Cosenza conferisce la cittadinanza onoraria ad Arnaldo Caruso per la sua scoperta del vaccino contro l’AIDS

COSENZA – Il Consiglio comunale, riunitosi sotto la Presidenza di Luca Morrone, ha conferito ieri sera  all’unanimità dei presenti (16 consiglieri) la cittadinanza onoraria al Prof.Arnaldo Caruso, direttore della Scuola di Specializzazione in microbiologia dell’Università di Brescia e dirigente responsabile dell’Unità Operativa di Laboratorio di virologia ed indagini microbiologiche del presidio “Spedali Civili” della città lombarda.
Questa la motivazione contenuta nella pergamena che al termine della seduta del Consiglio Comunale è stata consegnata nelle mani del prof.Caruso: “per il conseguimento di alti meriti scientifici nel campo della ricerca e per aver contribuito, con la scoperta del vaccino terapeutico AT20 anti-HIV, ad indirizzare un fascio di luce nel buio dell’AIDS ridando fiducia e speranze concrete all’umanità intera”.
Appena ricevuta l’onorificenza, che si va a sommare agli innumerevoli riconoscimenti ricevuti anche in ambito internazionale dove è considerato una vera eccellenza nel campo della ricerca scientifica, il prof.Arnaldo Caruso ha ringraziato l’Amministrazione comunale, il Vicesindaco Luciano Vigna, che ha rappresentato il Sindaco Mario Occhiuto, assente perché impegnato a Torino all’Assemblea generale dell’Anci, nella sua qualità di Presidente della Commissione Mezzogiorno, e la commissione cultura di Palazzo dei Bruzi che, attraverso il consigliere Mimmo Frammartino ha proposto all’assemblea cittadina il conferimento della cittadinanza.
Senza rinunciare al suo simpatico sense of humour, il prof.Caruso ha esordito scherzando sul fatto che spesso gli arnaldo carusoè capitato in passato di essere ricordato in città, più che per i suoi meriti scientifici e per le sue scoperte rivoluzionarie, per essere il come il fratello del penalista cosentino Franz Caruso. “Chissà – ha ironicamente commentato l’eccellente ricercatore – se stavolta, dopo questo riconoscimento che viene dalla mia città, ci sarà qualcuno che dirà a mio fratello Franz : “ma tu sei il fratello di Arnaldo?”. E lo dice adoperando il dialetto cosentino.
Quella di conferirgli la cittadinanza onoraria è stata definita da Arnaldo Caruso  “una scelta coraggiosa e illuminata. La città di Cosenza ha voluto riconoscere un valore importante allo studio e alla ricerca, un valore che sfugge a molti, perché il più delle volte la ricerca è lasciata a se stessa. Invece, in Italia c’è tanta ricerca di grandissimo livello, ma quel che manca sono i mezzi. Si pensi che il mio più giovane ricercatore ha 45 anni e il mio più giovane collaboratore ospedaliero 52.
Se a 40 anni – diceva il mio mentore Adolfo Turano – sei ancora sulle provette non va bene. A quell’età devi essere già nella condizione di comandare. Anche se poi all’anziano ricercatore va riconosciuta la capacità di saper formare i giovani”.
Ed è ai giovani del suo gruppo di ricerca, in cui spiccano 5 calabresi, giovani della sua Cosenza e della provincia, che il prof.Caruso dedica la cittadinanza onoraria.
“Tutti giovani in gambissima – ha detto – che fanno la ricerca con la R maiuscola. Sono loro che realizzano i miei sogni. Quando fui rifiutato dalla nostra Università, fu quasi un bene – ricorda – E aggiunge: “non avrei potuto realizzare qui quello che ho realizzato a Brescia e in America. Il mondo è ormai globalizzato. Potrei tornare qui solo se ci saranno le possibilità e se questa terra riuscirà a capire che bisogna creare delle infrastrutture valide e che i giovani vanno reclutati in base al curriculum e alle loro effettive capacità. Quando si parla di fuga di cervelli, bisogna considerare che   c’è un cervello che va a migliorarsi e un cervello non è mai in fuga. E’ inutile richiamarli. Ognuno segua la sua strada. Bisognerebbe dare più soldi alla ricerca, alla cultura e ai nostri giovani che fanno moltissimi sacrifici. Si pensi che i cinque del mio gruppo di ricerca non hanno ancora un posto fisso”.
Prima di chiudere il suo intervento che ha suggellato la seduta del Consiglio comunale, il prof.Caruso indirizza un saluto a chi sta in platea: ci sono gli amici del circolo dei sub (sua la passione per la pesca subacquea) e le compagne e i compagni di scuola e, ovviamente i familiari.
“Non vi dico che sono in qualche modo commosso ed emozionato, ma la presenza qui di Gianfranco Merizzi (Presidente della Medestea, la casa farmaceutica che produce il vaccino anti-HIV scoperto da Caruso)  non può che essere premiata da tutti voi. Se sono qui,  lo devo anche a lui e tutto per un sogno e per una scommessa d’azzardo che lui ha deciso di fare. Spero che sia stato ripagato da questi successi.Ho avuto tanti premi – conclude – ma questo è un premio che resterà sempre nella mia memoria”
E chiude citando  Gabriel Garcia Marquez e il suo “L’amore ai tempi del colera”.Un personaggio del romanzo di Gabo parla del ricordo del cuore. Quello di Arnaldo Caruso coincide con la sua città. “Cosenza è la città più bella del mondo- e chiude veramente – e questo è il riconoscimento più bello del mondo”.
La seduta era stata aperta dal Presidente Luca Morrone che nel dare il benvenuto al prof.Caruso ne aveva ricordato gli eccellenti risultati nel campo della ricerca.

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