Festival delle Serre, grande successo per il tributo a Lucio Battisti

Foto di Marco Colonna

CERISANO (CS) – Certamente era l’evento più atteso di questa ventunesima edizione del Festival delle Serre e i sette cantautori della scena indipendente italiana  con “Confusione ”, il tributo musicale organizzato in ricordo di Lucio Battisti, non hanno deluso le aspettative di chi non si aspettava altro che un grande concerto e della buona musica.

Lo spettacolo andato in scena ieri sera nell’arena concerti di Cerisano era già stato collaudato in Toscana qualche tempo fa, uno spettacolo che ripropone e rilegge il Battisti più alternativo, quello degli anni 70, un decennio fondamentale per l’artista, contraddistinto da uno spirito fortemente anticonformista nello sperimentare nuove modalità di creazione.

Il primo a salire sul palco è stato Alessandro Fiori, il cantautore e violista di Arezzo che ha entusiasmato il pubblico seduto in platea, sdraiato sulle collinette che circondano l’arena, accovacciato per terra. Subito dopo è arrivato il giovane musicista siciliano Nicolò Arnesi che ha confessato di essere stato chiamato a partecipare a questo tributo solo per la capigliatura tanto simile a quella del cantante di Poggio Bustone, il cielo è ancora quello che rende l’estate indimenticabile, bellissimo, luminoso e d’improvviso tutto è diventato ancora  più magico quando una stella, durante l’esecuzione di  “Ancora tu” , solo voce e chitarra, è caduta proprio alle spalle di Arnesi.

E’ la volta di Andrea Appino, frontman del gruppo toscano Zen Circus che ha fatto cantare tutti con la sua interpretazione de “Il mio canto libero” e poi dell’autore palermitano Antonio Di Martino con una struggente “Amarsi un po’” .

Il cantautore romano Roberto Angelini armato di slide guitar ha regalato una strepitosa reinterpretazione di “Insieme a te sto bene” e un’esibizione con Nicolò Arnesi alla chitarra di “Dio mio no”.

C’è poco da dire Dario Brunori è stato il più osannato dalla serata, applausi e urla non appena si è materializzato sul palco, “Perché no”, il duetto “Due mondi” con la sua compagna storica Simona Marrazzo, che secondo il cantautore potrebbe consacrarli come i nuovi Albano e Romina del panorama musicale, “Sognando sognando” con il sassofonista e arrangiatore Mirko Onofrio e “Una donna per amico” sono i pezzi che ha reinterpretato alla sua maniera.

Gli ultimi a esibirsi sono stati i Gatti Mezzi con “Anna” e con “Io resto qui” che ha visto la partecipazione di Dario Brunori al piano e di Nicolò Arnesi alla chitarra. Il finale è stato un vero tripudio di note, voci e luci, il cielo sembrava esplodere e tutti i protagonisti della serata sono saliti sul palco per un’ultima e coinvolgente esibizione di “Il tempo di morire”, tutti come se si muovessero in un unico perfetto spartito.

Un eccezionale concerto che ha reso onore a uno degli artisti più importanti della musica italiana, classico ed eterno e ancora oggi avanti rispetto agli altri.

Gaia Santolla

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