di chiudere»

COSENZA – Si sa che tra le attività che hanno subito i maggiori effetti del contraccolpo sociale del lockdown per la diffusione dell’infezione da covid – 19 ci sono le scuole di ogni ordine e grado, obbligate alla chiusura già dal 5 Marzo. Questo ha interessato e coinvolto tante famiglie, utenti e fruitrici dei servizi scolastici. E fra esse,  e forse anche più di esse, le strutture private, che offrono un servizio di offerta formativa importante, dalla prima infanzia sino alle classi superiori, sia in forma paritaria (cioè tal quale alle istituzioni Statali) che in forma non Statale.

«Questo settore, strategico per lo sviluppo di un Paese, di un territorio – scrive Davide Bruno, consigliere comunale di Cosenza (Gruppo Misto) -, è oggi messo a durissima prova dai provvedimenti di distanziamento sociale adottati, con ricadute negative pregiudizievoli che potrebbero comportare addirittura la chiusura definitiva della maggior parte degli Istituti privati». «Si tratterebbe di un danno ingente che – prosegue il consigliere di Cosenza – non possiamo permetterci come comunità, sia per tutto il personale che si troverebbe senza lavoro, sia per i numerosi imprenditori che vedrebbero andare in fumo anni di sacrifici economici e soprattutto per le famiglie del nostro territorio che avrebbero una minore, se non inesistente, possibilità di poter usufruire di un importante servizio socio-educativo».

L’appello di Bruno

E ancora: «Per tale motivo, e per non impoverire ulteriormente il nostro territorio, è auspicabile un corposo intervento da parte pubblica, in favore sia degli istituti privati (Asili Nido – Scuole di Infanzia Paritarie e non – Scuole Primarie) sia a vantaggio dei genitori coinvolti dalla chiusura delle stesse, al fine di coprire quelle lacune economiche che evidentemente in assenza di attività potrebbero mancare e portare al fallimento l’intero apparato». Da qui quindi l’invito agli amministratori locali: «L’auspicio di un provvedimento economico per questo comparto, non mi esime dal richiedere anche una forte attenzione a provvedimenti amministrativi che diano respiro alle strutture del settore già esistenti e non magari a determinarne la chiusura ed a favorire la crescita di nuove scuole o asili per dare un ventaglio di offerta più ampio a tutti i cittadini. Confido nella sensibilità degli amministratori locali e regionali».

 

Occhiuto: «Ripresa possibile dopo la pandemia solo ripensando gli scenari dei lavori pubblici e dell’edilizia privata»

COSENZA – “La cifra distruttiva della pandemia ci costringe, plasticamente, al ripensamento degli scenari del dopo”. E’ quanto ha affermato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in qualità di delegato nazionale dell’ANCI per i lavori pubblici e l’urbanistica, in una sua riflessione ripresa questa mattina dal quotidiano economico Italia Oggi. “La storia delle ricostruzioni, sia nel dopoguerra italiano che, più recentemente, nei paesi dell’Est dopo il crollo del Muro di Berlino – sottolinea Occhiuto – ha sempre inseguito un grande disegno di sviluppo e di adeguamento delle infrastrutture pubbliche e dell’edilizia abitativa come principale possibilità per la ripresa economica. Oggi lo è anche di più a causa del blocco di altre attività d’impresa, soprattutto quelle commerciali e del food, che saranno ostacolate nella ripresa dalla necessità del distanziamento sociale. Non sfugge a tale sforzo, quindi, una riflessione sulla configurazione del settore dei lavori pubblici e del complessivo comparto dell’edilizia post pandemia COVID-19, come unica possibilità per immettere nel tessuto produttivo del paese liquidità e ricchezza necessarie per arginare la crisi in atto. Gli investimenti, inoltre, se indirizzati bene, attraverso progetti di qualità architettonica e di sostenibilità ambientale, ritorneranno utili in futuro perché consentiranno un risparmio in termini di costi sociali e sanitari grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e restituiranno un patrimonio immobiliare pubblico e privato rinnovato e più contemporaneo, implementando nuovi scenari di crescita turistico-commerciale. Si potrebbe così effettivamente – sostiene Mario Occhiuto – dare l’avvio ad una concreta stagione della rigenerazione urbana trasformando tutti i quartieri delle città oggi degradati e abbandonati come alcuni centri storici delle città italiane oppure marginalizzati da cattive operazioni di edilizia sociale collettiva senza identità. E dare esecuzione ad una massiccia opera di manutenzione straordinaria della viabilità interna ed esterna ai centri urbani, con particolare attenzione all’adeguamento dei viadotti. C’è da riflettere inoltre sul fatto che la globalizzazione, insieme a politiche di ipersfruttamento delle risorse naturali, che vigono tuttora in paesi a minore democrazia diffusa, potrebbero generare in futuro altri fenomeni pandemici. Sarebbe opportuno, quindi, tenerne conto nell’ambito di una riqualificazione generale di strutture sanitarie, RSA, scuole, uffici pubblici, infrastrutture e spazi pubblici, strutture produttive di beni essenziali, reti di telecomunicazioni. La programmazione e la progettazione dovrebbero far tesoro dell’esperienza del Covid 19. Ma anche ogni azione di promozione e di incentivazione. Esattamente come per i fenomeni sismici. Ritenere possibile una ripartenza dei modelli normativi e di governance dei due settori, esattamente dallo status pre-pandemico, appare però davvero irrazionale e immotivabile. “Il niente sarà più come prima” non è solo un efficace slogan del periodo che viviamo ma è, piuttosto, la razionale rappresentazione di una necessaria modificazione del comportamento sociale ed economico dell’uomo rispetto alla natura e all’ambiente, e nello stesso tempo della necessità di delegificazione del quadro di riferimento normativo. L’ipotesi di ripresa deve riguardare quindi il ripensamento degli scenari di futura immediata operatività che i lavori pubblici e l’edilizia privata possono percorrere nella prospettiva temporale post-pandemica. Nel caso del comparto lavori pubblici, il problema non è finanziario o di assenza di risorse; è esclusivamente burocratico e procedurale come, purtroppo, ha dimostrato la falsa partenza della recentissima normativa sblocca-cantieri. Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dalla introduzioni di norme e di apparati autoreferenziali rivolte esclusivamente alla esasperazione di controlli che, diventando eccessivi, hanno paralizzato di fatto i decisori pubblici dinanzi al rischio delle violazioni di legge e delle responsabilità erariali”. Al termine della sua riflessione il Sindaco Mario Occhiuto ha formulato una serie di proposte riprese questa mattina dal quotidiano economico “Italia Oggi”. Tra le proposte del Sindaco di Cosenza, l’eventuale affidamento ai sindaci, in attesa di una radicale e complessiva delegificazione e in deroga alle norme, dell’avvio, della realizzazione e della gestione delle opere pubbliche come commissari straordinari, sul modello di quanto accaduto a Genova. Occhiuto propone, inoltre, modifiche all’attuale testo del codice dei contratti, al fine di includere uno snellimento e una semplificazione delle procedure autorizzative dei progetti, che il Sindaco di Cosenza non esita a definire “vero collo di bottiglia del settore”.