‘ndrangheta, 20 misure cautelari per affiliati e prestanome della cosca Pesce

ROSARNO (RC) – E’ in corso da stamattina una vasta operazione della Polizia per l’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti di presunti elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno della ‘ndrangheta. Le persone destinatarie dei provvedimenti sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla stessa polizia il primo dicembre del 2016, oltre che di traffico e cessione di sostanze stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. L’operazione in corso rappresenta la prosecuzione dell’inchiesta “Recherche” nell’ambito della quale, il 4 aprile scorso, la Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria e lo Sco della Polizia di Stato avevano fermato 11 persone con l’accusa di essere affiliate e prestanome della cosca Pesce. Nel corso della stessa operazione la polizia aveva sequestrato beni e società operanti nel settore agroalimentare e dei trasporti di merci su gomma per conto terzi per un valore di 10 milioni di euro. Grazie alla rete di protezione che lo circondava, il boss della ‘ndrangheta Marcello Pesce, nel periodo della sua latitanza, riusciva ad amministrare le risorse finanziarie incamerate dalla cosca. E’ quanto è emerso dall’operazione “Recherche 2”. Il boss latitante, sempre grazie ai suoi protettori, assegnava le risorse finanziarie ai componenti della cosca ed ai loro familiari; gestiva, in regime di sostanziale monopolio, l’attività di trasporto merci su gomma per conto terzi e curava i rapporti con le altre cosche, intervenendo, a più riprese, per risolvere alcune controversie sorte all’interno della propria compagine criminale o con altri gruppi della ‘ndrangheta. Secondo quanto è stato spiegato successivamente dagli investigatori, i provvedimenti cautelari eseguiti, al momento, sono 19 perché uno dei destinatari risulta irreperibile. In particolare, sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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