Saline Joniche, il no della Regione alla centrale a carbone

MONTEBELLO JONICO (RC) – Legambiente Calabria ha accolto con soddisfazione la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale della mozione che ribadisce il no alla centrale a carbone di Saline Joniche. la positiva risoluzione giunge dopo otto anni di attesa.

«Non possiamo non condividere la scelta del Consiglio Regionale – ha affermato Francesco Falcone, presidente Legambiente Calabria – che vede nella centrale a carbone un modello superato e altamente inquinante per la produzione di energia. Noi abbiamo indicato proposte alternative di destinazione dell’area per renderla fruibile e restituirla ai cittadini». Difatti, già lo scorso anno, nell’ambito della campagna nazionale di Goletta dei Laghi, Legambiente aveva lanciato un appello alle istituzioni locali perchè, con l’acquisizione dell’area, sui due laghetti si realizzasse un progetto di sviluppo turistico ambientale sostenibile.

Tuttavia, «Non dobbiamo abbassare la guardia sul futuro di Saline Joniche – ha detto Nicoletta Palladino, presidente del Circolo di Reggio Calabria -, ma è necessario spingere gli organi competenti per la veloce acquisizione dell’area contigua all’ex liquichimica; lanciare al più presto una conferenza di servizi che promuova un progetto di sviluppo turistico ambientale sostenibile per la splendida Oasi delle antiche saline, “Sito di Interesse Comunitario” (SIC) per l’Unione Europea; accelerare il percorso che porti alla definizione di una cabina di regia che veda protagonisti cittadini e amministratori nella definizione immediata del progetto che trasformi il Pantano di Saline Joniche in un volano di sviluppo territoriale.  Ribadiamo l’importanza di acquisire la proprietà (attualmente privata) e prevedere un primo finanziamento per il recupero e riqualificazione del SIC. Più in generale, basterebbe prendere spunto dal Concorso internazionale d’idee espletato per la riqualificazione del waterfront di Saline, sulla scia di decine di esempi che già si vedono concretizzati da anni in Nord Europa».

 

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