XI edizione Magna Grecia Film Festival: Il cinema incanta Catanzaro

Catanzaro, 3 agosto 2014. Undici edizioni, una settimana di eventi e proiezioni cinematografiche che hanno accolto attori ed ospiti di grande fama e successo, più di 3000 presenze per le serate più avvincenti. Stiamo parlando del Magna Grecia Film Festival che la scorsa settimana ha reso “elegante e sobria (come ha tenuto a sottolineare il padrone di casa Gianvito Casadonte)” la città di Catanzaro. Lustro, spettacolo, mondanità. La Calabria dimostra ancora una volta di non essere seconda a nessun’altra città del territorio e di saper fare, quando vuole, le cose molto bene. Salvo poi perdersi in piccoli dettagli come l’accoglienza degli ospiti e la gestione delle presenze, popolari e non, che dovrebbe rappresentare la base  per eventi in grado di raggiungere un successo così rilevante in una regione nota ai più per le sue malefatte politiche e la capacità innata di rovinare le bellezze naturali.

Eppure, a dispetto del trattamento “opinabile” dei responsabili all’ accoglienza, il Magna Grecia Film Festival raggiunge e conquista il pubblico, dapprima, nelle serate aventi come ospiti Claudio Amendola ed Emis Killa, poi, nella serata finale dedicata alle premiazioni e ai ringraziamenti. Ad aprire lo spettacolo un emozionante contributo, diretto da Raffaele Verzillo, su Massimo Troisi in occasione del ventennale sulla sua morte che ha mostrato un immagine ben diversa di quella nota al grande pubblico, assai più malinconica e profonda. A seguire il ricordo di Giorgio Faletti e l’omaggio ad Audrey Hepburn, simbolo dell’undicesima edizione nonché ispirazione raffinata di questo festival ricco di carisma.

Conclusi i saluti di routine del sindaco Sergio Abramo, il simpatico Casadonte ha ringraziato tutti i partners istituzionali per il loro supporto e sostegno che in maniera sorprendente è stato più volte riconfermato anche durante la serata, e ha proseguito nella premiazione. Premio per la colonna d’oro per la miglior opera prima è andata a “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia, salito sul palco a ritirare il premio, insieme al produttore Mattero Rovere, consegnato dai giurati Alessandro Haber e Alessandro Genovesi. Gran Premio della giuria a “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito, mentre Claudio Amendola ha vinto il riconoscimento come miglior regista per “La mossa del pinguino”. La Colonna d’oro “Luciana Papaleo” per la miglior attrice è stata attribuita a Miriam Karlkvist per la sua interpretazione in “Il sud è niente“; mentre il riconoscimento di miglior attore è andato a Giuseppe Battiston per “Zoran, il mio nipote scemo”. La Colonna d’oro per il miglior cast è stata consegnata dal vice-direttore di RaiUno, Ludovico Di Meo a due dei protagonisti de “La mossa del pinguino”, Edoardo Leo e Antonello Fassari. Miglior sceneggiatura a “La mafia uccide solo d’estate” di Pif. A Lando Buzzanca, invece, il Premio alla Carriera. Infine, Colonna d’oro per la musica a Cristiano De Andrè che ha concluso la serata con un apprezzato live acustico.

Un momento importante per la nostra Regione, uno dei pochi in grado di farci sentire sommariamente fieri e orgogliosi di essere calabresi. Uno di quei momenti che occorre imprimere nella mente come esempio da seguire e dietro i cui errori trovare spunto per fare di meglio. Merito di Casadonte certo e di tutti quei calabresi che non hanno paura di rischiare pur di assicurare, come disse il buon saggio Faletti durante la sua partecipazione al Festival, un futuro per tutti i giovani calabresi che meritano un posto speciale per continuare a coltivare i loro sogni.

Lia Giannini

 

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