Operazione mandamento, Barbalace indagata. I Cinquestelle ne chiedono l’estromissione dalla giunta regionale

REGIO CALABRIA – Nel leggere quel nome, Barbalace Carmela, spuntare tra gli indagati dell’operazione mandamento, nessun cronista aveva pensato potesse trattarsi dell’assessore regionale alle attività produttive. La circostanza è emersa soltanto molte ore dopo, esplodendo sulla giunta guidata da Mario Oliverio. La Barbalace è accusata di abuso d’ufficio in concorso, truffa aggravata e truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche. La vicenda è legata al caso di un imprenditore agricolo, Giuseppe Scaramozzino, anche lui inquisito, il quale per mezzo di “artifici e raggiri” avrebbe simulato il possesso di requisiti, in realtà inesistenti, per partecipare a un bando e ottenere un finanziamento di 55mila euro. Barbalace, assieme a Giovanni Aramini e Salvatore Spinelli, in qualità di componenti della commissione di riesame delle istanze prodotte dagli esclusi della graduatoria provvisoria del bando regionale Psr Calabria (misure 112 e 121), nell’esaminare la domanda di Scaramozzino, non sottoscritta, e redigere il verbale finale, avrebbero ammesso al finanziamento l’imprenditore “senza rilevare le violazioni procedurali” e “senza verificare che la pratica fosse espletata secondo la legge”. Scaramozzino, infatti, evidenziano gli inquirenti, aveva attestato il possesso dei requisiti previsti dal bando relativi a competenze e conoscenze professionali maturate attraverso lo svolgimento di attività agricola per più di due anni. “Requisiti in realtà non posseduti alla data di presentazione della domanda di aiuto al Psr Calabria 2007/2013”, scrive la Dda nel decreto di fermo. Tra gli indagati figurano anche il dipendente della Regione Francesco Chiellino, che avrebbe validato un contratto di locazione presentato da Scaramozzino non rispondente al requisito prescritto dal bando, e l’ex direttore generale Giuseppe Zimbalatti, che ha sottoscritto il decreto di concessione di un primo premio di finanziamento da trentacinquemila euro dopo i 18 mesi dall’apertura della partita iva e dell’iscrizione alla Camera di commercio, in contrasto quindi con le normative di riferimento secondo cui “il sostegno all’insediamento dei giovani agricoltori deve essere adottato entro 18 mesi dal momento dell’insediamento”. Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle Dalila Nesci, Paolo Parentela, Federica Dieni, Nicola Morra e Laura Ferrara hanno chiesto ad Oliverio di estromettere immediatamente la Barbalace dall’esecutivo regionale.

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