Sequestrati beni per 26 milioni di euro a società di call center

CATANZARO – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno eseguito un provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca di beni per equivalente, di beni (mobili, immobili, valori in denaro ecc.) per 26 milioni di euro intestati a Infocontact srl, nota società con 14 sedi di call center in Calabria, e agli amministratori della famiglia Pane. La società, costituita nel 2001, ha operato sul mercato dell’outsourcing e servizi di customer care, attualmente è in amministrazione straordinaria dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza da parte del Tribunale di Lamezia Terme. Infocontact, pur avendo sede legale a Roma, ha sempre operato in Calabria con 14 sedi e circa duemila dipendenti, ha usufruito di svariati contributi straordinari previsti da leggi nazionali e comunitarie per la formazione e l’assunzione di dipendenti, oltre a sgravi fiscali e contributivi a riduzione del costo del lavoro. Nel periodo tra il 2009 e il 2013 la società ha omesso di versare somme per 26 milioni di euro al fisco, come ricostruito dalla Procura di Lamezia Terme che ha disposto il sequestro anche in virtù di «operazioni distrattive e dissipative fatte dall’organo amministrativo nel periodo in cui versava già in stato di decozione o insolvenza». Le indagini hanno inoltre svelato una fitta rete di società correlate e collegate, di cui alcune anche all’estero, che secondo l’accusa potrebbero essere state destinatarie dei proventi distratti. Tra i beni sequestrati anche un lussuoso attico a Roma, oltre a numerosi conti correnti, beni mobili e partecipazioni finanziarie riconducibili agli indagati.

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