Lorenzo Parisi non ci sta: “Il Rendano non è un presidio di cultura chiuso”

COSENZA – Il direttore artistico del teatro di tradizione “A. Rendano” non la manda certo a dire e risponde per le rime a chi considera in declino il Teatro. Questa le sue considerazioni:

“Leggo ancora una volta sulla stampa di ieri, con sorpreso rammarico, attacchi al Teatro Rendano descritto questa volta come “un presidio di cultura ormai chiuso”.
Comprendo che ci si avvicini ad una campagna elettorale (temo) molto cruenta, e non voglio alimentare tensioni, ma questo non è sufficiente per riuscire ad accettare una critica che, più che immeritata, definirei fantasiosa. Inoltre non è accettabile rischiare, con il silenzio, di lasciare passare questa affermazione come veritiera.
In estrema sintesi, il Teatro Comunale “A. Rendano” da due anni a questa parte ha vissuto una vera e propria rinascita. Fra il 2014 e 2015 abbiamo quasi quadruplicato il numero degli abbonati, registrando il “tutto esaurito” in quasi tutti gli appuntamenti, sia musicali che di prosa.
Si è dato vita ad un’orchestra del Teatro (in assoluta controtendenza rispetto al panorama nazionale), circa 60 elementi moltissimi dei quali calabresi, che hanno animato tutte le produzioni fin qui realizzate, con il consenso del pubblico, della stampa e dei pregevoli direttori che si sono succeduti alla sua guida.
Quest’anno poi abbiamo aperto le porte del Teatro, oltre che ai numerosi spettatori (nuovamente provenienti da tutta regione) ed artisti (promuovendo i migliori calabresi), anche alle scuole di Moda e Trucco realizzando dei veri e propri laboratori formativi durante le produzioni d’opera lirica: circa quaranta ragazzi.
Come nella tradizione del nostro Comunale, abbiamo aperto il Teatro ai giovani, con gli spettacoli per le scuole e con un appuntamento progettato appositamente per i più piccoli nel giorno della Befana.
Il Concerto di San Valentino, ultimo in ordine di tempo, ha visto ancora una volta un Teatro Rendano stracolmo e la nostra Orchestra sinfonica impegnata ed apprezzata nell’esecuzione delle più celebri colonne sonore del cinema di tutti i tempi.
Non meno importanti sono i debiti risanati ed i chiusi contenziosi con il MIBAC (risalenti al 2003) e l’ATIT (risalenti al 2006).
Ovviamente tutto ciò non vuole essere un traguardo, ma sicuramente un buon punto di partenza.
Potrei continuare, ma appare chiaro al lettore come la dichiarazione sfuggita al concittadino impegnato nell’imminente competizione elettorale, sia quantomeno frettolosa.
L’invito per il futuro è ad osservare meglio il Teatro Rendano, questa volta dall’interno però.
Viva la musica!”

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