Fuga dal Sudan in Italia: ecco chi è De Tommasi, l’ambasciatore cosentino che guida le operazioni

In un teatro di caotica e sanguinosa guerra combattuta nel cuore di una metropoli da cinque milioni di abitanti, l’Italia ha completato una complicatissima missione di salvataggio dei quasi 150 connazionali intrappolati a Khartoum. Operazioni simili sono state condotte anche da altri Paesi che stanno mettendo in salvo i propri cittadini dal conflitto che da nove giorni contrappone esercito a paramilitari per il controllo del Sudan al prezzo di centinaia di morti e migliaia di feriti. A Coordinare il tutto, il diplomatico Michele Tommasi, ambasciatore d’Italia nel Sudan, a Khartoum. 

In serata era già decollato alla volta di Gibuti il primo C-130 italiano con a bordo la gran parte dei connazionali che avevano chiesto di lasciare il Paese, mentre successivamente erano partiti verso la stessa Gibuti altri 40, grazie alla collaborazione con le forze armate spagnole. E in tarda serata hanno lasciato Khartoum l’ambasciatore Michele Tommasi con del personale militare.

Il punto di raccolta per tutti è stata appunto l’ambasciata d’Italia, pienamente operativa, ha precisato il ministro degli esteri Antonio Tajani, riferendosi alla missione diplomatica guidata dall’ambasciatore Tommasi e insediata in un’area dove ancora sabato venivano segnalati almeno otto dei 24 fronti di scontro fra le due fazioni. Anche per questo a bordo dei due C-130 dell’aeronautica militare decollati alle 13.55 ora italiana da Gibuti alla volta di Khartoum c’erano uomini delle forze speciali dell’esercito italiano e dei carabinieri coordinati dal comando operativo di vertice interforze. “La sicurezza degli aeroporti è assicurata dai fucilieri dell’aria dell’aeronautica militare”, aveva spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto che in serata ha ugualmente espresso la sua soddisfazione per la riuscita evacuazione. L’aeroporto di Khartoum è sotto il controllo dei lealisti, ovvero dell’esercito guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, di fatto presidente del Paese. Il capo della Farnesina ha riferito di aver parlato con entrambi i leader delle parti in conflitto e di aver ricevuto garanzie di sicurezza per gli italiani.

Chi è Michele De Tommasi

Tommasi è nato a Cosenza il 6 luglio 1965. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università Luiss di Roma, è entrato nella carriera diplomatica nel 1996. Poi ha prestato servizio alla Direzione Generale per il Personale e l’Amministrazione. Dal 1999 al 2003 ha svolto le funzioni di Secondo segretario commerciale e di Primo segretario commerciale all’ambasciata d’Italia a Rabat. Successivamente, fino al 2006, è stato console a Smirne. Dopo essere rientrato a Roma, ha prestato servizio alla Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente e a settembre 2009 è stato incaricato di svolgere le funzioni di Capo dell’Ufficio II della Direzione Generale per i Paesi dell’Europa.

Dal 2010 al 2011 ha prestato servizio in qualità di consigliere alla Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a New York, venendo confermato nella stessa sede con funzioni di primo consigliere fino al 2014. Successivamente, fino al 2018, ha ricoperto l’incarico di primo consigliere all’ambasciata d’Italia a Mosca. Nell’ottobre 2018, rientrato alla Farnesina, ha prestato servizio nella Segreteria Generale – Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e Documentazione storica.
Prima di essere nominato ambasciatore d’Italia a Khartoum, il consigliere d’ambasciata Michele Tommasi ha ricoperto l’incarico di Capo dell’Ufficio VIII della Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza.

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