[#Manga] A Silent Voice

Per fortuna che a Settembre inizia la nuova stagione degli anime, altrimenti sarebbe ancora più difficile la ripresa della normale routine!

Il lotto di titoli per questo autunno 2016 parte col botto, infatti per il 17 di questo mese è previsto l’inizio di A Silent Voice, film anime tratto dal fortunato manga omonimo di Yoshitoki Ōima. Ottenuta una nomination nel Febbraio 2015 al Premio culturale Osamu Tezuka, l’opera si è fatta strada diventando particolarmente famosa e apprezzata. In Italia il manga è stato distribuito da Star Comics e si è concluso alla fine del 2015.

a-silent-voice-manga
Visto l’arrivo di un adattamento anime, noi di Nerd30 vogliamo parlarvi del manga e delle emozioni che esso riesce a suscitare, nonostante la storia possa far apparire l’opera come un ibrido fra uno shoujo e uno shonen.
Shoya Ishida è un bambino delle scuole elementari particolarmente vivace. L’arrivo di una nuova alunna in classe cambierà per sempre la sua vita: Shoko Nishimiya è una bambina sorda che è costretta a comunicare attraverso un quaderno e che, a causa del suo handicap, sarà oggetto di bullismo, soprattutto da parte di Ishida. Terribilmente provata da questa situazione, la ragazzina sarà costretta a cambiare scuola e tutta la colpa ricadrà sul giovane protagonista che diventerà a sua volta vittima dei bulli. Si assisterà quindi a un moto di chiusura di Ishida sempre più opprimente che lo porterà, al terzo anno di liceo, a riprendere i contatti con Shoko per redimersi dagli errori che ha commesso in passato.
È facile pensare che “A Silent Voice” sia un’opera intenzionata a smuovere la compassione del lettore, ma questo è l’ultimo degli obiettivi. Il fattore handicap diventa quasi marginale durante la narrazione: assisteremo, infatti, non alle difficoltà che la giovane Shoko deve affrontare nella sua vita quotidiana, ma alle problematiche che la sua condizione le porta soprattutto nella vita sociale e poi in quella sentimentale, fattori fondamentali nella vita di un’adolescente.
Il character design, proprio per questo motivo, è ben strutturato: il tormento di Ishida è delineato in modo talmente chiaro che è facile capire tutti i perché delle sue scelte, delle sue azioni e del suo essere; inoltre ci vuole una grande maestria per rendere così ben definito un personaggio che non parla, se non attraverso il linguaggio dei segni, quindi tanto di cappello a Ōima. Per fortuna non sono solo i due protagonisti il fulcro della storia, infatti durante le vicende entreranno in gioco altri personaggi, la maggior parte legati a Shoko, che non saranno di semplice contorno, ma di grossa rilevanza psicologica e piomberanno nelle vite dei due ragazzi cambiandole per sempre.
Sorprendentemente piacevole è la delicatezza degli eventi in cui tutti i protagonisti vengono inseriti, mai troppo spinti, mai troppo emotivi, vista l’impronta sentimentale, e mai troppo esasperati. Ad esempio, ciò che nasce fra Ishida e Shoko, che sia amicizia o qualcos’altro sta a voi scoprirlo. Trattazione sensibile e raffinata, senza mai sfociare in sentimentalismi inutili e buonismi dovuti ai sensi di colpa che attanagliano il ragazzo.

a-silent-voice-2
L’unico difetto riscontrato è la poca veridicità nel punto in cui tratta l’avvicinamento repentino di Shoko a quello che qualche anno prima era il bullo che la tormentava. All’inizio, forse, sarebbe stato normale respingerlo più volte, anche per chi ha un carattere dolce come quello della ragazza, che invece non ci mette poi così tanto a fidarsi del giovane Ishida. Ma dopotutto, visto come è bene strutturata la storia, ci si può passare sopra.
Per quanto riguarda la qualità tecnica, “A Silent Voice” ha un tratto un po’ spigoloso ma delicato e leggermente elementare che contribuisce a rendere il disegno pulito e piacevole. Ottimo il lavoro di regia, con inquadrature azzeccate e luci e ombre ben posizionate. Unica problematica è la confusione di alcune scene, in cui le dinamiche sono disegnate in modo contorto, risultando poco chiare al lettore.
“A Silent Voice” racchiude in sé, quindi, molte tipologie di manga e, grazie alla sua impronta matura, è classificabile anche come seinen. Tante le tematiche dure oltre alla difficoltà di vivere con un handicap, quali il suicidio, l’esclusione, la sofferenza interiore, il sentirsi un peso e tantissimi altri, non solo peculiari dell’età adolescenziale. Il manga ci ricorda con una sensibilità disarmante quanto il bullismo possa essere determinante per la vita di un ragazzo e quanto esso sia sbagliato, anche per chi lo pratica.
Sperando che l’anime possa rispecchiare le qualità dell’opera originale, vi auguriamo una buona lettura!

                                                                                                               Paolo Gabriele De Luca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *