Niente più docente di sostegno, la rabbia degli insegnanti calabresi

Continua la battaglia degli insegnanti calabresi, autodefinitesi “PSP Partigiani della Scuola Pubblica” che ora denunciano la scomparsa del docente di sostegno con la Riforma del sostegno, in via di approvazione in questi giorni con delega in bianco, e chiedono al Governo di non abolire tale figura. Nel DDL Faraone-Malpezzi infatti manca l’assegnazione oraria del docente di sostegno allo studente con disabilità, così com’era previsto dall’articolo 13 della Legge 104 del 1992. Questo significa che gli alunni con disabilità d’ora in poi non avranno più il docente assegnato alle attività didattiche di sostegno e saranno sempre più abbandonati nella classe. Una riforma che a quanto pare abolirebbe la figura del docente di sostegno.

insegnantiAbbiamo la legislazione più avanzata del mondo in questo ramo con la Legge 104/1992. In Italia abbiamo osservatori che arrivano da tutto il mondo – scrive la prof.ssa Lara Nocito di Insegnanti Calabresi –  per studiare il nostro sistema integrato scuola – sanità, che rappresenta il nostro fiore all’occhiello. Il sostegno alle persone con disabilità e le figure dei docenti abilitati sulla disciplina e poi specializzati, costituiscono per il nostro Paese (che non ama se stesso evidentemente) il faro mondiale dell’integrazione.

Si è andati in direzione sbagliata quando è stato tolto il docente specializzato all’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia e discalculia). Lo dimostra il fatto che nelle scuole si è dovuti ricorrere all’inserimento in classe dell’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), insieme allo studente con disabilità, così che il docente di sostegno aiuti anche lui. E ancora si rischia di andare in direzione sbagliata, quando si vuole fare la separazione delle carriere, perché il docente non più intercambiabile, fa fallire il nobile disegno dell’integrazione in classe.

Il docente di sostegno non è stato concepito come una figura badante o come personale sanitario che si specializza ulteriormente nelle singole disabilità. Il docente specializzato sa bene che gli studenti con autismo, sono tutti diversi tra loro e così tutte le altre disabilità presentano specificità, singolarità che appartengono solo a quella persona, quindi perché andare nella direzione del fallimento dell’obiettivo principale che è quello dell’integrazione in classe? Perché snaturare il ruolo e la funzione principale del docente specializzato?” Conclude poi la docente: 

“Riformare il sostegno con soluzioni che non hanno nulla di ragionato e all’insegna del risparmio, con il rischio di eliminare una figura di altissimo profilo quale è quella del docente specializzato in integrazione, arrecherebbe un ulteriore danno alle scuole statali che, oggi,  si reggono in piedi da sole, senza l’aiuto dello Stato.”

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