Libri a Palazzo, poetico e metaforico “Eustachio Nauman. Ritorno alla grande Gravina bianca” di Assunta Morrone

MENDICINO (CS) – Godere del sapore del vento, perdersi nella magia delle montagne e nel corollario dei colori del cielo che si confondono con quelli della luce. L’atmosfera favolistica e le suggestioni che travalicano il tempo sono il binomio vincente di “Eustachio Nauman. Ritorno alla grande Gravina bianca”, il libro di Assunta Morrone che ha chiuso la terza edizione di “Libri a Palazzo”. «Un percorso felice per Assunta Morrone- dice l’editore Michele Falco-, il successo del primo volume, “Le montagne che camminano”, ha portato a questo libro che Assunta ad ottobre porterà al “Tropea festival”». «È bello ritornare a Mendicino, dichiara la giornalista Rosalba Baldino. Ho avuto il piacere di leggere il libro prima che venisse pubblicato. Dopo averlo letto, ho pensato all’ amicizia che lega me e Assunta. La nostra amicizia risale all’infanzia, siamo cresciute giocando insieme e maturando la convinzione che le parole potessero cambiare il mondo e per noi, la parola è stata magia. In un tempo come il nostro, sempre in bilico sul filo della precarietà, credo che un libro come questo serve perché mostra come attraverso la gentilezza e la delicatezza delle parole è possibile conquistare la felicità e invertire la tendenza». Entusiasta la poetessa e insegnante Lucia Longo, «Il mio incontro con Eustachio è stato significativo, ricordo che lo portavo sempre in tasca e un giorno lo lessi ai miei alunni. Loro subirono il fascino di quelle pagine che si aprivano come un ventaglio di emozioni».

UN LIBRO ADATTO A TUTTI

«Quando si parla di Eustachio-racconta l’autrice Assunta Morrone- mi emoziono perché è parte delle cose che faccio. Come Eustachio faccio fatica a fare le cose, Eustachio mi ha insegnato a guardare alle piccole cose nella loro diversità e importanza. Dietro la storia c’è lo studio dei falchi grillai che da marzo a settembre popolano Matera». Eustachio, il falchetto antropomorfizzato che si smarrisce tra le montagne di Alimenia fa i conti coi suoi limiti, conosce l’uomo e intraprende con esso una relazione fruttuosa in cui animale e uomo si incontrano. Avventura, emozioni, sentimenti sono il mix vincente di un libro scritto con un linguaggio adatto a tutti, «un linguaggio che conduce i bambini sul sentiero della scoperta, e fa germogliare negli adulti la voglia di ritornare bambini», racconta Assunta Morrone. Poetica la descrizione delle montagne, metaforica la paura del volo. Luoghi e personaggi si fanno ammirare grazie alle illustrazioni di Jole Savino, i sentimenti prendono corpo e voce grazie alle letture di Mario Massaro e Imma Guarasci. Il blackout non ha intimorito il nutrito pubblico e ha creato un’atmosfera romantica nella splendida cornice di Palazzo Campagna che ha ospitato una rassegna culturale di spessore che punta ad un possibile prosieguo all’interno del teatro comunale. Con i ringraziamenti del consigliere Margherita Ricci ci si avvia alla conclusione di una rassegna che ha il sapore dell’arrivederci. «Il libro è una cosa- scriveva Leonardo Sciascia-,si può mettere sul tavolo e guardarlo soltanto, magari per tener su un tavolino zoppo lo si può usare o per sbatterlo in testa a qualcuno, ma se lo apri e leggi diventa un mondo».

Rita Pellicori

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