COSENZA – Tutto è compiuto verrebbe da dire. Compreso il solito tranello teso ad Enzo Paolini che da quindici anni cerca, invano, di approdare da sindaco a Palazzo dei Bruzi. In principio fu Giacomo Mancini (senior) a consumare il grande torto, preferendogli Eva Catizone, proprio nel momento in cui i tempi sembravano maturi affinché l’avvocato, che con successo aveva rappresentato in giudizio il grande Leone socialista, potesse subentrargli alla carica di primo cittadino. Una ferita profonda che indusse Paolini a sostenere in quella tornata elettorale la candidatura a sindaco di Perugini e poi a collocarsi tra i banchi dell’opposizione. Il penalista con la passione per il rugby ci ha riprovato nel 2011, ma non è riuscito a compattare sulle sue posizioni il centrosinistra e il suo sogno è tramontato dopo il ballottaggio. Nel 2013 Sel gli aveva promesso una candidatura blindata in Parlamento sponsorizzata dall’allora consigliere regionale vendoliano Ferdinando Aiello. Il risultato? Aiello è alla Camera dei Deputati, Paolini è rimasto alla Camera Penale. Ora che aveva accettato di contribuire a mandare Occhiuto a casa in cambio di un sostegno alla sua candidatura alle Primarie, le Primarie non si faranno più. Troppo esposto per fare un passo indietro, troppo tardi per rinunciare a correre, Paolini da questa sera ha avviato la propria campagna elettorale in proprio, guardandosi intorno e cercando di tessere una nuova alleanza. Una sponda, per la verità, gliel’aveva già offerto il gruppo legato alla Sinistra di Stefano Fassina e Pippo Civati. Si tratta di quei movimenti ed associazioni civiche rappresentate a livello locale, tra gli altri, da Mimmo Talarico, Massimo Veltri, Paolo Palma. Proprio Palma, presidente dell’Associazione Dossetti, avrebbe potuto incarnare il ruolo di candidato a sindaco. Ma sul suo nome non si è raggiunta unitarietà. Per questo, nella scorsa settimana, quando anche i sassi avevano capito che le Primarie non si sarebbero svolte, Paolini ha ricevuto un’offerta di candidatura da alcuni emissari della Sinistra, ma ha declinato. Difficilmente potrà tornare indietro ma in politica non si sa mai e Afredo D’Attorre, vecchia conoscenza della politica nostrana, è già tornato a farci un pensierino. E siccome in politica, come gli ultimi avvenimenti hanno ampiamente dimostrato, non si può mai dire, chissà che nella notte Paolini e l’area dei Gentile, che per adesso non si è determinata, non si sia già confrontata, magari pensando di ricostituire un gruppo di radical-socialisti della prima ora da opporre alla grande alleanza di Presta, che se dopo Paolini dovesse perdere anche Gentile, tanto grande non lo sarebbe più.