All’Acquario si tirano le fila di una stagione che non c’è

Cosenza – Il teatro dell’Acquario naviga su una zattera precaria e “scivolosa”; dopo 32 anni di lavoro, progetti, fatica e successi le “tavole” del teatro rischiano di impolverarsi e il suo sipario rischia di chiudersi e di non riaprirsi più.

È proprio per evitare che le difficoltà del teatro, e di chi lo vive, cadano nel dimenticatoio che, questa mattina nel Bistrot dell’Acquario, si è tenuta l’ennesima conferenza stampa indetta da Antonello Antonante, direttore artistico, con la speranza di riuscire a tirare le fila di questo complesso limbo che più si attraversa e più riporta alle Regione Calabria e alla sua indolente ed imperterrita incapacità di modificare la legge n°27 del 26 aprile 1995 che impedisce alle cooperative di partecipare ai bandi Por.

Antonante ha esordito ricordando il sostegno ricevuto in questi mesi e quantificando le firme apposte per sottoscrivere la petizione “salva teatro” che, in poco tempo, sono cresciute a dismisura fino a raggiungere quota 2.200; si continua poi con una carrellata di ringraziamenti rivolti alla Fondazione Carical, all’associazione Libera, al teatro Stabile di Calabria, al Comune di Cosenza, al Sindaco Mario Occhiuto e ai Consiglieri Regionali Sandro Principe, Francesco Talarico, Ferdinando Aiello e Gianpaolo Chiappetta. Balza subito agli occhi, e alle orecchie, che tra i ringraziamenti elargiti ne manca volutamente qualcuno e infatti Antonante si appresta ad affermare “Tra gli enti da me ringraziati non c’è né la Regione che tace e tace da sempre né la Provincia con cui, però, dobbiamo ancora avere un incontro”.

Le acque si sono un po’ mosse dunque ma non abbastanza da creare un maremoto irrefrenabile; le onde sono ancora piccole creste di schiuma che faticano ad ingrandirsi e il vento non si è ancora alzato adeguatamente per spiegare le vele e spingere, così, la zattera fino a terra ferma.

Giacché le “campane” sono tante ma gli espedienti sempre troppi pochi, Antonante, nel mentre della conferenza stampa, si è posto delle domande e ha cercato di proporre tre soluzioni alternative “realizzare una cordata degli enti pubblici con la Fondazione Carical capofila, optare per un azionariato popolare intorno al Teatro dell’Acquario oppure propendere per una sorta di open space”.

La conferenza è stata poi conclusa da Geppino De Rose, assessore all’innovazione al Comune di Cosenza, “ho l’impressione che ci sia un clima di rassegnazione” – ha affermato – “ma attenzione perché dobbiamo dare fondo alle ultime energie e fare “clima”. Bisogna immaginare nuovi spazi di progettazione e il Comune è dalla vostra parte. Il “clima” è la premessa per strategie vittoriose, bisogna parlare di progettazione e non di funerali”.

E intanto sul sito istituzionale della Regione Calabria è stato pubblicato un bando per le imprese che godono di attività ormai storicizzate. Che sia forse questa la risposta della Regione a tutti i problemi dell’Acquario e delle cooperative in genere?

Annabella Muraca

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