Musica Versus Mafia, li faremo fuori con la musica

COSENZA – Un contest dove non si vince alcun premio, 50 cantanti, 4 tappe che attraversano l’Italia da Nord a Sud solo per ricordare che la mafia non è un problema solo del meridione e che la lotta non è compito esclusivo degli inquirenti e dei magistrati ma di ognuno di noi.
Questo è l’obiettivo di Musica contro le mafie un progetto a cura dell’etichetta discografica Mkrecords promotrice e produttrice dell’iniziativa nazionale, in collaborazione con il Mei – Meeting delle etichette indipendenti e Rubettino Editore.

Ieri sera nell’Auditorium Guarasci di Cosenza si è svolta la semifinale Centro-Sud presentata da un raggiante Dario Brunori che senza impaccio alcuno, in bilico tra l’ironia e il paradosso, ha indossato perfettamente le vesti, non originariamente sue, di conduttore.

Ad aprire il contest è una donna che canta di una donna, la cantastorie Francesca Prestio con la sua struggente Ballata per Lea Garofalo, in ricordo della collaboratrice di giustizia calabrese sciolta nell’acido dalla ‘ndrangheta.
L’artista afferma con forza la necessità di raccontare ai bambini le storie del nostro presente che spesso non hanno un lieto fine ma che sempre hanno dei mostri contro cui combattere e uno dei modi per sconfiggere coloro che vogliono decidere sulle sorti dei nostri finali è fare uscire la voce, squartare il silenzio, l’omertà restando uniti perché “a vita po’ cangiari”.
I secondi ad esibirsi sono Dario De Luca e Omissis Mini Orchestra che denunciano con graffiante ironia quell’intreccio diabolico tra politica e criminalità organizzata meglio conosciuto come zona grigia. Teatrali nella loro esibizione quando riescono a ricostruire un mini comizio elettorale con un finale colpo di pistola.
Il loro scopo è raccontare questa realtà attraverso la presa in giro buffonesca, svelarne l’inganno, ridere di loro per dimostrare di non temerli.
La gara continua con l’esibizione degli Operai Fiat 1100 conosciuti come la tribute band di Rino Gaetano ma che per l’occasione presentano un loro pezzo sulla misteriosa vicenda della Jolly Rosso la nave che naufragò sulle coste calabresi.
Un’occasione, spiegano, per raccontate la ragnatela che si cela dietro i rapporti tra la mafia e i sistemi deviati dello Stato.
Dopo la terza esibizione arriva il momento dei primi ospiti gli Spasulati sempre coinvolgenti nella loro alchimia tra lingua arbereshe e musica reggae.
Si ritorna alla gara con il rap di Nicola Casile che è una ferma denuncia contro chi toglie la libertà ed essere contro la ‘ndrangheta vuol dire essere per la giustizia sociale che è il solo concetto assoluto che possediamo.
E la volta dei pugliesi U Papun che cantano l’amore, quello per la propria terra ma denunciandone spietatamente tutte le nefandezze.

Secondo ospite della serata è Cristiano Godano frontman dei Marlene Kuntz che per una notte ha abbandonato le distorsioni più sature del rock per immergersi in una dimensione dall’intimismo acustico, solo voce, chitarra e birra che sorseggiava tra un pezzo e un altro, le note correvano lente La notte, La canzone che scrivo per te, Danza, Ti giro intorno e Fantasmi, 20 minuti di semplice magia.
Gli ultimi a esibirsi sono stati gli Scarma che con il loro pezzo cantano l’assoluto dovere di credere nel cambiamento.
Il progetto Musica contro le mafie si chiuderà a Bari a fine novembre con 4 finalisti e trova la sua massima realizzazione nel Libro/Cd “La Musica che scrive le parole che si fanno sentire” prodotto da Mk Records e Rubbettino a cui hanno preso parte tutti gli artisti coinvolti cimentandosi nella forma d’arte che più li ispirava.
Tutti proventi saranno destinati all’associazione LIBERA (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie).

Gaia Santolla

Galleria Fotografica

A3: durante lavori in cantiere muore operaio

 

Nel tratto di autostrada A3, tra Bagnara e Scilla, nel reggino, è morto un operaio di 54 anni. L’uomo, dipendente della ditta Cimolai, stava effettuando dei lavori nella nuova autostrada, in particolare  lo smontaggio di carpenteria metallica quando, per cause in corso di accertamento, è stato investito dal crollo di una trave. L’Amministratore Unico di Anas Pietro Ciucci ha espresso il cordoglio ai familiari dell’operaio e ha nominato una commissione d’inchiesta interna.

 

Cosenza: il comune di San Donato di Ninea rientra nei Pisl della Regione Calabria

Il primo cittadino di San Donato di Ninea, Francesco De Rose, esprime grande soddisfazione per l’inserimento del suo paese nei progetti PISL recentemente approvati dalla Regione Calabria e presentati pubblicamente dal Governatore Giuseppe Scopelliti e dall’Assessore al Bilancio, Giacomo Mancini. La richiesta avanzata rientrava nella tipologia dei Sistemi Turistici Locali e Destinazioni Turistiche Locali di cui Castrovillari è il comune capofila, con il tema “Attraversando natura: i luoghi dell’acqua e della storia tra ilPollino e la Valle dell’Esaro”. Il Comune di San Donato di Ninea, sotto l’attenta guida del suo sindaco, ha ottenuto un finanziamento di 390 mila euro per il recupero di un sentiero esistente con la realizzazione di un accesso al nucleo storico dell’abitato. Si tratta di ripristinare un suggestivo percorso di collegamento tra una parte bassa del paese e la Chiesa della Santissima Assunta, detta anche Chiesa della Motta. Un tracciato estremamente suggestivo e caratteristico, che renderà il quadro di osservazione del piccolo
paese posto ai piedi del “Cozzo del Pellegrino” uno dei più incantevoli scenari della provincia di Cosenza. “Voglio innanzitutto ringraziare con affettuosa stima l’assessore Giacomo Mancini che, insieme ai suoi collaboratori e ai funzionari dell’Ente regionale, ha voluto premiare il lavoro d’equipe svolto da tutti i sindaci del progetto. La realizzazione di quest’opera era attesa da generazioni di sandonatesi – ha sottolineato il sindaco De Rose – e consentirà alla nostra comunità di riappropriarsi di un antico tracciato, che tutti ricordano per essere una via d’accesso immediata alla parte alta del centro storico. Un percorso che diventerà un’altra delle tante attrazioni ambientali che può vantare il nostro paese, già ricco di bellezze naturalistiche e di un patrimonio storico-religioso di grande valore simbolico. Quanto previsto nella progettazionedell’opera arricchirà, con un adeguato schema di illuminazione, lo già spettacolare scenario offerto a chi l’osserva dalla struttura urbanistica e territoriale del nostro centro storico”. Un’altra delle brillanti conseguenze ottenute dall’accorta e instancabile opera dell’Amministrazione Comunale diretta da Francesco De Rose che, senza sosta alcuna, si appresta già ad avviare la fase promozionale del nutrito programma della XXII Festa d’Autunno.

Al Musmi di Catanzaro, presentazione del libro di Antonio Gioia su “Guerra, Fascismo, Resistenza”

E’ stato ospitato nel salone del MUSMI – Museo Storico Militare di Catanzaro, il convegno per la presentazione del libro di Antonio Gioia “Guerra, Fascismo, Resistenza.  Avvenimenti e dibattito storiografico nei manuali di storia”, edito da Rubbettino nella collana Università. All’incontro sono intervenuti, con l’autore, Wanda Ferro, presidente della Provincia di Catanzaro; Silvana Afeltra, dirigente scolastico Liceo Scientifico “Siciliani” di Catanzaro; Maria Bordino, dirigente scolastico Istituto d’istruzione superiore “De Nobili” di Catanzaro; Antonino Ceravolo, Istituto d’istruzione superiore “Einaudi” di Serra San Bruno; Elena De Filippis, dirigente scolastico Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro; Antonio Cavallaro, della Rubbettino Editore. Il libro del prof. Gioia, docente del liceo De Nobili di Catanzaro, parte dall’analisi di 32 manuali di storia pubblicati dopo l’emanazione, nel 1996, del decreto dell’allora ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer, con il quale è stata modificata la suddivisione annuale del programma di Storia. Il prof. Gioia ha quindi esaminato le “nuovissime edizioni” dei manuali aggiornati con i nuovi  programmi, tracciandone le caratteristiche con l’obiettivo di riflettere sul rapporto tra storia e storiografia, oltre che di sollevare nuovi spunti di dibattito, come quello sulla attuale “rivoluzione digitale” o, ad esempio, sulla condizione dei giovani e degli studenti, anche grazie alla “riscoperta” di un’indagine realizzata tra nel 1957 dal Resto del Carlino.

 Il periodo sul quale si concentra l’attenzione del prof. Gioia è quello tra il 1940-1945, un passaggio cruciale della storia d’Italia: con l’entrata in guerra, la crisi del regime e la caduta del fascismo, il 25 luglio e l’8 settembre 1943, la continuità ambigua del Regno del Sud e la rottura ambiziosa della Repubblica Sociale Italiana, il complesso fenomeno della Resistenza, la guerra civile e la resa dei conti. “Il periodo storico complesso e difficile che va dalla nascita del Fascismo alla seconda guerra mondiale alla Resistenza, è uno dei temi più importanti per il nostro Paese – ha detto il prof. Gioia -, per certi aspetti è ancora presente, per altri aspetti è stato rimosso.  La complessità è data proprio da questa ambivalenza. Il libro non è un racconto su quel periodo storico, ma è una analisi su come i manuali scolastici pubblicati tra il 1997 e il 2009 raccontano questo periodo. Dopo il decreto del ministro Berlinguer, i manuali hanno adottato delle nuove periodizzazioni, ma mentre alcuni testi mantengono permanenze di 40 anni dalla prima adozione, altri si sono rinnovati non soltanto nell’impianto grafico, ma anche nei contenuti”. Nel corso del dibattito il prof. Gioia ha affrontato anche il tema dell’oggettività della storia: “Un’oggettività che non può esistere, perché i fatti ricostruiti vengono osservati da punti di vista diversi e può essere messa in discussione addirittura l’autenticità di alcuni documenti. Bisogna piuttosto parlare di ricostruzione corretta. Ho seguito le polemiche sulla “storia di parte” che sarebbe raccontata da alcuni manuali, ma devo dire che per molti la preoccupazione è legata all’argomento di attualità, quello più politico. Invece bisognerebbe riflettere sul fatto che non vengono trattati argomenti più vicini, anche distanti 40 o 50 anni, e ciò significa trascurare una parte significativa della storia dell’Italia Repubblicana. La riflessione dovrebbe riguardare maggiormente questo problema e più in generale la didattica sulla storia”.  Una storia che, per l’autore, “è una passione ed è una cosa viva, che soprattutto trasmette uno straordinario senso di umanità: tutti apparteniamo, infatti, alla stessa storia”.   “Il libro di Antonio Gioia – ha detto Wanda Ferro – riproponendo il periodo forse più controverso della nostra storia, gli anni che vanno dal ’40 ed al ’45 con al centro il Fascismo, la guerra e la Resistenza, si pone non soltanto come una importante sintesi di avvenimenti che hanno caratterizzato il secolo scorsodeterminando le sorti del nostro Paese, ma diventa un fondamentale dibattito storiografico con una serie di citazioni che producono l’effetto di una grande tavola rotonda intorno alla quale si siedono tutti coloro che la storia l’hanno scritta e raccontata.  L’autore, oltre  a documentare, diventa uno spirito critico che guarda a chi la storia la legge e l’apprende nel periodo delle conoscenze, e poi non sempre trova modo di approfondirla, se non con il sistema usa e getta delle trasmissioni televisive. È un messaggio di vero amore verso la storia, un invito a tutti, e specie ai più giovani, a non limitarsi allenozioni scolastiche, ma ad andare alla ricerca dei propri convincimenti oltre il limite ristretto delle sintesi obbligate per chi deve riassumere in un manuale didattico secoli di avvenimenti che avrebbero, ciascuno, necessità di analisi profonde e complete.  Ancora una volta, grazie al lavoro importante di Antonio Gioia, si ripropone l’eterna contrapposizione tra la verità storica e la storia come viene scritta e tramandata dagli studiosi e dai protagonisti.  Uno dei primi capitoli che sono andata a leggere è quello relativo alla Repubblica di Salò, dove è centrale il tema di un revisionismo storico avviato, dopo brevi interventi negli anni ’80, sul finire del ‘900 e che trova una momento di assoluta deflagrazione nelle parole di Luciano Violante, da Presidente della Camera nel maggio del ’96, quando dice: “occorre sforzarsi di capire i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà”.  La storia delle guerre la scrivono quasi sempre i vincitori, ed assume contorni reali quando al dolore ed alla devastazione si sovrappone una definitiva pacificazione. Io appartengo ad una generazione che quella  epoca l’ha ritrovata nei libri di storia o nel racconto degli anziani, ma una generazione ancora successiva alla mia è cresciuta anche sulle note di una mirabile canzone di un grande cantautore, intellettualmente di sinistra, quel Francesco De Gregori che nel 2001 con “Il cuoco di Salò”, scatenò un dibattito dalla cultura alla politica, usando espressioni come “qui si fa l’Italia o si muore” oppure “dalla parte sbagliata”. Un grande critico musicale prese le difese di De Gregori parlando di un racconto dell’ingenuità che accompagnò e seppellì i protagonisti di una delle stagioni più disperate della nostra storia, vissuta, appunto “dalla parte sbagliata”.  Alcune di queste espressioni le ritroviamo anche nel libro di Antonio Gioia e sono utili a comprendere quanto sia lodevole l’intento dell’autore di affermare il principio di una sfida della “società della conoscenza”, che io interpreto come un dovere di raccontare sempre tutta la verità, di non nascondere crimini commessi dai vincitori per mantenere vivo l’odio dei vinti. Ad orrori come l’olocausto, le deportazioni o le foibe – conclude Wanda Ferro – nessuna giustificazione potranno mai dare né il cuore, né la ragione, ma ogni racconto deve assumere la dignità di verità storica e lasciare spazio alla volontà di approfondimento. Ogni volta che i nostri giovani scopriranno le ragioni controverse della storia dai cantautori o dai format televisivi, vorrà dire che stiamo costruendo una società che avrà perso molti dei suoi valori”.

E’ Morto Antonio Librandi, fondatore delle omonime cantine di Cirò

Questa questa notte, all’età di 80 anni, ha esalato l’ultimo respiro Antonio Librandi, fondatore e comproprietario, insieme al fratello Nicodemo, dell’omonima azienda vitivinicola di Cirò Marina. Nonostante le già precarie condizioni di salute, Antonio Librandi fino all’ultimo ha adempito in modo saldo alle sue funzioni di padre e di titolare dell’azienda. I funerali si svolgeranno domani alle ore 15.00 nella chiesa di San Cataldo Vescovo, sita in piazza Diaz, a Cirò Marina.

Pollino: paura del terremoto, seconda notte fuori casa

Seconda notte all’aperto, e sotto la pioggia, per molti abitanti dei comuni del Pollino colpiti due sera fa dal terremoto di magnitudo 5, quasi più forte di quello che colpì l’Aquila, con l’unica differenza che l’origine sismica si trovava in un punto molto più profondo, a 6 km dalla crosta terrestre.

La paura di un nuovo sisma ha spinto centinaia di persone a trascorrere la notte in auto e in spazi aperti, nonostante il peggioramento delle condizioni meteo con un abbassamento della temperatura, arrivata intorno a 10 gradi, e la pioggia. La terra e’ tornata a tremare con tre scosse tra le 0.37 e le 4.42 due delle quali di magnitudo 2.8.

Coldiretti: assemblee rinnovo cariche Sezioni della Federazione Interprovinciale CZ-KR-VV

Continuano sul territorio interprovinciale Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, le assemblee sezionali Coldiretti per il rinnovo delle cariche sociali. Occasioni importanti per il riaffermarsi dello spirito democratico di Coldiretti e della scelta partecipativa e responsabile a cui lo Statuto richiama tutti i soci, occasioni anche di incontro e di dibattito. Dopola sezione di Cropani, che ha confermato il presidente Masino de Fazio, la Sezione Intercomunale del Reventino che ha eletto presidente Franco Fazio, è’ stato il turno della sezione Coldiretti Valli Cupe, dell’omonimo comprensorio naturalistico dei comuni di Sersale, Zagarise e Sellia. L’ assemblea molto partecipata e ricca di contenuti ha provveduto ad eleggere il presidente Francesco Perri di Zagarise, imprenditore agricolo con azienda cerealicola- zootecnica per l’allevamento di bovini da carne e il consiglio direttivo sezionale per il prossimo quadriennio, costituito dagli allevatori
Zangari Vincenzo e Perri Carmine, dall’ apicoltore Celi Francesco, dal produttore olivicolo, nonché delegato movimento Giovani Impresa Niutta Antonio, dall’agrumicolo, Carfa Fioravante, dal produttore ortofrutticolo Manfredi Emilio, da Berlingò Tommaso allevatore con esercizio di vendita diretta delle carni nello spaccio aziendale e dal delegato federpensionati De Fazio Pasquale. Finora il rinnovo delle sezioni ha puntato sulla valorizzazione di dirigenti giovani tutti imprenditori per la costituzione di una classe dirigente altrettanto giovane, in linea con le politiche di rigenerazione di coldiretti. Già programmate per i prossimi giorni altri appuntamenti assembleari per il rinnovo delle cariche sociali. Presenti il direttore, Pietro Bozzo ed il vice direttore Pietro Sirianni, che hanno discusso sulle specifiche problematiche legate al territorio e illustrato, la progettualità della Coldiretti, in particolare nella vendita diretta con il progetto della filiera tutta agricola.

Calabria/emergenze, il sindaco di Mandatoriccio: “comuni impreparati e bloccati”

Rischio sismico ma anche emergenze derivanti da nevicate e alluvioni, i comuni di fatto non possono fare prevenzione. Senza risorse e bloccati da ritardi e passaggi burocratici lontanissimi dalla soluzione dei problemi e dalle esigenze delle popolazioni, i sindaci hanno le mani legate. Speriamo solo che non succeda mai nulla di grave. Angelo Donnici, Sindaco di Mandatoriccio, comunità della Sila Greca rimasta isolata per oltre 48 ore dalle nevicate dei primi mesi dell’anno, si dichiara vicino alle popolazioni del Pollino interessate, questa notte, da una scossa del 5° grado ma non evita di rinnovare una denuncia già fatta: i rischi, purtroppo, non vengono affrontati bene e con anticipo.
 
Il Primo Cittadino Donnici raccoglie le preoccupazioni, sue, e dell’intera comunità di Mandatoriccio, in un’intervista rilasciata questa mattina, venerdì 26, che si apre proprio con il messaggio di vicinanza alle popolazioni del Pollino colpite dal fenomeno sismico.
 
L’occasione è utile al Sindaco Donnici per riconfermare la sua posizione sul continuo sistema di preallerta con il quale i piccoli comuni sono costretti a convivere. Che si parli di sisma o di emergenza meteo, le amministrazioni comunali risultano essere sempre impreparate e con le mani legate. La causa è la mancanza di fondi. Se non ci sono, è impossibile pianificare interventi.
 
Nevicate dei primi mesi del 2012. Il Sindaco riferisce della comunicazione che il Sottosegretario della Protezione Civile Calabria Torchia ha trasmesso al Comune: il Governo Monti non ha individuato somme da destinare ai comuni colpiti dall’ondata di maltempo.
 
Da qui, la duplice preoccupazione. Le ditte del territorio chiamate ad intervenire per ripristinare lo stato dei luoghi dopo le abbondanti nevicate dello scorso mese di febbraio non sono state pagate. Nessuno ci assicura che in caso di una futura emergenza, queste, re-interverranno.  
  
Donnici torna a proporre soluzione logistica già prospettata nel corso di un summit tenutosi in prefettura: occorre distribuire a mezzacosta gli strumenti di intervento.

Cosenza: per gli eventi d’autunno consentito il parcheggio su Viale Mancini

È stata inaugurata venerdì la Festa del Cioccolato, tradizionale e affollato appuntamento autunnale, che quest’anno ritorna su corso Mazzini. Per i tre giorni dell’appuntamento più goloso dell’anno (si concluderà domenica 28 ottobre) l’Amministrazione comunale informa che è consentito il parcheggio delle automobili su viale Mancini – e sino a via Quintieri – sul lato sinistro di entrambe le direzioni di marcia. Identico provvedimento anche per l’imminente “Fiera d’Autunno” che, proprio su viale Mancini, aprirà i battenti il 3 novembre prossimo per protrarsi sino a giorno 11.

Catanzaro: Festa Unità Nazione, il 30 ottobre presentazione evento con l’ex ministro Martelli

Il prossimo martedì 30 ottobre alle ore 11,30 presso la sala Giunta di Palazzo di Vetro, si terrà una conferenza stampa per la presentazione dell’evento organizzato dalla Provincia di Catanzaro, in collaborazione con la Legione Carabinieri Calabria e il Centro Studi Koinè, in occasione della Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, che vedrà ospite l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli. Alla conferenza stampa prenderanno parte, oltre al presidente della Provincia Wanda Ferro, il prefetto Antonio Reppucci e il generale Adelmo Lusi, comandante della Legione Carabinieri Calabria e Raffaele Gaetano, presidente del Centro Studi Koinè. L’evento si terrà lunedì 5 novembre alle ore 18 presso la Sala del Tricolore della Prefettura di Catanzaro, quando dopo i saluti del presidente Ferro, del prefetto Reppucci e del generale Lusi, Claudio Martelli dialogherà con Raffaele Gaetano. “Come da tradizione – afferma il presidente Wanda Ferro presentando l’evento – ogni anno il 4 novembre viene celebrata la Festa delle Forze Armate allo scopo di ricordare il sacrificio dei quasi settecentomila giovani soldati morti per difendere la nostra Patria nel primo conflitto mondiale e gli ideali risorgimentali che hanno trovato vera compiutezza solo con la Costituzione Repubblicana del 1948. La ricorrenza del 4 novembre rappresenta, per tutti gli Italiani, l’occasione di celebrare l’Unità Nazionale e dunque la sua identità rendendo omaggio al valore e alla dedizione, nel nome della Patria, delle nostre Forze Armate. Nel capoluogo di Regione, in un evento destinato ad accendere la curiosità del pubblico e a focalizzare quella deimedia, il tema sarà discusso da una personalità alta e riconoscibile del panorama politico italiano del secondo ’900 come Claudio Martelli, ex Ministro della Giustizia e Parlamentare Europeo, nonché apprezzato conduttore televisivo”. Personalità politica tra le più colte, Claudio Martelli è stato esponente di spicco delPartito Socialista Italiano, dei Socialisti Democratici Italiani e del Nuovo PSI. È stato vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro della Giustizia, Parlamentare europeo. Come Guardasigilli Martelli è stato il principale sostenitore del magistrato Giovanni Falcone, da lui chiamato a dirigere l’Ufficio affari penali. In quel periodo Martelli e Falcone lavorarono al progetto della Super-procura antimafia. Nel 1990 è stato autore di un decreto legge sull’Immigrazione che porta il suo nome. All’epoca di Tangentopoli, nel 1993, Martelli si candidò ad assumere la guida del PSI ma, a seguito di un avviso di garanzia, si dimise da Ministro della Giustizia. Ha abbandonato definitivamente la scena politica nel 2005. Apprezzatissimo conduttore di programmi televisivi sulle reti Mediaset (Claudio Martelli racconta e Flash Back su Canale 5; L’incudine su Italia 1), collabora con diverse riviste.