Storia di un uomo. “Il posto” di Annie Ernaux

Ѐ appena uscito in libreria un romanzo che in Francia ha venduto cinquecentomila copie e che gli editori italiani per trent’anni hanno snobbato. L’Orma ha scelto di tradurlo. Graditissima notizia, perché “Il posto” di Annie Ernaux, centiventi pagine in cui una figlia (l’autrice) racconta la vita anonima del padre, è un libro che emoziona senza essere ruffiano.

L’Orma, casa editrice romana nata nel 2012 da Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari, ha coraggio (sta pubblicando l’opera omnia di Hoffmann) e punta decisamente sulla qualità.

Non solo: si pensi alla originalità grafica dei Pacchetti, librini regalo da spedire per posta.

Segno che una politica editoriale è ancora possibile.

Annie Ernaux è una scrittrice francese nata nel 1940. Quante pagine occorrono per costruire un libro nel quale si racconta la vita di un uomo senza che rimanga qualcosa di inespresso, il languore di un’occasione sprecata?

Ernaux riesce a contenere in poco più di cento pagine una storia molto semplice: il ritratto di suo padre, della sua famiglia, di un’intera epoca, il passaggio dalla civiltà contadina, operaia e dei piccoli bottegai di paese a un altro mondo, di cui non si riescono a cogliere le precise coordinate di spazio e tempo.

Il libro ben tradotto da Lorenzo Flabbi è uscito in Francia nel 1982 ed è oggi proposto per la prima volta da L’Orma. Questa stagionatura trentennale pare abbia giovato al testo, caratterizzato da una pacatezza di stile, una scrittura controllata ma non sciatta, trattenuta e pudica come l’assenza di rimpianto per una carezza non data, eppure mai fredda, che emoziona senza cadere nella scorciatoia sentimentale.

“Abbiamo sparecchiato senza parlare”, a proposito del pranzo seguito alla sepoltura del padre, all’inizio del libro. Sembra di sentire il rumore tombale delle stoviglie, dei bicchieri di ogni fine pranzo e cena.

Il libro ripercorre a ritroso l’esistenza della famiglia e dell’intero corpo sociale di una cittadina del nord della Francia.

Il rapporto tra padre e figlia oscilla tra accettazione e conflitto, a cominciare dalle cose più semplici: “I miei yogurt lo ripugnavano alla sola vista”.

Ernaux ripercorre gli studi del padre presto interrotti, il lavoro da contadino prima, da operaio poi, l’attitudine al risparmio settimanale, per cambiare vita.

“Mio marito non ha mai avuto l’aria di un operaio”, asserisce la moglie, che spinge l’uomo a diventare commerciante, ora attonito di fronte al facile guadagno in un bar-drogheria frequentato da operai, con l’ipotesi incombente dell’apertura di un supermercato, che avrebbe distrutto i profitti della famiglia.

Nonostante il desiderio di elevarsi socialmente da parte dei genitori, per tutto il libro vi è l’impossibilità di appartenere alla borghesia; il padre, di domenica, “per non fossilizzarsi”, faceva un giro in macchina lungo la Senna nei luoghi in cui un tempo aveva lavorato”: ecco l’incapacità di vivere fino in fondo i dettami del nuovo mondo, basato, oltre che sulla produzione, sul consumo del tempo libero.

L’uomo comprende che, in fondo, “si è più stanchi la domenica che gli altri giorni”.

Sappiamo quanto sia difficile calibrare un romanzo breve. Quando accade è un piccolo miracolo.

A un libro dalla mole enorme, anche ai romanzi celebri, concediamo l’esistenza di pagine imperfette, a volte persino noiose. I romanzi brevi devono essere invece un equilibrio di natura.

Seppure con le dovute differenze stilistiche e di temi, la misura de “Il posto” lo affratella a “Sembra proprio di stare in paradiso” di Cheever o a “Una questione privata” di Fenoglio.

“Forse scrivo perché non avevamo più niente da dirci”.

Ѐ una fortuna che Annie Ernaux, molti anni or sono, abbia scelto dolorosamente un’altra strada rispetto agli iniziali voleri paterni, che tuttavia nemmeno hanno ostacolato la scrittrice nella sua formazione.

Si è resa così responsabile del tradimento più bello: accettare la grandezza dell’esistenza eppure non accontentarsi, sentire un formicolio, il motivo per cui, ogni volta, ricominciamo a scrivere e a leggere la storia di un uomo.

                                                                                            Rossella De Rose

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *