La “Buona Scuola” che non c’è. Storie di precariato e mobilità

scuola-no-ddl-renziCOSENZA – Abbiamo già parlato di quanto la “Buona Scuola” stia deturpando una delle colonne portanti della nostra società più che risollevarne le sorti, abbiamo già snocciolato a più riprese le questioni del precariato, del concorsone 2016, che ha decretato il fallimento dei più, della mobilità, del TFA che ormai è pura utopia tanto quanto il desiderio di vivere su un’isola deserta 365 giorni l’anno.

Si è parlato di tutto e si è urlato ancor di più, sono state avanzate proposte, promosse manifestazioni e organizzati incontri ma nonostante ciò i docenti, e di conseguenza anche i discenti, continuano a “mangiare”, “masticare” e “sputare” bocconi amari.

La partita tra parole e fatti per ciò che riguarda l’istruzione continua ad essere sbilanciata in maniera preoccupante. Da una parte sono schierati i docenti, che mirano a far valere i propri diritti, e dall’altra un governo sordo, poco reattivo e sicuramente non collaborativo. Insomma l’acceso scambio di battute continua e le polemiche non si arrestano soprattutto per via di un nuovo anno scolastico che di certo non è iniziato sotto una buona stella.

Gli istituti scolatici stanno infatti affrontando una vera e propria emergenza che spazia dalle cattedre vacanti ai docenti in eccedenza rispetto ai posti disponibili. Saturno contro direbbe in altre parole Ferzan Özpetek.  Motivo in più per portare avanti una mobilitazione assidua e decisa, anche in Calabria. Proprio qui, dopo l’assemblea dell’8 agosto promossa da Adalgisa Caira, si leva prepotente la riflessione di Romeo Bufalo, Docente Unical e Presidente di Commissione TFA I, per ciò che concerne il Concorsone 2016 e le conseguenti bocciature.

“Quasi tutti i quesiti proposti” – ha affermato il prof. Bufalo – “pur partendo da singoli autori e problemi circostanziati, rinviano tuttavia ad un arco teorico-concettuale e temporale assai vasto che mette in difficoltà anche i candidati più preparati. Anzi, forse mette in difficoltà soprattutto costoro. Proprio chi conosce bene, ad esempio, il problema filosofico della prova ontologica dell’esistenza di Dio (con le sue riprese moderne in Cartesio, Spinoza, Leibniz, Kant e le diverse conseguenze che, come ha mostrato Schopenhauer, esso ha prodotto in ciascuno di loro, ecc.) sarà sopraffatto dall’ansia…dell’orologio!( i tempi per ciascun quesito consistevano in una manciata di minuti). Più in generale, come si fa a parlare esaurientemente in 15 minuti del fenomeno delle migrazioni verificatosi negli ultimi dieci secoli o del “cogito” cartesiano, delle sue ripercussioni in età moderna e delle interpretazioni contemporanee? Ma soprattutto, chi giudica i giudicanti? Sarei davvero molto curioso di sapere quanti dei commissari che hanno valutato i candidati, respingendone 75 su 80,  avrebbero risposto a quelle stesse domande negli stessi tempi richiesti ai candidati e, soprattutto, con quali risultati. […]Questo mio intervento nasce dal grande stupore con cui ho appreso che quasi tutti quegli allievi non hanno superato la prova scritta al recente concorso a cattedra.”

A questo punto dovremmo augurare il meglio a docenti e studenti ma pensandoci bene qualcuno potrebbe rispondere con un sonoro “buona scuola a chi?”.

Annabella Muraca

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