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Premio Musica contro le mafie, annunciati i nomi dei 10 finalisti

COSENZA – Il Premio “Musica contro le mafie” 7^ Edizione, partito il 5 Settembre scorso, ha finalmente i suoi 10 Finalisti!

I voti sono stati espressi dalla Giuria Facebookiana (valore 20%), Giuria Studentesca (valore 35%) e Giuria Responsabile (valore 45%); il rapporto tra questi voti ha dato il risultato finale ed anche quest’anno Musica contro le mafie ha i suoi 10 Finalisti che passano alle Fasi Live.

I 10 Artisti si esibiranno al Teatro Morelli di Cosenza all’interno del cartellone della “5 Giorni di Musica contro le mafie”:

5 nella finale n°1 del 16 Dicembre;
5 nella finale n°2 del 17 Dicembre.

I 10 Finalisti, in ordine di Classifica, sono :
“Chop Chop Band” – Barletta (BA), “Sancto Ianne” – Benevento, “Cicciuzzi” – Gangi (PA), “22esimo Quartiere” – Messina, “Molla” – Bari, “Jimmy Ingrassia” – Roma, “Limone” – Bassano del Grappa (VI), “Mujura” – Roccella Jonica (RC), “Mud” – Sermide (MN), “Musicamanovella” – Pignola (PT).

L’appuntamento è fissato per le Finali di Cosenza al Teatro Morelli, davanti ad un pubblico di studenti che per la prima volta saranno Giuria delle fasi finali attraverso i loro smartphone e alla giuria responsabile presente in sala.
Presentatori d’eccezione delle finali saranno due rapper di fama nazionale: Kiave e Hyst, che condurranno le due finali tra esibizioni ed ospitate. I due Mc saranno anche protagonisti di un cameo musicale.
Le Finali di Cosenza vedranno inoltre la partecipazione di due ospiti d’eccezione: Maurizio Capone – BungtBangt, uno dei maggiori rappresentanti della Eco-Music e costruttore di strumenti musicali con materiale riciclato, e Kento unico rapper ospite alle Targhe Tenco 2016 e con il suo ultimo libro/cd “Resistenza Rap” appena pubblicato.

Il coordinamento di Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) Calabria con quello di Cosenza e lo staff dell’associazione Musica contro le mafie allestiranno punti informativi e di incontro con il pubblico presente.

Il Premio “Musica contro le mafie 7^ Ed.” è stato ideato e organizzato dall’Associazione Musica contro le mafie e sviluppato e sponsorizzato da MkRecords con il supporto di SIAE, Acep, Unemia, L’Associazione, Banca Etica e Credito Cooperativo sotto l’egida di Libera(Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), con la partnership di Casa Sanremo, Club Tenco, I-company, Narcomafie, Muzi Kult, MkLive, Gruppo Eventi, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, e del maestro orafo Michele Affidato, autore dei premi.

La manifestazione rientra tra gli eventi storicizzati, promossi e finanziati dalla Regione Calabria a valere sul fondo cultura 2016.

Rossano, in scena Nestore Verre per l’associazione Lilli Funaro

nestore-verreROSSANO (CS) – Martedì 6 dicembre alle ore 21, presso il cinema teatro San Marco di Rossano, andrà in scena il concerto di Nestore Verre, per la Fondazione Lilli Funaro. Nestore Verre  presenterà i  brani del suo nuovo lavoro discografico, “Oltre me non esisto” .Quella di Rossano sarà una tappa molto importante dell’”Oltre me non esisto tour”, perché al centro ci sarà una nobile causa da sostenere, la ricerca sul cancro, una battaglia che la Fondazione Lilli sta combattendo da un po’, proponendo ancora una volta un meraviglioso binomio tra musica e solidarietà. I proventi, infatti, saranno interamente devoluti in beneficienza. Ospite speciale della serata,  sarà Verdiana,  che proprio in questo periodo è stata  premiata col disco d’oro per il singolo “L’amore merita”, insieme alle sue amiche, Greta Manuzi, Simonetta Spiri e Roberta Pompa

“Canto pagano” dei Moda, Perle dagli anni Ottanta

Alla fine degli anni Settanta nella musica comincia a manifestarsi un certo malessere esistenziale, complici i cambiamenti del mondo, che non prende più solo forma in canzoni d’impegno politico ma (anche) in un genere chiamato new wave. Sebbene il genere nasca in Inghilterra, ci sono molti esempi di ottimi risultati anche in Italia. Oggi infatti vi parliamo di Canto pagano dei Moda (1987). No. Niente accento sulla a.

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Il gruppo fiorentino presenta un sound molto più vicino al glam di Bowie, dei Japan o dei Duran Duran, come ci ricorda la voce calda e carismatica di Andrea Chimenti, ed erano quindi contrapposti al filone più dark rappresentato dai Diaframma di Federico Fiumani e Miro Sassolini. Questa opera seconda dei Moda è composta da un tessuto di tastiere che si intrecciano, dando così modo alla voce e alle chitarre di entrare in scena sotto diverse vesti.
Gran parte dei testi – a dir la verità, forse non sempre all’altezza – cantano l’emarginazione, la sconfitta di qualcuno davanti alla società, o alla vita, o all’amore, e solo nei brani in coda sembra esserci un riscatto. L’urlo di aiuto che diventa rabbia di Malato, l’angoscia di chi ha subito e vuole reagire fuggendo (magari proprio dalla vita) di Uomo dei sogni, la rassegnazione davanti a un amore finito in Addio a te. Questi primi tre brani riescono a conciliare sonorità rock non immediate a una certa orecchiabilità, che ritroviamo anche in Se fossi. Da qui in poi i testi abbandonano quella resa di cui parlavamo prima e la svolta è segnata dal guanto di sfida lanciato con Spara. Janine, invece, dipingeva quadri e cercava firme per strada ed è bastato un flirt con un doppiopetto a farle allontanare lo sguardo da quadri e firme… tanto “annoiati, poi, ti getteranno via”, quindi poco male.

La vera perla arriva alla fine – seppur dopo vari brani validi – con L’America, che scardina le pose della società borghese, l’adorazione del denaro e il conformismo dilagante già allora. Questo forse è il brano più bowiano e più punk di cui il disco sentiva il giusto bisogno. Canto pagano vede la partecipazione di Gianni Maroccolo al basso e la produzione del compianto Carlo Ubaldo Rossi.

Un disco di poco meno di 40 minuti che vale la pena di ascoltare, se non altro per rivivere un periodo d’oro e poco conosciuto della musica italiana. Vi pare poco?

Gianluca De Serio

“Boom!”, il nuovo disco dei Twist Contest

COSENZA – Sarà presentato alla libreria Ubik di Cosenza, sabato alle 18, “Booomm!” il primo long playing dei Twist Contest.

Un disco maturato sui palchi di tutta Italia, dopo un decennio di attività live, dimensione questa, da sempre privilegiata dalla band calabrese. Nel nome dell’album un dichiarato omaggio al “cult” di Quentin Tarantino: Pulp Fiction per atmosfere ed ironia sottile e mai banale. Nelle orecchie e nei suoni una forte passione per il rock’n’ roll, che costituisce la matrice principale del loro mood sonoro: una miscela esplosiva fra i The Clash e Chuck Berry.

Dieci tracce in cui le contaminazioni arrivano prestissimo: i ritmi in levare, lo ska, il twist e il reggae’n roll. Tutto centrifugato in una potenza sonora che fa centro al primo colpo. La scrittura è carnale, spesso focalizzata sulla narrazione del rapporto di coppia e i sentimenti fortissimi che la attraversano. Non mancano però i divertissement, uno su tutti: Pasquetta, un inno alla condivisione spensierata, alla socialità spinta e libertaria. Restituiscono la presa emozionale in questo primo lavoro che dal vivo, sul palcoscenico sfoggiano, dando il meglio di sè, perchè la loro musica è soprattutto una festa, un party da condividere con il pubblico.

Da oggi in rotazione radiofonica “Oltr3”, il singolo del cosentino Nestore Verre

nestore-verreCOSENZA – Da oggi, in rotazione radiofonica  Oltr3, il nuovo singolo di Nestore Verre. Dopo i risultati ottenuti dai primi due singoli, Oltre la realtà e In Bilico, ecco il terzo estratto del nuovo lavoro del cantautore cosentino Oltre me non esisto, album di 11 canzoni scritte e composte dallo stesso Verre. Oltr3 è una rock ballad che fotografa bene le sensazioni dell’artista, il quale esprime un messaggio di speranza attraverso il suo stato d’animo. «È un brano che ci ricorda – racconta Nestore Verre – che è tempo di liberarsi dalle paure, dalle ansie, da quelle gabbie che spesso costruiamo. E’ tempo che le anime si riconcilino con se stesse e con il creato vivendo le proprie sensazioni, quelle vere, quelle forti, quelle che contano senza più tormentarsi». Un messaggio positivo quello del cantautore calabrese che ha un valore profondo visto il periodo storico in cui viviamo. Un inno luminoso e sorridente, un invito a guardare oltre l’orizzonte, con fiducia.

“Il Muro di Berlino”, il nuovo videoclip dei VioladiMarte contro le difficoltà di comunicazione

COSENZA – Esce oggi il nuovo attesissimo videoclip dei VioladiMarte: Il Muro di Berlino. un concentrato di rock alternativo, cantautorato e psichedelia.

Il brano racconta delle difficoltà odierne legate alla comunicazione interpersonale. Si evolve il concetto di non-azione, espresso nell’ultimo album della band La Sindrome dei Panda (2012), portando l’ascoltatore alla consapevolezza dell’esistenza dei “Muri Emozionali”. Muri che si possono interporre tra due amici, in una coppia o sul posto di lavoro, separandoci da ogni forma di comunicazione reale.
Come un abito mi cucirai perché ti entri ancora”.
Il Muro di Berlino è la metafora dell’ultima difesa personale utilizzata dalla società.
Da un’idea di Joe Santelli, con la collaborazione di Visioni Creative, nasce il video ipnotico del Muro di Berlino, che in circa 4 minuti riesce a portare lo spettatore a confrontarsi con situazioni che può trovare nella vita di tutti i giorni.

Persone, quotidianità, maschere e sguardi, tutto gira intorno a un muro, mostrando volti differenti a ogni cambio scena.

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Video e Montaggio a cura di Visioni Creative – Matteo Leuterio e Giuseppe Greco.
Brano scritto e composto da Joe Santelli.
Registrato presso le Officine 33Giri di Cosenza.
Mastering a cura di Eric James al Philosophers Barn Studios (UK).

Per maggiori informazioni seguite la Pagina Facebook dei VioladiMarte: (https://www.facebook.com/VioladiMarte?fref=ts).

My Bloody Valentine, la dimensione di Loveless

Anche quest’album è degli anni Novanta (1991). Anche quest’album è di una band inglese.
Loveless dei My Bloody Valentine è il manifesto dello shoegaze (letteralmente guardascarpe), coniato dai giornalisti per indicare l’attitudine di chi suonasse questo genere a guardare in basso; non le scarpe, in realtà, ma gli effetti a pedale.

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Sleep like a pillow è il verso che apre le danze e suona come una dichiarazione d’intenti. Le voci di Kevin Shields e Bilinda Butcher sembreranno arrivare da un’altra dimensione, ostacolate dal fitto muro sonoro. La batteria apre alle distorsioni di Only Shallow dove, dicevamo, è messa in chiaro l’atmosfera che attraverserà tutte le tracce. Il cantato sognante della Butcher fluttua sui suoni distorti, che sembrano portare avanti le sonorità di Psychocandy dei Jesus and Mary Chains. L’intensità dell’arrangiamento si rompe d’incanto, in coda, per cedere a un vortice di tremoli che apre alla traccia successiva. Loomer è fatta da schitarrate sullo stile dei Sonic Youth di Daydream Nation e da un tremolo in secondo piano che attraversa tutta la canzone, come una costante e lieve scossa di terremoto. Touched è un brevissimo lamento angoscioso, sempre ottenuto grazie alla leva del tremolo, ideale per portare a Here’s to know when. Quest’ultimo è forse il brano migliore, estremamente sognante, in cui le “solite” chitarre vorticose dividono la scena con un artificioso complesso di archi (che in realtà è ottenuto da chitarre campionate). When You Sleep, altra punta di diamante dell’album, esplode quasi come a voler contraddire il proprio titolo. Per la prima volta il microfono passa al buon Kevin Shields, tra riff più graffianti accompagnati da una chitarra-synth e un testo meno criptico dei precedenti. Da qui si passa a I Only Said, dove il riff scivola sulle chitarre stridenti. Molto valide anche Come In Alone e Sometimes, la prima più garage, la seconda dalle forti capacità estranianti. In coda troviamo la splendida Blown A Wish, What You Want e Soon, quest’ultima dai suoni più acidi.

Dopo anni di EP, i MBV sfornano questo capolavoro che consiste in brani dagli elementi apparentemente inconciliabili, ma che coesistono grazie a un’abilità degna di pochi. È una voce che prova ad urlare, ma non viene capita e sembra una rivoluzione incompleta. Però, dal 2014, sta assistendo a una rinascita.

Gianluca De Serio

La “Different Class” dei Pulp

Si dice che tra i due litiganti il terzo gode.

Nell’Inghilterra degli anni Novanta, per distinguersi dall’ormai agonizzante grunge americano, nasce la scena brit pop, le cui band di punta sono Blur e Oasis. Mentre Damon Albarn e i fratelli Gallagher sono impegnati a fare a gara a chi vende di più, in un altro punto dell’Inghilterra succede qualcosa.

Ma facciamo un passo indietro. (cit.)

Nel 1994 un’altra formazione esce con l’album His ‘n Hers, dove si nota una forte crescita stilistica fatta di quelle venature glam che caratterizzeranno l’album successivo. Questa formazione si chiama Pulp, e nell’anno a venire, pubblicherà il lavoro della consacrazione, pietra miliare del britpop e degli anni Novanta: Different Class.

Il quinto album dei ragazzi di Sheffield dà voce alla classe differente che sono tutti gli outsider, gli esclusi. E della loro vita c’è tutto: dal biglietto da visita iniziale di Mis-Shape («We want the things / you don’t allow us / We won’t use guns / We won’t use bombs / We’ll use the one thing / we got more of / That’s our minds») alla conclusiva vita notturna di Bar Italia.

La voce di Jarvis Cocker è una fantastica commistione tra lo stile chansonnier del primo Scott Walker e quello di Serge Gainsbourg, con un’impostazione, anche sul piano estetico, che ricorda i cantautori francesi esistenzialisti degli anni Cinquanta.

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Parti più urlate si alternano ai molto più frequenti episodi sussurrati che vogliono sedurre durante l’ascolto in cuffia. Le chitarre si alternano alle orchestrazioni, come in I Spy, e cedono il passo a brani più easy listening (è il nome del genere, non un inglesismo buttato là!) come Sorted for E’s and Wizz, brano con chiaro riferimento all’ecstasy e quindi censurato dalla rotazione musicale. Non meno degno di attenzione è Something Changed, accompagnato da uno splendido basso e da un testo che trascende il naturale scorrere del tempo.

In un lavoro del genere non può mancare, in pieno stile del tempo, qualche riflessione sull’amore, come la ballabile Disco 2000, che diventerà anche il brano più conosciuto di tutta l’opera. Nella seconda parte della playlist si incontra anche la piccola perla F.E.E.L.I.N.G.C.A.L.L.E.D.L.O.V.E., dove il suono dei Pulp prende una piega avant garde, tra le già citate orchestrazioni e un parlato che cede il passo a esplosioni sonore nel ritornello.

Different Class dà quindi racconta gli outsiders e lo fa in modo decisamente orecchiabile (pop!). Schizza al primo posto della classifica inglese e viene premiato con quattro dischi di platino.

Oggi, se fate zapping tra le pubblicità, vi potrà capitare di ascoltare qualcosa di familiare.

Gianluca De Serio

Color Fest Winter Session, annunciati i live dei The Zen Circus e Francesco Motta

LAMEZIA TERME (CZ) – Torna con una winter session, dopo il successo della IV edizione, il Color Fest, rassegna dedicata alla musica e all’arte indipendente, promossa dall’associazione culturale Cosa sono le Nuvole.

Dopo aver ospitato numerosi artisti nazionali e internazionali (The Soft Moon, Verdena, Brunori SAS, Afterhours, Lo Stato Sociale, Giorgio Canali, Calcutta, Marta sui tubi, Marlene Kuntz etc), si scaldano i motori della nuova stagione musicale con due nuovi appuntamenti che si preannunciano ricchissimi, con due ospiti musicali di primo piano e tantissimo altro ancora da annunciare.

Il 22 dicembre al Cafè Retrò di Lamezia Terme (Cz), assoluto protagonista sarà il cantautore Francesco Motta, fresco vincitore del Premio Tenco 2016 come migliore opera prima, grazie all’album La fine dei vent’anni, album che segna il suo esordio da solista, dopo aver capitanato la band Criminal Jokers,  prodotto da Riccardo Sinigallia per Woodworm Music.

Polistrumentista eclettico, che ha prestato negli anni la sua capacità musicale a Nada, Pan del diavolo, Zen Circus, Giovanni Truppi.

La fine dei vent’anni è la scoperta dell’età adulta, il racconto della crescita umana e musicale di uno dei più talentuosi artisti italiani.

Toccherà invece il 5 gennaio, incendiare il palco della Color Fest Winter session, a una delle più longeve formazioni rock italiane: i The Zen Circus. La band toscana, presenterà dal vivo il nuovissimo album La Terza Guerra Mondiale, in uscita per La Tempesta Dischi.

Dopo otto dischi, un ep e diciotto anni di carriera, The Zen Circus festeggiamo la maggiore età con un nuovo lavoro di inediti, un disco a cui hanno dedicato più tempo in studio, lavorando su ogni piccolo dettaglio, dalle melodie ai testi, dagli arrangiamenti ai suoni.

Un album potentissimo, dalla indiscutibile qualità strumentale e dalla scrittura mai banale e sempre acutissima, che non ha paura di toccare i territori del power-pop, senza mai perdere di lucidità ed efficacia.