Arisa arriva in Calabria con “Amami tour 2012”

COSENZA – Dopo Noemi e Giusy Ferreri il Metropolis Centro Commerciale fa tris e ieri mercoledì 20 giugno per il consueto concerto annuale ha ospitato un’altra voce femminile quella della vera vincitrice di Sanremo 2012 Rosalba Pippa in arte Arisa.
Davanti a un pubblico fragoroso ha presentato il suo nuovo album iniziando proprio con il pezzo che da il nome al suo ultimo lavoro “ Amami” ma riproponendo anche il meglio dei suoi brani precedenti.
Attraverso le sue canzoni ha raccontanto, in particolar modo se stessa ed è riuscita a condurre tutti i suoi ascoltatori all’interno di quella evoluzione-rivoluzione che l’ha trasformata da un piccolo bruco con gli occhialoni a una splendida farfalla con l’eyeliner.
Ballate profonde e struggenti, arrangiamenti semplici ma mai banali, giri di piano e chitarre appena accennate, melodie basate sulle emozioni e sui rimandi alle varie fasi del declino di una storia d’amore, in cui la notte arriva puntuale a decretarne la fine ma soprattutto voce che è delicata, impeccabile, perfetta in ogni dettaglio.
Una voce morbida quella di Arisa che è la chiara antitesi delle urlatrici dei talent che presuntuosamente si spacciano per cantanti, lei sa bene che anche la rabbia e l’amarezza per un amore finito vanno sussurrati, schiudendo appena le labbra, senza affannarsi a raggiungere l’acuto più alto.
Assoluta particolarità del concerto sono le cover, pezzi importanti, un salto nel vuoto dall’atterraggio sempre incerto, da Personal Jesus dei Depeche Mode a Sweet dreams degli Eurytmics passando per Earth Song di Micheal Jackson, ma Arisa non delude, arrangiamenti e voce eccellenti anche questa volta, soprattutto in Losing My Religion dei Rem.
Le canzoni del suo ultimo album, meno giocose e più riflessive sprigionano un’infinità di emozioni malinconia, delusione, rassegnazione ma durante il live non manca il divertimento tipico del repertorio che ha contraddistinto la prima Arisa, contente soprattutto le bambine presenti che instancabili agitano le loro gonnelline colorate a ritmo di “Malamorenò”.
Unica nota dolente della serata è stata il volume probabilmente troppo basso della musica, spesso totalmente sopraffatta dalle voci del pubblico, ma Arisa è arrivata comunque più emotiva, più matura, certamente diversa ma sempre autentica quando racconta di sentimenti perduti senza cadere mai nel dramma interpretativo.

Gaia Santolla

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