Mendicino, mostra permanente a palazzo Campagna

MENDICINO (CS) – Si svolgerà domani alle ore 18 a Palazzo Campagna l’inaugurazione della mostra permanente con le opere realizzate durante il laboratorio tenuto a Radicamenti – Festa della Seta nel settembre 2016 in collaborazione con il Festival del Fumetto “Le Strade del Paesaggio” curato da fumettista Giulio Rincione. Le opere sono state realizzate durante il laboratorio da Cristina D’Alberto, Daniele Cellini, Elena Artese, Francesca Caio Greco, Franciele Morrone, Giuseppe Lo Prete, Ivan Pezzullo, Luigi Greco, Maria Chiara Buccieri, Martina Le Fosse, Mirko Cozza, Pamela Cozza, Gaia Landri. «Il laboratorio è stata una delle innovazioni culturali del festival culturale organizzato dall’Amministrazione comunale di Mendicino, con la contaminazione di diverse esperienze artistiche all’interno del borgo storico. La nostra amministrazione rivolge particolare attenzione alla promozione culturale – dichiara il sindaco di Mendicino Antonio Palermo – convinti che solo la cultura può incidere sulla rigenerazione del tessuto sociale ed economico dei nostri centri storici. La residenza artistica di Giulio Rincione durante l’edizione 2016 di Radicamenti e il laboratorio realizzato in collaborazione con gli organizzatori del Festival del Fumetto sono tasselli fondamentali di questo processo. L’entusiasmo dei partecipanti al laboratorio, la curiosità e l’interazione dei cittadini con l’artista e con gli ospiti ci confermano che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta. Con l’apertura della mostra – continua Palermo – facciamo un altro significativo passo in avanti nel nostro percorso di arricchimento culturale della nostra città, che da oggi ospiterà all’interno del bellissimo Palazzo Campagna oltre all’opera di Rincione i lavori dei tredici artisti che hanno partecipato al laboratorio con l’artista. Con questo progetto siamo riusciti ad andare oltre l’evento, apportando il patrimonio artistico mendicinese». «Non conoscevo Mendicino – afferma Giulio Rincione, mi sono innamorato del luogo, della sua storia. È stata un’esperienza particolare, qualcosa di nuovo e impegnativo. Volevo realizzare un’opera partendo dallo schema che avevo in mente e che poi ho abbandonato lasciandomi rapire dalle suggestioni del posto. L’opera che ho realizzato si divide in tre parti. La parte inferiore l’ho fatta per me, ho fissato luoghi del centro storico che mi hanno colpito. L’altra parte è il Duomo di Mendicino, nell’ultima- quella superiore- ho realizzato la Torre dell’orologio perché è il luogo attorno a cui ruota la vita sociale. Ho poi sintetizzato un telaio evanescente che fa da sfondo all’opera, e fili di seta che incorniciano il disegno».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *