L’analisi lucida di Ugo Intini in un incontro del Partito Socialista

RENDE – L’arrivo di Ugo Intini, storico dirigente socialista, più volte parlamentare e Viceministro agli esteri nell’ultimo governo Prodi, richiama vecchi e nuovi socialisti a Rende, per partecipare ad una iniziativa promossa da Francesco Tenuta, segretario della sezione del partito intitolata a Francesco Principe, sul tema “Riformismo: etica pubblica e cultura di governo”. Ai lavori, moderati da Emily Casciaro , sono intervenuti il segretario regionale Luigi Incarnato, il segretario provinciale del PSI Franz Caruso, il sindaco socialista di San Basile e consigliere provinciale Vincenzo Tamburi ed il professor Gian Pietro Calabrò, docente dell’Università della Calabria. Intini ha presentato anche la sua ultima pubblicazione “Lotta di classi”, per Ponte Sisto Editore, sul controverso passaggio generazionale scandito dall’arretramento dei diritti e delle condizioni economiche: «Il Partito Socialista può contribuire a portare cultura di governo ed etica politica nel panorama istituzionale, due elementi decisamente smarriti nelle stanze dove si muovono le leve del potere – afferma commentando il momento politico del Paese – La tradizione socialista è ancora fortemente radicata ed è di grande attualità. Schulz, candidato socialista in Germania, ha raggiunto la Merkel nei sondaggi, ricordando le battaglie socialiste degli ultimi 150 anni. In Italia il Partito Socialista è stato distrutto, ma – dice Intini – c’è rimpianto per una forza che ha dato sviluppo e democrazia all’Italia e all’Europa». L’ex deputato ricorda come oggi il Pd abbia la maggioranza alla Camera «con solo un quinto del voto complessivo degli italiani. E’ evidente che il Parlamento non sia poi così rappresentativo. Nel 1992 il quadripartito prese otto milioni di voti in più e si parlò di fallimento». Sui venti antieuropeisti che spirano minacciosi sul vecchio continente conclude: «L’Europa è stata costituiti da grandi partiti democratici. Per questo la crisi dei partiti si riflette sull’Europa».

Salvatore Bruno

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