“Occidente Solitario”, the black comedy

4 APRIL 2012 – “Occidente Solitario”, messo in scena ieri sera sulle “tavole” del teatro A.Rendano, è lo spettacolo tragi-comico scritto dal commediografo irlandese Martin Mc Donagh noto soprattutto per la regia cinematografica del film “In Bruges-La coscienza dell’assassino”.
Per la rappresentazione sono stati scelti quattro giovani, stelle del cinema e della televisione italiana,  Claudio Santamaria, che ha impersonato il fratello maggiore Coleman, Filippo Nigro nel fratello minore Valene, la giovanissima Nicole Murgia nella “Ragazzina” dedita, nonostante la sua tenera età, ad un’attività di contrabbando ed  infine Massimo De Santis che ha interpretato Padre Welsh, il parroco ubriacone e fuori dal comune che, non riuscendo a gestire la sua comunità di fedeli, sceglie di intraprendere la strada più semplice, il suicidio.
Il colombiano Juan Diego Puerta Lopez è il regista che ha curato e diretto in maniera originale questa black comedy in cui nulla è stato lasciato al caso; ogni gesto, ogni sillaba, ogni oggetto ha avuto, nella messa in scena, un ruolo fondamentale carico di phatos.
Oggetti emblematici della rappresentazione teatrale sono le innumerevoli statuine raffiguranti la vergine Maria, simbolo di una credenza ascetica, quasi mistica visto la vita non pudica dei personaggi.
Tutta la rappresentazione, infatti, è stata caratterizzata da blasfemie, bugie, riferimenti a omicidi e suicidi, litigi interminabili tra due fratelli che non riusciranno mai a riconciliarsi, anche se molto ruota intorno al “non detto”.
Gli eventi si sono susseguiti sempre in uno stesso “non luogo” ovvero nella piccola e lugubre stanza di una casa situata nella lontana, ma vicina, Irlanda che raffigura uno spazio universale abitato dall’intero genere umano che lotta, inveisce, odia.
I due fratelli, dunque, non rappresentano il singolo individuo in sé ma l’intera comunità che ha perso la capacità di comunicare e condividere; come dimostrano tutti i fatti di cronaca, oggi ci si scaglia con prepotenza contro il proprio simile regredendo, così, alla condizione animale.

L’uomo oggi non è più colui che vive e si costituisce grazie alla concomitanza e alla continua relazione con i propri simili ma è un individuo, un singolo privo, totalmente o in parte, di raziocinio.
Un plauso, dunque, agli attori che sono stati in grado di far ridere, commuovere e, soprattutto, far riflettere; l’unica nota dolente deriva dal fatto che, ancora una volta, il pubblico cosentino non ha accolto numeroso l’evento.
Lo spettacolo, infatti, è stato trascurato dal pubblico; tra i pochi “fedeli” sono spiccati i volti noti di Giovanni Latorre Rettore dell’Università della Calabria e Ninetto Davoli “figlio” del grande Pier Paolo Pasolini.

Ci auguriamo che il pubblico cittadino non si lasci sfuggire l’occasione di partecipare alla replica dello spettacolo, in programma questa sera sempre alle ore 20.30 presso il teatro A.Rendano.

Annabella Muraca

 

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