Settembre è appena iniziato e purtroppo si ritorna a scuola, all’università o a lavoro. Vacanze finite insomma! Ma diciamolo, qualcosa di positivo questo mese lo ha: ovviamente i consigli di Nerd30! Ad Agosto non vi abbiamo abbandonati e vogliamo che il faticoso nono mese dell’anno inizi col botto quindi, in questa consueta recensione mensile, lasceremo una parte del giudizio a voi.
L’anime che andremo ad analizzare è uno dei più criticati e controversi dell’anno 2014, Zankyō no terror, prodotto dallo Studio MAPPA (Ushio e Tora) e diretto da Shin’ichirō Watanabe, regista proveniente da nientemeno che Cowboy Bebop.
Beh, ma allora, visto il cast tecnico, qual è il problema di questo titolo? Perché è entrato così tanto nel mirino della critica? Iniziamo col dire che quando si parla di “Zankyō no Terror” gli spettatori si dividono in due parti: chi lo trova intenso e appassionante e chi, invece, lo delinea come un prodotto sotto la media.
Ovviamente, noi di Nerd30 lo consigliamo e e continuate a leggere capirete il perché.
In una Tokyo alternativa, il quartiere di Shinjuku viene messo in subbuglio da un attacco terroristico che provoca danni consistenti. L’unico indizio è un video caricato in rete, in cui i due colpevoli, mascherati, si presentano col nome di Sphinx. Dietro le maschere non ci sono altro che due ragazzi, Nine e Twelve, protagonisti della storia, che hanno deciso di risvegliare la Nazione impigrita, conducendo un gioco su larga scala che arriverà a coinvolgere l’intero Giappone, e non solo.
La trama è avvincente e innovativa, si va a toccare, infatti, un tema a cui di questi tempi si è particolarmente sensibili, ovviamente affrontato con molta maestria e delicatezza. Nonostante la tematica complessa, si sta molto attenti a non esasperarla, infatti intorno ai due personaggi principali è costruita una storia incentrata sulla preziosità e sull’importanza dell’esistenza che non permette loro di far del male ad altri esseri viventi. Lo scopo degli Sphinx è semplicemente: far aprire gli occhi attraverso il terrore e la paura, al fine di far risvegliare il Paese da un letargo imposto dalla società. Modo discutibile, ovviamente, ma bisogna conoscere la storia da cui esso è scaturito.
Fatte queste premesse, perché “Zankyō no Terror” è da sempre nel mezzo di molte discussioni? Partiamo dal presupposto che la storia è incredibilmente coinvolgente: i protagonisti presentano in fretta le loro personalità, contrastanti ma indispensabili per completarsi l’un l’altra. Forti di questo primo punto, anche le vicende continuano con decisione e in modo intrigante e, già dai primi episodi, vedremo uno scontro a distanza fra gli Sphinx e Kenjirō Shibazaki, ispettore che dà loro la caccia. Ci riporta alla mente lo scontro fra Light ed L in Death Note.
Critica fra le più rilevanti del pubblico riguarda la psicologia dei personaggi, ritenuta piatta e senza evoluzione. Nonostante molti tratti dei personaggi siano dei cliché, non si può dire che essi non subiscano una crescita durante gli avvenimenti. Bisogna notare, infatti, che tutti coloro che sono in ballo nella storia subiscono un cambiamento in funzione di altri personaggi, quasi come se ci fosse uno scambio reciproco fra le diverse personalità, come se una influenzasse l’altra e viceversa. A questo proposito, fondamentale è il ruolo della giovane Lisa Mishima, personaggio che può sembrare inutile, quasi di contorno, ma c’è da dire che senza la sua presenza Nine e Twelve non si sarebbero mai evoluti; inoltre, a differenza di quanto si dice, la ragazza è uno dei personaggi più interessanti dell’anime visto che della sua storia si sa veramente poco e, nonostante possa sembrare qualcosa di negativo, inserito nel determinato contesto di questo titolo, funziona benissimo. “Zankyō no Terror” è quindi un prodotto dal forte carattere psicologico, ma gli amanti dell’azione non hanno nulla da temere: la trama è frenetica al punto giusto, con inseguimenti, corse contro il tempo, esplosioni, non manca veramente nulla. Si ha, quindi, un perfetto connubio fra matrice introspettiva e un sostenuto temperamento degli eventi.
Ovviamente non è tutto rose e fiori, tanti i difetti e le incongruenze, quali avvenimenti dal dubbio senso, retroscena spiegati in modo non esattamente chiaro e un villain, vecchia conoscenza degli Sphinx, messo lì quasi per forza. Un’opera non può essere perfetta e queste sono le motivazioni principali che hanno fatto storcere il naso alla critica, suscitando grossi malumori per quello che poteva essere un vero capolavoro. Allo stesso tempo, però, non si può dire che “Zankyō no Terror” non sia un’opera di alto livello, basti pensare che in undici episodi è difficile raccontare una storia del genere, e nonostante tutte le imprecisioni, l’opera è ben riuscita.
Dal punta di vista tecnico, il lavoro grafico è sublime, con dinamiche fluide, luci inserite nei giusti punti e regia impeccabile; inoltre la colonna sonora è una delle migliori dell’anno 2014, con opening ed ending degne del titolo e musiche che abbracciano perfettamente gli eventi.
Beh, ora sta a voi capire da quale parte della critica volete schierarvi. Basta guardare l’opera con occhi semplici e con la consapevolezza di volersi divertire, come sempre.
Buona visione!
Paolo Gabriele Pakoro De Luca
~Redattore~
Oltre che essere redattore di Nerd30, ne è entrato a far parte come intervistatore pazzo. Dunque, se qualcuno vi intervista a caso, è lui.