Susanna Mammi e il suo mondo dietro l’obiettivo

COSENZA – Sabato pomeriggio nella Galleria d’arte L’Impronta è stata inaugurata la mostra fotografica Being Isa di Susanna Mammi, giovane fotografa milanese da sempre con la passione per le arti figurative. Dopo una maturità classica, decide di intraprendere gli studi in Architettura per poi diplomarsi alla Scuola di Fotografia C.F.P. Bauer di Milano. Autoritratti in serie che hanno come protagonista la stessa Susanna con indosso gli abiti scovati nell’armadio della nonna sovrapposti su diversi sfondi, paesaggi immortalati dall’artista durante i suoi viaggi esplorativi. Susanna ha un sorriso dolcissimo e lo sguardo curioso tipico di chi indaga la realtà senza soffermarsi unicamente solo su ciò che vede, gli occhi di chi va oltre le impressioni fugaci per interrogare, raccontare, esprimere, occhi che non smettono mai di guardare.

In che modo la fotografia è entrata nella tua vita?

Da sempre è stata nella mia vita, grazie alla mia famiglia, in particolar modo a mia nonna che non faceva la fotografa per professione ma si divertiva a scattare foto, poi ci sono stati i miei studi in architettura, le mostre che ho visitato, i miei viaggi, la mia vita personale e allora ad un certo un punto ho detto, ok non ho scelta, solo questa può essere la mia strada.

Se potessi scegliere, chi ti piacerebbe fotografare?

Di certo Woody Allen ma se potessi fare un viaggio nel tempo sceglierei Paul Klee, in ogni caso mi piacerebbe fotografare personaggi artistici.

Cos’è per te la fotografia?

Uno strumento per riprodurre la realtà, non necessariamente in maniera fedele, ma anche una realtà che sia il frutto di uno stravolgimento voluto.

Tra i tuoi lavori, c’è una foto alla quale sei più legata? E ricordi il momento in cui l’hai scattata?

No non c’è, ogni foto è legata a un determinato progetto, a una data scelta. Anzi no forse c’è, ma non saprei identificarla di preciso.

Cosa rappresenta per te la fotografia in termini di emozioni?

Dipende dal soggetto e dal contesto, le mie sono foto d’arte, non sono dei reportage, per cui credo che la fotografia sia il tentativo di ritrovare nella realtà quello che ho nella mia testa e fare in modo che le persone nel guardarle possano ritrovare le stesse emozioni che ho provato io nella mia di realtà e nella mia di storia. Mi piacerebbe riuscire a smantellare certezze, smontare convinzioni, fare sorgere dubbi, perché sono convinta che sia solo questo l’unico modo per superare i blocchi, risolvere i conflitti e magari sciogliere anche qualche resistenza.

Gaia Santolla

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