Rapani (Fratelli d’Italia): «Scandaloso valzer dei seggi»

CATANZARO – «Ho voluto attendere fino alla fine, anche se probabilmente ancora la fine non è. Sono rimasto sbigottito dopo aver assistito a questo “valzer del seggio”: scranno sì, scranno no in Parlamento per Fratelli d’Italia in Calabria. A pagarne le conseguenze è il partito e ad essersi illuso per poi sprofondare nella delusione è l’amico Fausto Orsomarso». E’ il duro commento del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani.

«Questo è il frutto di una legge elettorale scellerata – prosegue nella nota Rapani – pensata volutamente da qualcuno per non garantire certezze. Una legge, peraltro, contestata aspramente da Fdi, non per lungimiranza ma per quell’incertezza in cui avrebbe fatto sprofondare la nazione. Un sistema elettorale che continua a non prevedere la preferenza alla persona, bensì ad una lista che non lascia la possibilità di conoscere e quindi di scegliere i candidati. E poi quel sistema proporzionale direttamente collegato al maggioritario che non lo è reciprocamente ed inversamente al contrario».

«Nell’uninominale si vota la persona senza permettere che quella preferenza vada alla lista per poi essere ripartita in quota. Al danno, dunque, aggiungiamo la beffa se si considera che la ripartizione è prevista su base nazionale e non nel collegio. Per giunta, il superamento della soglia di sbarramento non garantisce l’elezione, come accaduto in Calabria. Questa legge elettorale, insomma, si interpreta e non si applica, così come accaduto per il “caso” Orsomarso, proclamato eletto dalla Corte d’Appello e bocciato dalla Cassazione. Bisognerebbe interrogarsi: è veramente questo lo spirito della legge o dietro vi sono le pressioni dei cosiddetti poteri forti?»

«Una cosa è certa. Questa querelle ha rappresentato anche l’occasione per conoscere e capire meglio con chi ci si incammina, chi sono i nostri compagni di viaggio. Si minacciano ricorsi a procure ed a commissioni con il solo scopo di garantirsi un posto al sole, quando sarebbe importante, invece, garantire la governabilità della nazione – conclude – Da domani altri dubbi saranno alimentati: i due rami del Parlamento saranno in grado di eleggere i presidenti? E su quale base astrusa di accordo? Il parlamento si insedierà? E fino quando? Riusciranno l’Italia e gli italiani ad avere un governo che governi? Staremo a guardare in trepida attesa, ma statene certi, non molleremo». 

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