[#Anime] Made In Abyss, la Recensione

Con la fine della stagione estiva termina anche uno dei migliori anime dell’anno, che purtroppo non ha avuto il seguito che meritava, probabilmente per il fuorviante design bambinesco dei personaggi, ma che ha ben poco da spartire con il tono generale dell’opera.

Stiamo ovviamente parlando di Made In Abyss, anime in 13 episodi prodotto da studio Kinema Citrus (famoso per aver co-prodotto insieme a Bones quella perla di Tokyo Magnitude 8.0, di cui parliamo qui), adattamento dell’omonimo manga di Akihito Tsukushi, trasmesso sulla piattaforma di streaming legale VVVVID in giapponese con sottotitoli in italiano.

LA TRAMA

L’Abisso rimane l’ultimo luogo inesplorato del mondo. Si tratta di un enorme sistema di caverne, dalla profondità mai determinata, popolato da reliquie e straordinarie creature. Generazioni di esploratori si sono calati nelle viscere dell’Abisso, ma solo i più coraggiosi hanno preso il nome di “Cave Raiders”. Sul limitare dell’Abisso, sorge il villaggio di Oosu. Qui è cresciuta una piccola orfana di nome Rico, il cui sogno è diventare una grandiosa esploratrice come la mamma scomparsa. Mentre è in una delle sue perlustrazioni, incontra un bambino non del tutto umano.. (Fonte VVVVID)

IL COMMENTO

Made In Abyss è una storia di avventura ed esplorazione degna di un romanzo di Jules Verne. La visione del primo episodio riesce subito a catturare l’attenzione sulla vicenda, con l’interessantissimo incipit e una struttura a livelli che riesce a far presa con facilità sullo spettatore, che si trova di fronte una storia semplice e lineare ma con colpi di scena ben assestati e situazioni al cardiopalma. L’anime è fortemente basato sul concetto dell’ignoto, di cui l’uomo è spaventato ma allo stesso tempo incuriosito, ed è proprio questa curiosità che ha portato gli esseri umani ad esplorare il mondo e lo spazio, perché la paura non può fermare la sete di conoscenza. Come già anticipato, nonostante il design bambinesco dei personaggi, non ci troviamo mai di fronte a situazioni edulcorate, ma abbiamo dei momenti veramente terrificanti, in particolare per gli effetti di risalita tra i vari livelli dell’Abisso, che prendono probabilmente spunto dalle patologie di decompressione delle immersioni subacquee. L’anime riesce inoltre a commuovere in alcune situazioni, ma anche a stemperare la tensione con delle gag leggere e mai fuori luogo. L’autore dimostra inoltre una grande fantasia nella costruzione scenografica e con le varie creature che popolano l’Abisso, alcune veramente interessanti e ben studiate.

 

 

I due personaggi principali sono caratterizzati alla perfezione e nel loro viaggio incontreranno dei comprimari veramente affascinanti, ognuno con un background ben articolato. Inoltre l’Abisso non sembra essere l’unico nemico presente, anche se avremo maggiori informazioni in una eventuale seconda stagione.

COMPARTO TECNICO

Sulla tecnica c’è veramente poco da discutere. Ottima regia, che riesce a dare grande enfasi in alcune scene, in particolare nei momenti in cui Reg utilizza il “cannone crematorio”, che hanno una fase di preparazione che rende esaltante l’esplosione di energia scagliata dal ragazzino.

Oltretutto lo studio delle inquadrature riesce a farci entrare perfettamente nella situazione e a farci immergere nei fatti narrati. Le animazioni sono veramente di ottimo livello, complice la semplicità del character design, che ha consentito agli animatori di fare un ottimo lavoro sia sui movimenti che sul character acting, dove i personaggi dimostrano un’espressività pazzesca nonostante le poche linee. Bellissime le musiche e tutto il comparto sonoro.

IN CONCLUSIONE

Made In Abyss rientra senza alcun dubbio tra i migliori anime dell’anno. Attendiamo con impazienza una seconda stagione, per vivere ancora le avventure di Riko e Reg.

Antonio Vaccaro

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