Jimi Hendrix celebrato a Rovito con film e concerto

jimi hendrix  all is by my sideROVITO (CS) – Riparte in rock anche quest’anno la stagione del Cineforum Falso Movimento.  Si ricomincia infatti con una serata speciale dedicata a Jimi Hendrix, l’artista mitico che fece della sua Fender Stratocaster il simbolo d’una generazione.
Per il quarantaquattresimo numero di “Flashback- il Cineappuntamento di Ugo G. Caruso” martedì 15 alle ore 21 al Teatro Comunale di Rovito è in programma il film “Jimi – All is on my side” (Irlanda- UK- USA 2014) diretto da John Ridley, sceneggiatore di “12 anni schiavo” al suo debutto da regista e interpretato da Andrè Benjamin, Imogen Poots, Burn Gorman, Hailey Atwell, Ruth Negga e Andrew Buckley.
La serata inaugurale sarà particolarmente ricca. Ugo G. Caruso, già fan adolescente del musicista di Seattle, prima di potersene assicicurare materialmente una copia, ha inseguito a lungo il film pressocchè sconosciuto da noi. Uscito il 18 settembre del 2014, in occasione dell’anniversario della morte del musicista, “All is on my side” è stato poi penalizzato da una scarsa circolazione, nè a tuttora esiste un dvd sul mercato italiano.
Dopo la consueta introduzione di Caruso, l’incontro proseguirà con una breve lezione-concerto di Roberto Cortese e Alfredo Cosenza che alla chitarra eseguiranno alcuni brani di Hendrix, illustrando la specificità stilistica e l’importanza avuta nell’evoluzione del rock dal musicista scomparso 45 anni fa, nel 1970.
Il film di Ridley più che essere un biopic atipico, come fu definito alla sua uscita, sceglie di raccontare il periodo più fecondo dell’artista, quello che va dagli esordi alla consacrazione ricevuta al Festival Pop di Monterey nel 1967 con la sua indimenticabile apparizione “incendiaria”. Turnista per King Curtis, Hendrix iniziò la sua attività di solista con il nome di Jimmi James. A scorgere il suo talento fu la modella Linda Keith, nota all’epoca per la sua liaison con Keith Richards dei Rolling Stones che scrisse per lei la celebre “Ruby Tuesday”. L’incontro tra i due porterà Hendrix dall’altra parte dell’oceano. Qui, grazie all’aiuto di Chas Chandler, ex bassista degli Animals, inizierà un giro di concerti nella Swinging London. Tra un flirt e una scenata, una seduta in sala d’incisione e l’esaltazione in scena il film di Ridley esplora l’Hendrix privato mostrando gli aspetti più contraddittori della sua personalità: il difficile rapporto con un padre distante, con le donne, con droghe, alcool e barbiturici.  Si accenna di sfuggita anche alla questione razziale degli afroamericani (l’artista era un meticcio nero-nativo) e al suo rapporto con Malcolm X. Manca drasticamente invece l’ultima parte della breve vita di Jimi, quella che va dallo scioglimento degli Experience e del trionfo di Woodstock nel ’69 con la sua sbalorditiva reinterpretazione acida dell’inno americano fino alle ultime fatiche discografiche, alla formazione della Band of Gipsyes, alla deludente performance all’Isola di Wight e alla morte a Londra, a soli 27 anni, la cui versione ufficiale lasciò molti dubbi. Ma tutto questo nel film di Ridley rimane fuori campo anche perché il rifiuto da parte della sorella dell’artista, Janie Hendrix, di concedere i diritti su gran parte del suo repertorio, priva gravemente il film di brani come “Hey Joe” o “Purple Haze”.  Se resta sorprendente l’aderenza fisica e vocale alla rockstar dell’interprete, Andrè Benjiamin, leader del gruppo rap degli OutKast, perfettamente calato nel ruolo, i momenti più forti del film, concepito come “un pezzo d’atmosfera”, sono senza dubbio nelle scene del  confronto con Eric Clapton e nella versione luciferina di Sergeant Pepper che Hendrix improvvisa di fronte agli sgomenti Paul McCartney e George Harrison, il limite palese è nell’assenza dei brani su cui si edificò il suo mito. Ma per quelli c’è sempre e comunque una montagna di dischi da poter riascoltare anche per verificare quanto sia ancora moderna e attuale la musica di Hendrix. Insomma, tanto per cambiare, una serata da non perdere!

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