Inaugurata la stagione estiva di eventi al Castello Svevo di Cosenza

COSENZA – Chiara Civello ha aperto ieri sera al Castello Svevo di Cosenza la stagione estiva che andrà avanti fino a settembre con una ragguardevole programmazione messa in piedi dal Comune di Cosenza (nei giorni scorsi il Sindaco Mario Occhiuto ha partecipato in prima persona al lancio delle attività) e con il contributo determinante della “Svevo s.r.l.” che ha in Giampaolo Calabrese, l’anima e il motore artistico del cartellone che animerà da qui in avanti le serate del maniero federiciano.

Ieri sera c’era un motivo in più per recarsi al Castello Svevo: la dodicesima edizione del “Concerto per Lilli”, promosso dalla Fondazione “Lilli Funaro”, che porta il nome di una ragazza cosentina strappata alla vita troppo presto, nel febbraio del 2004, per una grave malattia. Per mantenerne vivo il ricordo, la famiglia, con in testa il fratello Michele, le sorelle e i genitori, accanto alla meritoria attività della  Fondazione che ha il duplice obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla ricerca e sulle novità terapeutiche in oncologia, unitamente allo sforzo di fornire un costante aggiornamento alle diverse figure professionali impegnate in progetti di ricerca, con particolare riferimento ai giovani, ha da dodici anni a questa parte organizzato un evento musicale in memoria di Lilli.

 

Il concerto di ieri sera, in un gremitissimo Castello Svevo, ha poggiato essenzialmente sull’impalcatura dell’album “Canzoni”, ma ha pescato anche nelle composizioni originali della cantautrice, inserite qui e là nei suoi album successivi.

Come compagno di viaggio Chiara Civello ha trovato sulla sua strada il flautista cosentino Mirko Onofrio, musicista di vaglia, ma anche compositore e collaboratore stabile di Dario Brunori, presente in platea con il resto della sua Sas. “C’è un nuovo amico” – ha detto la Civello nel presentare Mirko Onofrio con il quale ha confessato di esibirsi per la prima volta e con cui dice di aver preso accordi solo su wathsapp, miracoli della tecnologia che sa essere fredda, ma a volte, come in questi casi, molto utile. Il risultato è dei migliori. L’intesa funziona e si perfeziona nel corso del concerto, il che potrebbe preludere alla prosecuzione di questa estemporanea, ma efficacissima collaborazione. Sorretta dagli interventi in punta di piedi di Onofrio, la voce vellutata della Civello inanella una perla dietro l’altra: una versione in spagnolo di “Che mi importa del mondo” di Rita Pavone che diventa “Que me importa el mundo”, “Veleno”, versione italiana di “Veneno” di Marina Lima, che Alfredo Polacci aveva scritto nel 1947 per Tina De Mola, e “Bem que se quis” di  Marisa Monte, adattata da Pino Daniele in “E po’ che fa”. La bussola prende il verso del cuore e non si arresta. Dal suo repertorio originale e dall’album “7752” la Civello estrae “Resta” che di quel cd non molto fortunato è forse l’unico pezzo pregiato. Ma sono ancora le cover a fare la parte del leone: “Senza fine” di Gino Paoli che ad un certo punto si fonde con “Que reste-t-il de nos amours” di Charles Trenet la cui versione sembra avere la delicatezza di quella di Rosa Passos. E’ poi la volta di “Con una rosa” di Vinicio Capossela con la quale sale ancora in cattedra, con un Mirko Onofrio che dà il meglio di sé. Si arriva a “Fortissimo”, ancora della Pavone ed è uno dei momenti più alti del concerto, in un tempo sospeso in cui la magica notte del Castello offre il destro agli innamorati, di oggi e di ieri.

Il concerto sembra chiudersi qui. Il tempo di “saccheggiare” ancora il canzoniere di Renato Carosone con una singolarissima versione di “Tu vuò fa l’americano” e poi eccola ritirarsi per qualche attimo dietro le quinte. Salvo riapparire subito dopo, acclamatissima dal pubblico, e riattaccare il medley che tutti attendevano, in cui la fusione di due brani evergreen come “Il mondo” di Jimmy Fontana e “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo suggellano un concerto da incorniciare. E se nella notte d’estate del Castello Svevo si alza lo sguardo al cielo, c’è una certezza che  accompagna tutti: che anche Lilli ha strizzato felice l’occhio alla sua città e a chi le vuole bene, oggi come ieri e per sempre.

 

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