[#CiNerd] “Omicidio all’Italiana” di Maccio Capatonda, la recensione

È tornato Maccio Capatonda e anche questa volta non sbaglia un colpo.

Partito dal web con semplici trailer parodie, passando per la serie tv Mario trasmessa su MTv, nel Gennaio del 2015 il regista e attore abruzzese Marcello Macchia è sbarcato per la prima volta sul grande schermo con Italiano Medio, film che ha acceso molto l’opinione della critica. Il 2 Marzo 2017 è arrivato in tutte le sale Omicidio all’Italiana, nuovo film scritto, diretto e interpretato dallo stesso Marcello Macchia, con la partecipazione del solito Herbert Ballerina (Luigi Luciano) e del resto della sua crew.

TRAMA

omicidio all'italianaLa storia si svolge nell’inventato Acitrullo, piccolissimo paese abruzzese che deve lottare contro lo spopolamento. Per contrastare il fenomeno e rendere famosa la piccola cittadina, il sindaco Piero Peluria inscena l’omicidio di una contessa del paese, morta in realtà per cause accidentali. Acitrullo sarà così invasa da giornalisti e turisti incuriositi dall’accaduto.


Chi segue Maccio dalle origini è abituato a vedere ben altro rispetto al nuovo film. Ciò che ha da sempre caratterizzato le sue produzioni è il surrealismo esagerato e la comicità spinosa, falsamente e volutamente grossolana, ma in realtà molto sottile. Si veda Italiano Medio, ad esempio: è chiara la critica alla società italiana condotta attraverso scene nonsense e volontariamente forzate sul piano della razionalità, tutte funzionali sia al divertimento del pubblico che alla critica, a volte anche feroce, verso l’italiano medio, nascondendo dietro l’intera opera anche una leggera malinconia. Ovviamente un gran bel prodotto.


Diverso il discorso per Omicidio all’Italiana.

Questa volta il regista abruzzese, pur impregnando il film con il solito sagace surrealismo, lo ha inframmezzato con un realismo più tangibile e percepibile. Sarà forse per l’inserimento nel cast di attori italiani di un certo calibro, come Nino Frassica e Ninni Bruschetta, ma nel nuovo lungometraggio si sente una certa differenza rispetto al passato. Non è una critica, anzi, è la dimostrazione che, anche sperimentando, Maccio non ne sbaglia una.
Nonostante ci sia stata tale evoluzione, il film regala al pubblico il solito Capatonda critico, ironico e “sporco” nei confronti della società italiana. Mentre in Italiano Medio erano le persone comuni che entravano nella televisione, in Omicidio all’Italiana è la televisione che entra nella quotidianità della gente comune: attraverso le indagini sul presunto omicidio Marcello Macchia mette in scena, ovviamente esagerando, come il mondo televisivo riesca a costruire teatrini e spettacoli su qualsiasi vicenda, anche su delicati casi di omicidio; si veda ad esempio tutta la troupe di “Chi l’acciso?”, parodia di ben noti programmi tv.

omicidio all'italiana 3Oltre alla solita vena sarcastica e all’ormai familiare umorismo nero, il film prevede anche importanti colpi di scena e un certo excursus psicologico da non sottovalutare, ad esempio il cambiamento di Marino Peluria, il fratello di Piero, la maturazione del loro rapporto e di altri personaggi che pian piano si andranno a delineare sempre di più all’interno della trama. Tutto ciò gestito, ovviamente, sotto la visione surrealistica di Capatonda, che potrebbe ingannare lo spettatore a un primo impatto, mostrando personaggi statici ed esclusivamente comici.
Dal punto di vista interpretativo nulla da dire, tutto il cast del film si è rivelato, come sempre, all’altezza di ogni ruolo, anche per gli attori che si approcciavano per la prima volta alla “realtà” di Marcello Macchia, come Roberta Mattei e Sabrina Ferilli. Per non parlare di un immenso Rupert Sciamenna (Franco Mari) a cui basta qualche frase in scena per far cambiare colore allo sceneggiato.

IN CONCLUSIONE


Omicidio all’Italiana è una perla del cinema italiano moderno: non la solita commedia nostrana basata su stereotipi che ormai si ripetono da anni di pellicola in pellicola, ma un film di livello superiore che fa della iperbolica crudezza il proprio punto forte. Maccio Capatonda non si è mai limitato a semplici critiche, ma è sempre andato oltre, spiattellando sullo schermo, quasi senza pietà, quella che è l’Italia oggi.
Una ragione in più per vederlo? Chi ha visto la serie “Mario”, sempre scritta, diretta e interpretata da Macchia e la sua crew, dovrebbe aver già capito che i protagonisti sono proprio i fratelli Peluria presenti nel telefilm. Inoltre è anche presente il personaggio Salvo Errori (Pippo Lorusso), figura del giornalista ripresa dalla serie tv.


Film assolutamente consigliato. Buona visione!

                                                                                                                            Paolo Gabriele De Luca

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